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Alitalia in vendita entro 6 mesi

Poletti: “A rischio 20mila posti di lavoro”. Delrio: “Nessun salvataggio pubblico”. Per garantire la liquidità all’Alitalia commissariata, il governo Gentiloni punta ad un prestito con il permesso della UE.

Bocciato dai lavoratori Alitalia il piano azienda-sindacati che prevedeva tagli ai posti di lavoro: “Non possono pagare i dipendenti per gli errori dei dirigenti”.
Ora l’azienda viaggia spedita verso il commissariamento, per evitare il fallimento, guidata dal suo presidente: Luca Cordero di Montezemolo. Fallimento che avverrà, a meno che lo stato non finanzi per i prossimi sei mesi Alitalia con un prestito di 600 milioni di euro, a dire di Delrio “Per accompagnare l’azienda verso la vendita a privati”. Delrio, ministro dei trasporti, aggiunge pure: “Non è un salvataggio di stato”.
Poletti, ministro del lavoro, “Stiamo tentando di salvaguardare il futuro di 20.000 lavoratori, tra interni Alitalia e indotto esterno”.

Intanto, se non è salvataggio pubblico poco ci manca, poiché con l’amministrazione controllata, il commissario dell’azienda potrebbe richiedere, e lo farà, la cassa integrazione per i lavoratori in esubero, secondo azienda e sindacati, circa un terzo dei dipendenti. Tutto questo nonostante il risultato del referendum chiaramente bocciato dai lavoratori Alitalia. Secondo Poletti tra ammortizzatori sociali e prestito balleranno non meno di novecento milioni di euro di denaro pubblico. “Tra prestito ponte, a titolo oneroso per non incorrere nel veto UE e probabili ammortizzatori, credo arriveremo effettivamente intorno a un miliardo di euro”.

Alitalia, in crisi da profondo rosso dal 2008, era riuscita, dopo un 2014 difficile, 580 milioni in rosso, ha portare il rosso a “soli” 200 milioni di euro. Staccioli del sindacato UsB, ricorda:”Dal 2008 sono già stati 10mila gli esuberi in Alitalia”.
A rischio, inoltre, gli accordi SkyTeam: se Alitalia dovesse andare in liquidazione dovrebbe uscire dall’alleanza che permette una quota assicurata di viaggi intercontinentali con una penale di circa 300 milioni che andrebbero ad ingrossare il già eccessivo carico di debiti dell’azienda tricolore.

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