Sebastião Salgado addio al gigante della Fotografia che ha svelato l’anima del mondo e tentato di curarla.

Sebastião Salgado -in memoriam

Sebastião Salgado -in memoriam

Il mondo della fotografia è in lutto. Si è spento oggi, all’età di 81 anni, Sebastião Salgado, uno dei più grandi e influenti fotografi contemporanei.

Il maestro brasiliano Sebastião Salgado, con il suo stile inconfondibile, potente e profondamente umano, lascia un vuoto incolmabile, ma anche un’eredità visiva e morale di inestimabile valore.

Sebastião Salgado -Genesis – isole Sandwich

Nato nel 1944 ad Aimorés, nello stato del Minas Gerais in Brasile, Salgado ha iniziato la sua carriera non da fotografo, ma da economista. Una formazione che, paradossalmente, ha forgiato il suo sguardo analitico e la sua profonda comprensione delle dinamiche sociali ed economiche globali, elementi che sarebbero diventati il cuore pulsante del suo lavoro fotografico. È solo negli anni ’70 che abbandona la carriera economica per abbracciare la fotografia, una scelta che lo porterà a viaggiare in oltre cento paesi, testimoniando con la sua lente in bianco e nero le ingiustizie, le sofferenze e la dignità intrinseca dell’essere umano.

Le sue opere sono reportage epici, veri e propri affreschi visivi che hanno mostrato al mondo la condizione dei lavoratori in “Workers“, l’odissea dei migranti e dei rifugiati in “Migrations” e “The Children“, e la sorprendente bellezza della natura incontaminata in “Genesis“. Ogni immagine di Salgado non è mai una semplice documentazione; è un dialogo profondo con il soggetto, un’esplorazione dell’anima umana e della forza della natura, catturata con una sensibilità e un’estetica che elevano il reportage a forma d’arte pura. Le sue fotografie, spesso iconiche, riescono a trasmettere un’emozione palpabile, una dignità quasi sacrale anche nelle condizioni più estreme, costringendo l’osservatore a una riflessione profonda.

Sebastião Salgado – Workers

Ma il contributo del maestro al mondo non si è limitato alla sola fotografia. Insieme alla sua inseparabile compagna di vita e di lavoro, Leila Wanick Salgado, ha fondato nel 1998 l’Istituto Terra. Quest’organizzazione non-profit, nata dalla loro visione e dal desiderio di ripristinare la foresta pluviale atlantica nella loro regione natale, in Brasile, è diventata un simbolo di speranza e un modello di riforestazione e conservazione ambientale. Dopo aver assistito alla devastazione ecologica della loro terra, Sebastião e Leila hanno intrapreso una missione straordinaria: ripiantare milioni di alberi, trasformando un deserto arido in una vibrante foresta, riportando la fauna selvatica e l’acqua.

“Salgado. Un’azione concreta che ha dimostrato come l’impegno individuale possa generare un impatto globale, trasformando il loro dolore per la perdita in un’incredibile spinta alla rigenerazione”.

La vita di Salgado è stata un ininterrotto viaggio di scoperta, empatia e impegno. Attraverso le sue immagini, ha dato voce ai senza voce, ha illuminato angoli dimenticati del pianeta e ha ricordato all’umanità la sua vulnerabilità e la sua intrinseca bellezza. Con l’Istituto Terra, ha dimostrato che la speranza non è solo una parola, ma un’azione concreta, un seme piantato per le generazioni future.

Oggi, mentre piangiamo la scomparsa di un maestro, celebriamo la sua vita straordinaria e il suo impatto indelebile. Le fotografie di Sebastião Salgado continueranno a ispirare, a commuovere e a spingere alla riflessione, mentre la foresta rinata dell’Istituto Terra sarà un monumento vivente alla sua profonda fede nella capacità dell’uomo di creare bellezza e di curare il proprio pianeta.

“Il suo sguardo, così attento al volto dell’umanità e della Terra, continuerà a guidarci.”

 

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