Non linearità della realtà: Il ritmo nascosto del caos

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Non linearità della realtà: Il ritmo nascosto del caos. Il presente: un glitch nella timeline.

Non linearità della realtà. Per settimane cercavo quella canzone del film. Sapevo che l’avevo segnata da qualche parte, ma l’appunto era svanito. Poi succede l’impensabile. Ecco il glitch in azione: oltre due mesi a cercare una canzone ascoltata in un film, appunti persi, tentativi di ricordare il nome del gruppo, tutto fallito. Poi, circa 3 mesi dopo che avevo tralasciato le mie ricerche, vado a trovare mia sorella. “Guarda che belle candele ho preso per il soggiorno,” mi dice. Le prendo in mano, osservando la cera colorata. Giro il barattolo e leggo l’etichetta: “Credence Avoir”. In un istante ricordo tutto: “Have You Ever Seen The Rain?” dei Creedence Clearwater Revival. È il paradosso della non-linearità – l’evento desiderato si verifica precisamente quando hai abbandonato l’idea che accadrà. Non una progressione logica, ma un inaspettato salto quantico.

Non sto cercando di semplificare nulla qui. Sarebbe pretenzioso, persino contraddittorio, parlare di non categorizzare e poi tentare di categorizzare l’incategorizzabile. Mi limito ad osservare.

Conosci la glitch music? Quel momento in cui il suono digitale inciampa, si frattura, si spezza. Un CD che salta. Un file mp3 corrotto. Un campione che si ripete ossessivamente fuori tempo. Disturbi che diventano strumenti. Errori trasformati in arte.

Ttzzk-ttzzk-krrrr-klik-kzzz

Nella musica ambient, il glitch non è un difetto ma un portale verso nuove dimensioni sonore. Un’interruzione che rivela ciò che si nasconde sotto la superficie levigata della composizione.

I glitch della realtà funzionano allo stesso modo. Quella mail di lavoro che riemerge dopo mesi di silenzio è un ttzzk nel flusso ordinato del tempo. Quel progetto abbandonato che trova improvvisamente compimento è un krrr nella progressione lineare degli eventi.

La realtà non si muove su o giù. Si sviluppa attraverso la profondità, come una traccia ambient che stratifica suoni apparentemente sconnessi per creare un paesaggio sonoro tridimensionale.

Essere nelle cose e le cose in noi. Come quando ascolti un pezzo di Oval o Fennesz, e non sai più se sei tu che ascolti la musica o la musica che ascolta te.

Più spingo verso qualcosa (+1, +2…), più sembra allontanarsi (-10, -20…). Poi, quando l’attenzione si sposta altrove, accade l’inaspettato. Il klik che rompe la sequenza.

Ttzzk-ttzzk-ttzzk-kzzz

Introiettare esperienze. Come il musicista che incorpora l’errore della macchina nella sua composizione. Non resistere al glitch ma diventare il glitch.

Ieri, la mia vita sembrava una traccia perfettamente mixata. Oggi è piena di interruzioni, salti e ripetizioni inaspettate. Non cerco di correggerle. Ci passo attraverso, come l’ascoltatore che si immerge nelle fratture del suono.

La non-linearità non va temuta. Non va risolta. Va esplorata. Come una composizione di Basinski che si deteriora mentre la ascolti, rivelando bellezza nella decomposizione stessa.

“Si muove, non si muove; è lontano, è vicino; è dentro tutto questo, ed è anche fuori da tutto questo.” (Isha Upanishad, Verso 4) – Traduzione di Max Müller

Dimentica la realtà come petto di pollo preconfezionato in plastica. Questo è Isha glitch. Un file .zip corrotto. Decomprimilo: vuoto e pieno. Silenzio e rumore bianco. Qui e ovunque. La logica salta, come un mp3 guasto. Tzzz-krrrr… Brahman? Forse un beat spezzato. Un loop infinito di “sì” e “no”. La realtà non è una traccia lineare. È in modalità shuffle. Un glitch sulla timeline. E noi siamo nell’overflow di buffer del presente. Ascolta il salto. Non correggere l’errore. Balla con il fermo immagine. Lì, nella perdita di dati, c’è l’epifania. Non spiegazione. Solo vibrazione.

I glitch non sono lezioni. Non sono messaggi. Sono increspature in un tessuto di non linearità della realtà, che non comprendo completamente. Momenti in cui la realtà rivela la sua natura profonda, stratificata, irriducibile a semplici traiettorie. Forse tutto è una “muratura a giunti sfalsati” fatta di glitch. Come in quei muri antichi dove ogni mattone si sovrappone al giunto di quelli sottostanti, creando una struttura dove nessuna linea di debolezza attraversa l’intero muro.

Ecco il messaggio che invio oggi e la risposta che arriva tre mesi dopo. Ecco l’appuntamento mancato e l’incontro casuale che cambia tutto. Ecco la canzone, che riaffiora proprio quando avevo smesso di cercarla. Faccio cose in quello che chiamo il presente, ma la realtà risponde nella sua architettura contraria, in cui passato, presente e futuro sono solo un’opinione. Un mattone qui, l’effetto della pressione visibile altrove, in un punto disconnesso della struttura.

Disallineamento… Bzzt-crk… Frattura…Tzz-snap… Epifania.

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