I Ching spiegato da Terence McKenna. Recensione de “Lo scenario invisibile (Mente, allucinogeni e I Ching)” di Terence e Dennis McKenna.
I Ching spiegato da Terence McKenna. “Lo scenario invisibile”, scritto dai fratelli Terence e Dennis McKenna, è un’opera che mi ha profondamente colpito, seppur presentando momenti di non facile lettura. Terence McKenna, noto etnobotanico e filosofo psichedelico, e suo fratello Dennis, anch’egli ricercatore e studioso delle piante, hanno unito le loro conoscenze e esperienze per creare questo libro straordinario. La loro formazione eclettica e il loro approccio non convenzionale alla scienza e alla spiritualità si riflettono in ogni pagina di quest’opera, pubblicata in un’ottima versione italiana dalla casa editrice Spazio Interiore. In questa recensione, vorrei condividere le mie impressioni e riflessioni su questo libro tanto ambizioso quanto stimolante.
Fin dalle prime pagine, sono rimasto affascinato dalla capacità degli autori di intrecciare discipline apparentemente distanti come la neurobiologia, l’antropologia, la fisica quantistica e la filosofia mistica. L’approccio interdisciplinare dei McKenna, seppur impegnativo, mi ha offerto spunti di riflessione davvero originali, costringendomi a riconsiderare i miei schemi mentali. La loro esperienza diretta con le sostanze psichedeliche e la loro profonda conoscenza delle tradizioni sciamaniche conferiscono al testo una prospettiva unica, che va ben oltre la mera speculazione teorica.
Processi inconsci.
Ad esempio, il parallelismo tracciato tra sciamanesimo e schizofrenia nei Capitoli 1 e 2 mi ha lasciato senza fiato. Gli autori, pur riconoscendo le profonde differenze tra i due stati, suggeriscono che entrambi potrebbero derivare da un accesso privilegiato ai processi inconsci. Lo sciamano, a differenza dello schizofrenico, avrebbe sviluppato la capacità di navigare e persino orchestrare queste esperienze, traendone conoscenza e potere.
I Ching spiegato da Terence McKenna. La mia limitata conoscenza della psicologia ha reso la lettura di questi capitoli piuttosto ostica. Ho trovato particolarmente complessa la terminologia specifica utilizzata, come le diverse categorie di schizofrenia descritte. Tuttavia, lo sforzo di comprensione è stato ampiamente ripagato dalla ricchezza di spunti e dalla profondità di analisi.
Un altro concetto che mi ha affascinato, seppur presentando alcune difficoltà, è la teoria olografica della mente discussa nei Capitoli 3 e 4. I McKenna, attingendo a studi di neurofisiologia, ipotizzano che il cervello potrebbe funzionare come un ologramma, in cui ogni parte contiene l’informazione completa dell’intero. Questa teoria, se confermata, rivoluzionerebbe la nostra comprensione della coscienza, della memoria e della percezione. Immaginare che ogni frammento della mia mente possa contenere l’universo intero è un’idea che mi ha profondamente scosso.
Amazzonia.
La descrizione dell’esperimento condotto dagli autori a La Chorrera, in Amazzonia, narrata nei Capitoli 6 e 7, è senza dubbio una delle parti più coinvolgenti del libro. I McKenna mi conducono nel cuore della foresta pluviale, condividendo la loro esperienza con sostanze allucinogene, in particolare con il fungo Stropharia cubensis, ricco di triptamine fosforilate. Le loro osservazioni sui toni cerebrali, descritti come suoni percepiti durante l’esperienza psichedelica, sono tanto affascinanti quanto enigmatiche. Gli autori ipotizzano che questi toni siano il risultato dell’interazione tra le triptamine e il DNA, e che potrebbero rappresentare una sorta di linguaggio del nostro codice genetico.
La natura altamente personale e soggettiva di queste esperienze rende difficile valutare la validità scientifica delle loro conclusioni. Tuttavia, la passione e l’entusiasmo con cui i McKenna descrivono le loro scoperte sono contagiosi, e mi spingono a interrogarmi sui misteri della coscienza e sulla natura della realtà.
Un elemento fondamentale del libro, che contribuisce alla sua complessità, è l’introduzione dell’I Ching. Nei Capitoli 8 e 9, i McKenna propongono un’interpretazione non convenzionale di questo antico testo cinese, vedendo nella sequenza del Re Wen non un semplice sistema di divinazione, ma un modello matematico del tempo stesso. Questa interpretazione, seppur ardita, si inserisce perfettamente nella loro ricerca di schemi e significati negli eventi del mondo.
Il tempo frattale.
I capitoli successivi, dal Capitolo 10 al 14, sviluppano ulteriormente questo modello, esplorando concetti come l’onda semplice, la gerarchia modulare e la quantificazione dei punti all’interno di questa gerarchia. Gli autori ipotizzano che il tempo non sia lineare, ma frattale, e che la sua struttura sia governata da cicli di espansione e di contrazione.
La lettura di questi capitoli è stata la più impegnativa per me. Tuttavia, ho trovato estremamente stimolante il tentativo degli autori di dare una forma matematica alle loro intuizioni sulla natura del tempo.
In definitiva, “Lo scenario invisibile” è un libro che mi ha sfidato a mettere in discussione i miei presupposti sulla realtà, sulla coscienza e sul tempo. È un’opera complessa, a tratti ostica, ma al tempo stesso incredibilmente affascinante e stimolante. Gli autori, con la loro audacia intellettuale e la loro sete di conoscenza, mi invitano a guardare oltre i limiti del pensiero convenzionale, aprendo la mia mente a nuove e inesplorate possibilità. Sono grato per l’eccellente traduzione italiana offerta da Spazio Interiore, che mi ha permesso di immergermi completamente in quest’opera straordinaria.
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