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Fisica Quantistica e Buddismo: niente ha un’ essenza intrinseca

Aprirci alla meraviglia e al mistero di un universo interconnesso.

Fisica Quantistica e Buddismo. La realtà, nella sua essenza più profonda, manca di svabhava – una natura intrinseca, fissa e indipendente.

Fisica Quantistica e Buddismo. Immaginate di osservare un elettrone. Ora, cercate di determinare contemporaneamente la sua posizione e la sua velocità. Impossibile, direbbe Werner Heisenberg. Pensate a un gatto in una scatola, vivo e morto allo stesso tempo. Assurdo, eppure è l’essenza del famoso esperimento mentale di Erwin Schrödinger.

Ora, fate un salto indietro di oltre 2500 anni. Immaginate il Buddha che parla di un mondo in cui nulla esiste in modo indipendente, dove ogni cosa emerge in relazione a tutto il resto. Benvenuti nel regno del pratityasamutpada, o origine interdipendente.

Cosa lega questi concetti apparentemente disparati? La risposta potrebbe sorprendervi: tutti sfidano la nostra percezione ordinaria di una realtà solida, indipendente e intrinsecamente esistente.

Partiamo dal pratityasamutpada. Questo principio fondamentale del buddismo afferma che tutti i fenomeni sorgono in dipendenza reciproca. Nulla esiste in modo isolato; ogni cosa è il risultato di innumerevoli cause e condizioni interconnesse. È come una vasta rete cosmica dove tirare un filo fa vibrare l’intera trama.

Nishprapancha

Ora, consideriamo il concetto di nishprapancha, che letteralmente significa “assenza di elaborazione mentale”. Ci invita a vedere la realtà al di là delle nostre categorie concettuali, delle nostre etichette, delle nostre distinzioni mentali di “questo” e “quello”. È un invito a percepire il mondo in modo diretto, senza il filtro delle nostre proiezioni mentali.

Questi concetti buddisti convergono su un’idea centrale: la realtà, nella sua essenza più profonda, manca di svabhava – una natura intrinseca, fissa e indipendente. Ogni cosa è vuota di esistenza inerente, emergendo invece in un flusso continuo di relazioni interdipendenti.

Ora, facciamo un salto nel 20° secolo e guardiamo il principio di indeterminazione di Heisenberg. Ci dice che non possiamo conoscere con precisione sia la posizione che la velocità di una particella subatomica. Non è una questione di strumenti inadeguati, ma una caratteristica fondamentale della realtà quantistica. L’atto stesso di osservazione influenza ciò che stiamo osservando.

Fisica Quantistica e Buddismo. Non vi ricorda il pratityasamutpada? L’elettrone non ha proprietà “intrinseche” che esistono indipendentemente dalla nostra osservazione. Le sue caratteristiche emergono in relazione al nostro atto di misurazione, in una danza di interdipendenza tra osservatore e osservato.

Schrödinger

E cosa dire del gatto di Schrödinger? Questo famoso esperimento mentale ci presenta un gatto che è simultaneamente vivo e morto fino a quando non apriamo la scatola per osservarlo. È un paradosso che sfida la nostra comprensione ordinaria della realtà, proprio come il nishprapancha ci invita a lasciar andare le nostre elaborazioni mentali abituali.

Il gatto di Schrödinger esiste in uno stato di sovrapposizione che sfugge alle nostre categorie mentali di “vivo” o “morto”. La sua condizione emerge solo in relazione all’osservatore che apre la scatola. Non ha uno stato “intrinseco” indipendente dall’atto di osservazione. Suona familiare? È pratityasamutpada in azione nel regno quantistico.

Perché è un paradosso? Perché ci sembra assurdo pensare a un gatto che sia contemporaneamente vivo e morto. Questo paradosso evidenzia la difficoltà di applicare i concetti della meccanica quantistica, che descrivono il mondo microscopico, al mondo macroscopico che percepiamo.

Fisica Quantistica e Buddismo. Ciò che emerge da questa fusione di antico e moderno è un’immagine di un universo fluido, interconnesso, dove le proprietà e gli stati emergono in relazione, piuttosto che esistere in modo assoluto e indipendente. È un universo che sfida le nostre nozioni di separatezza e indipendenza, invitandoci invece a contemplare una realtà profondamente interconnessa.

Onde

In questa visione, l’elettrone di Heisenberg, il gatto di Schrödinger e noi stessi non siamo entità separate con nature intrinseche, ma nodi in una vasta rete di relazioni interdipendenti. Siamo, per usare una metafora buddista, come onde nell’oceano cosmico – distinte ma non separate, individuali ma non indipendenti.

Questa convergenza tra l’antica saggezza buddista e la fisica quantistica moderna non è solo una curiosità intellettuale. Ha profonde implicazioni per come comprendiamo noi stessi e il nostro posto nell’universo. Ci invita a riconsiderare le nostre nozioni di identità separata, di causalità lineare, di realtà oggettiva indipendente dall’osservatore.

Fisica Quantistica e Buddismo Forse, alla fine, la vera comprensione non sta nel cercare di fissare la realtà in categorie rigide, ma nell’aprirci alla meraviglia e al mistero di un universo interconnesso. Un universo dove, come suggeriscono sia il Buddha che la fisica quantistica, siamo tutti partecipanti attivi in una vasta danza cosmica di interdipendenza.

In questa danza, ogni “cosa” – sia essa un elettrone, un gatto, o noi stessi – non è un’entità fissa e separata, ma un evento, un processo, un nodo in una rete di relazioni in continua evoluzione. È un invito a vedere il mondo non come una collezione di oggetti separati, ma come un flusso dinamico di eventi interconnessi.

Interconnessi

Nishprapancha, pratityasamutpada, il principio di indeterminazione, il gatto di Schrödinger – tutti ci invitano a lasciar andare le nostre nozioni preconcette e ad aprirci a un modo più profondo, più fluido e più interconnesso di comprendere l’universo e il nostro posto in esso.

In questa visione, la realtà non è qualcosa di “là fuori” da afferrare o comprendere, ma qualcosa di cui siamo parte integrante. Non siamo osservatori separati di un universo distante, ma partecipanti attivi in un cosmo interconnesso. E forse, in questa partecipazione consapevole, possiamo trovare una comprensione più profonda non solo dell’universo, ma anche di noi stessi.

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