Mannese, il carradore napoletano: storia di un mestiere speciale. Costruttore di carri, carretti e bigonci, nonché un riparatore e restauratore di tali mezzi di trasporto.
La lingua napoletana è stata testimone di molte figure storiche che, con il loro lavoro e la loro abilità, hanno lasciato un segno indelebile nella cultura e nella storia del popolo. Tra queste, figura con orgoglio “‘O Mannese”, conosciuto anche come “carradore” o “carraio”. Egli è stato un costruttore di carri, carretti e bigonci, nonché un riparatore e restauratore di tali mezzi di trasporto.
Tuttavia, il termine “‘ ‘O Mannese” era conosciuto anche con un altro nome, più popolare e gergale: “o Scassacarrette”. Questo artigiano era dotato di una grande abilità nel lavorare il legno e nel forgiare il ferro, grazie alla sua esperienza pluriennale nel campo della costruzione di veicoli.
Fra le operazioni più importanti che metteva in atto, si ricordano il “Ferrà’ ’o miulle” (cerchiare col ferro il mozzo delle ruote), l'”’Ncastrà’ ’e raje” (incastrare i raggi nel cerchione delle ruote), il “Vattere ‘o maglie ‘ncopp’ ‘a ‘ncunia” (battere col maglio il ferro sull’incudine) e l'”’Ncrassà ‘e rote” (ingrassare gli assi delle ruote per farle girare meglio).
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Oggi, purtroppo, non si incontrano più tali figure nelle nostre città. Questo perché i carri e i carretti non circolano più, sostituiti da mezzi di trasporto più moderni come l’automobile. Il loro mestiere si è trasformato, evolvendosi nel tempo, in quello di meccanici, carrozzieri, elettrauti e radiatoristi.
Tuttavia, il ricordo di “O Mannese” rimane vivo nella cultura e nella storia di Napoli, dove ancora oggi si possono ammirare i loro capolavori. Vincenzo Vituat è stato tra i più noti carradori napoletani del ‘900. Questi mezzi di trasporto rappresentano un pezzo di storia, un patrimonio culturale che va preservato e valorizzato. “‘O Mannese” rappresenta un esempio di come il lavoro e la passione possano trasformarsi in un’arte, in un’opera d’arte che, nel corso del tempo, diventa un pezzo della storia di un popolo. La sua figura è stata celebrata anche nella letteratura napoletana, in cui viene descritto come un uomo dotato di grande abilità e sapienza.
Tale mestiere è una testimonianza di come l’arte e la tecnologia possano unirsi, creando qualcosa di straordinario. La sua abilità nel lavorare il legno e nel forgiare il ferro gli ha permesso di costruire veicoli robusti e resistenti, che ancora oggi rappresentano un’opera d’arte.
Ma “‘O Mannese” non era solo un artigiano, era anche un uomo che conosceva il valore del lavoro e della fatica. Era un uomo che, con il sudore della fronte, era riuscito a costruire unpatrimonio culturale che, ancora oggi, ci fa sentire orgogliosi della nostra storia e della nostra identità. Questo mestiere ci ricorda l’importanza del lavoro manuale, della creatività e dell’abilità nel creare qualcosa di bello e funzionale. Egli era un uomo che non aveva bisogno di diplomi o titoli di studio per dimostrare la propria abilità, ma che aveva imparato tutto sulla base della sua esperienza e della sua passione per il mestiere.
E’ fondamentale comprendere che il valore di un lavoro non sta solo nella sua funzionalità, ma anche nella sua bellezza e nella sua capacità di suscitare emozioni. I carri e i carretti costruiti da lui non erano solo mezzi di trasporto, ma erano anche opere d’arte, vere e proprie sculture su ruote, capaci di raccontare la storia di un popolo e di una terra. E’ la capacità di adattarsi ai cambiamenti, di evolversi nel tempo e di trasformarsi in qualcosa di nuovo.
La fine dell’epoca dei carri e dei carretti non ha segnato la fine del mestiere di “‘O Mannese”, ma ha solo rappresentato una nuova sfida, una nuova opportunità di mettere in pratica le proprie abilità e la propria creatività in nuovi campi, come quello dell’automobile.
Ciò rafforza l’idea che il lavoro può diventare un’opera d’arte, un modo per esprimere se stessi e la propria creatività. Il suo lavoro non era solo una forma di guadagno, ma era anche una forma di espressione artistica, una passione che gli permetteva di creare qualcosa di bello e funzionale al tempo stesso. Il suo lavoro è diventato un’opera d’arte, un simbolo di Napoli e della sua cultura, che ancora oggi ci fa sentire orgogliosi della nostra storia e della nostra identità.
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