Polynesian navigators and canoes. Polinesiani, popolo di eccezionali navigatori. Custodi di straordinarie conoscenze, tutt’oggi oggetto di studio.
Polynesian navigators and canoes. È noto che i polinesiani hanno colonizzato un gran numero di isole del Pacifico prima che esistessero i moderni strumenti di orientamento, come la bussola e il sestante.
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La teoria scientifica generalmente accettata vede questi avventurieri lasciare per la prima volta il sud-est asiatico circa 6.000 anni fa. Questi navigatori-contadini partirono dall’Indonesia, tra i 3.500 e i 4.000 anni a. C, per colonizzare le isole dell’Oceania, l’odierna Polinesia francese, le isole Hawaii, l’Isola di Pasqua e la Nuova Zelanda. Come riuscirono a compiere tali imprese, attraversando tali grandi distanze attraverso l’oceano più grande del pianeta?
Polynesian navigators and canoes. È stato chiaramente grazie alle loro eccezionali conoscenze e abilità di navigazione, capacità tecniche, una familiarità con il loro ambiente, acquisita attraverso l’osservazione e l’esperienza. Il loro principale mezzo di trasporto era la canoa da viaggio a doppio scafo, una imbarcazione che è stata allo stesso tempo pioniera e anche antesignana delle moderne imbarcazioni.
Furono dunque i Polinesiani ad inventare i multiscafi, barche a due o tre scafi. Al contrario, i primi occidentali arrivarono nelle Isole del Pacifico alla fine del 18° secolo su navi a singolo scafo; il più celebre tra loro era il famoso navigatore inglese James Cook. Scoprirono con immenso stupore le magnifiche canoe polinesiane a doppio scafo, le descrissero nei minimi dettagli, affascinati dalla qualità della lavorazione e dalla capacità di navigazione oceanica. Il multiscafo si distingue infatti per la sua rapidità, per via del suo basso pescaggio.
Per Cook, indiscutibilmente uno dei più grandi navigatori di tutti i tempi, le dimensioni erano un’altra fonte di stupore, così come le tecniche di navigazione utilizzate dagli isolani a bordo delle loro insolite imbarcazioni. Nessuna mappa, nessuna bussola, nessun sestante per i polinesiani, che invece erano in grande di “leggere” gli elementi naturali per trovare la giusta rotta.
Tupaia, il famoso navigatore polinesiano che si imbarcò con il capitano Cook, aveva fama di poter sempre puntare verso l’Isola Sacra, Raiatea, sua città natale, ovunque si trovasse nel Pacifico meridionale. Pertanto, è chiaro che i polinesiani non solo erano in grado di orientarsi in spazi immensi, sapendo esattamente dove erano diretti, ma all’occorrenza potevano anche tornare da dove venivano. Straordinari navigatori, tutt’oggi fortemente attenzionati da numerosi studi.
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