Italian culture in the world. Michelangelo e D’Annunzio: geni e perfezione

“Mettere in discussione se stessi è il modo migliore per capire gli altri.”

Italian culture in the world. Michelangelo e D’Annunzio: due grandi artisti alla ricerca della perfezione. Grandi uomini, straordinari simboli del genio italiano.

Italian culture in the world.  Quando il maestro Ghirlandaio scoprì la sua grande inclinazione al disegno, Michelangelo Buonarroti aveva solo 13 anni. Figlio dell’ Umanesimo antropocentrico, l’artista si fa notare immediatamente per personalità e cultura.  E’ alla corte di Lorenzo il Magnifico che Michelangelo realizza le sue primissime sculture, tra cui la nota Battaglia dei Centauri. Scultore, pittore, architetto, perfino poeta: un genio a tutto tondo. Michelangelo era un artista letteralmente ossessionato dalla perfezione e dal tentativo di liberare dalla pietra le figure imprigionate in essa.

“Mettere in discussione se stessi è il modo migliore per capire gli altri.”

(Michelangelo)

Michelangelo – “La creazione d’Adamo”.

 

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Talmente bravo da riuscire a catturare lo sforzo fisico dei suoi nerboruti personaggi meglio di qualunque altro artista. Ispirato dal concetto strettamente platonico di separazione tra idee e materia, l’artista prediligeva l’arte scultorea proprio perchè essa celebrava la vittoria sulla sostanza. La pittura, al contrario, è qualcosa di subordinato materia, per via della mutevolezza del colore e della luce.

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Michelangelo – “David”.

Italian culture in the world.. Michelangelo è fortemente rivoluzionario rispetto ai suoi contemporanei: egli vuole trasmettere movimento e dinamismo in ogni sua opera. Stesso principio viene applicato alla pittura, la quale, secondo il grande, era “tanto più buona quanto più simile alla scultura”. Michelangelo dipingeva pensando da scultore: ecco allora che le figure sembrano tridimensionali, si staccano dallo sfondo assumendo volume, tant’è che si parla di “pittura plastica”. Dai soggetti delle sue opere, emerge la vibrante spiritualità di un artista, in lotta con sè stesso alla ricerca della perfezione, teso a svelare il mistero di Dio, “colpevole” di avergli dato un’anima divina imprigionata in un corpo particolarmente fragile. “Signore, fa che io possa sempre desiderare più di quanto riesca a realizzare” ripeteva Michelangelo. Segno di un cuore d’artista colmo di desideri sconfinati.

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Michelangelo – “La pietà”.

Gabriele D’Annunzio, scandalo e meraviglia.

Sin dalla pubblicazione delle sue primissime opere, Gabriele D’Annunzio è sempre stato capace di stupore,  scandalo e grande meraviglia. Gabriele Rapagnetta, in arte D’Annunzio, è un uomo che nella sua esistenza compie una scelta vitalistica o superomistica, finanche quella divistica. Egli ricerca la perfezione della parola e dello stile. Tutte forme di espressione di un grande bisogno: la difesa della bellezza nella sua divina purezza, messa in pericolo dalla moderna società di massa, corrotta ed omologata.

Gabriele D’Annunzio.

“La passione in tutto. Desidero le più lievi cose perdutamente, come le più grandi. Non ho mai tregua.”

(D’Annunzio)

Italian culture in the world. Una prima nitida dimostrazione di questa tesi viene fornita da D’Annunzio nel suo celebre romanzo, Il piacere, pubblicato nel 1889 ed immediatamente  considerato uno dei manifesti più evidenti dell’Estetismo europeo. Protagonista del romanzo è Andrea Sperelli, un dandy impegnato nella ricerca della bellezza della forma, applicata ad ogni campo sua vita.

Gabriele D’Annunzio – “Il piacere”.

Per Sperelli forma più alta e divina della bellezza è quella della parola, tanto che per il protagonista del romanzo (come per l’autore) “Un pensiero esattamente espresso in un verso perfetto è un pensiero che già esisteva preformato nella oscura profondità della lingua. Estratto dal poeta, séguita ad esistere nella conscienza degli uomini. […] Quando il poeta è prossimo alla scoperta d’uno di tali versi eterni, è avvertito da un divino torrente di gioia che gli invade d’improvviso tutto l’essere.”  La bellezza secondo Gabriele D’Annunzio, così come per Michelangelo Buonarroti, non risiede solo nell’atto del suo agognato conseguimento, ma è nella pratica stessa della sua spasmodica ricerca.

D’Annunzio, “Il poeta vate”.

La ricerca della perfezione formale in opere dai tratti più intimi come i componimenti più belli di Alcyone o le pagine più ispirate di Notturno mostrano come, pur nelle alterne ispirazioni e fortune, la ricerca della bellezza formale resti sempre il tratto costante del grande progetto artistico e di vita, dannunziano. D’Annunzio, anche quando si ritirerà dalle vicende politiche e pubbliche, si rinchiuderà nella sua meravigliosa villa presso Gardone Riviera, monumento al suo implacabile estro e al suo raffinato gusto.

Doveroso celebrare questi due straordinari artisti italiani, con due citazioni che ne evidenziano il grande genio e l’enorme sensibilità:

“Il più grande pericolo per molti di noi non sta nel fatto che i nostri obiettivi siano troppo elevati e quindi non riusciamo a raggiungerli, ma nel fatto che siano troppo bassi e che li si raggiunga.”

(Michelangelo)

“Gli uomini d’intelletto, educato al culto della Bellezza, conservano sempre, anche nelle peggiori depravazioni, una specie di ordine.”

(D’Annunzio)

 

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