Gaspar Roomer, illustre banchiere fiammingo mecenate e collezionista d’arte, legato a Napoli. Nato ad Anversa, in Belgio, negli anni a cavallo tra il cinquecento ed il seicento, infatti soggiornò per ben quarant’anni nel capoluogo partenopeo, dove si spense nel 1674.
Gaspar Roomer, illustre banchiere fiammingo mecenate e collezionista d’arte, di natali olandesi, ma di adozione napoletana, avendo vissuto nella città partenopea dal 1630, per oltre quarant’anni, divenne presto ricco e famoso grazie alle sue attività commerciali ed al suo incarico di finanziere del re di Spagna Filippo IV. Allorché si trasferì a Napoli, risiedette in una splendida Villa nota prima come ‘Villa Bisignano’ e successivamente come ‘Villa Roomer, situata nell’omonimo quartiere Barra, nel capoluogo campano. Per la cronaca le balaustre della villa sono decorate con ritratti di guerrieri e gobbi, basati su stampe dell’Europa del nord.
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Inoltre gli ornamenti venivano dalla Cina, così come i mobili. Gaspar Roomer fu, dunque, molto attratto dall’arte per cui era solito dedicarsi al commercio di dipinti tra il Sud e il Nord Italia grazie anche alla collaborazione di agenti come gli artisti fiamminghi e commercianti Cornelis de Wael ed Abraham Brueghel, che erano residenti nelle città di Genova e Roma. Pertanto l’illustre mecenate fiammingo entrò a far parte di un gruppo di collezionisti privati di Napoli, un gruppo che contribuì alla nascita di un gusto più moderno ed esteriore nella pittura napoletana. Gaspar Roomer collezionò vari generi di pittura tra cui dipinti di caravaggisti, paesaggi e tele di ogni genere, anche opere non religiose.
Fu anche un grande collezionista di disegni di cui era molto geloso. Essendo un mecenate, si rivolgeva per la sua collezione ad artisti rinomati come Jusepe de Ribera (dipinto “Sileno ebbro”), e Peter Paul Rubens a cui commissionò “La Festa di Erode”. Tale dipinto, ha probabilmente contribuito all’introduzione, a Napoli di uno stile neo-veneto. Roomer ingaggiò anche il pittore napoletano Aniello Falcone affinchè gli dipingesse affreschi per la sua villa. In realtà il ciclo sulla storia di Mosè nella Villa Roomer è l’unico ciclo di affreschi completo sopravvissuto di questo artista. Alla sua morte, avvenuta, come detto, nel 1674, la sua collezione d’arte che comprendeva più di 1.500 dipinti, fu dispersa in tutto il vecchio continente.
Divenne molto ricco grazie alle imprese di spedizione, soprattutto verso le province fiamminghe e olandesi, e alle attività bancarie. Possedeva il Palazzo dei Principi di Sannicandro alla Stella, a Napoli. Morì nel 1674, possedendo una collezione di oltre 1.500 dipinti. Fu attivo nella vendita di dipinti dal Sud Italia al Nord, e viceversa, quindi fu un tramite per la diffusione di vari stili pittorici. Il suo gusto era sia contemporaneo, sia ampio nello stile e attraverso le nazionalità. Collezionava quadri caravaggeschi, paesaggi e dipinti di genere. I pittori nelle sue collezioni includevano (in ordine alfabetico):
Leonard Bramer, Giacinto Brandi, Giacomo Borgognone, Jan van Boeckhorst, Gerard van der Bos, Jan Brueghel il Vecchio, Paul Brill, Caracciolo, Castiglione, Viviano Codazzi, Jacques Duyvelant, Aniello Falcone, Giordano, Guercino, David de Haen, Pieter van Laer, Jan Miel, Cornelius van Poelenburgh, Cornelis Schut, Goffredo Wals, Bartolommeo Passante, Mattia Preti, Ribera, Rubens, Sacchi, Saraceni, Massimo Stanzione, Van Dyck, Simon Vouet e Pieter de Witte.
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