Kodachrome, una pellicola fotografica leggendaria. Molti hanno visto il mondo attraverso i suoi colori.
Kodachrome è un nome che è stato utilizzato per diverse pellicole, prodotte dalla Kodak nel corso degli anni. Il primo prodotto Kodachrome era un negativo a colori a due lastre di vetro introdotto nel 1915. Erano i primi timidi approcci della tecnologia di chimica fotografica dell’epoca.
Nel 1935 Kodak mise in commercio il nuovo Kodachrome, che era invece una pellicola invertibile a colori (diapositiva) con una sensibilità molto bassa ISO 10. Questo Kodachrome fu la prima pellicola che diede la possibilità di produrre colori ragionevolmente precisi e fu la prima pellicola ad ottenere un grande successo commerciale. Kodachrome divenne la pellicola standard per la fotografia a colori per oltre venti anni, ed era anche la scelta preferita di numerosi fotografi dilettanti e professionisti per il loro lavori a colori.
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Quando la pellicola Kodachrome fu rilasciata sul mercato divenne, quindi, la prima pellicola a colori ad avere successo nel mercato di massa, ma soprattutto essa contribuì a creare la convinzione che anche la fotografia a colori poteva essere una valida opzione per amatori e professionisti. Prima di Kodachrome, infatti, realizzare fotografie a colori era una scienza arcana padroneggiata solo da pochi e si preferiva quindi la stampa in bianco e nero. Il processo di sviluppo del film a colori era difficile, lento e molto costoso. Kodachrome portò semplicità e bellezza alla fotografia a colori, il rullino utilizzato, veniva consegnato presso i laboratori specializzati di Kodak ed in meno di una settimana le diapositive ottenute erano disponibili nei loro splendidi e realistici colori.
Kodak apportò in seguito miglioramenti significativi a Kodachrome e nel 1961 pubblicò Kodachrome II. Questo film vantava colori più precisi, immagini più nitide, e soprattutto una grana più fine e un ISO 25 più veloce. Mentre era ancora simile al precedente Kodachrome, era sicuramente meglio riuscito in quasi tutti gli utilizzi fotografici. Un anno dopo fu introdotto introdotto il Kodachrome-X, che aveva un ISO di 64.
Un’altra generazione di pellicole Kodachrome, uscì nel 1974, che vede Kodachrome II, sostituito da Kodachrome 25 e Kodachrome-X a sua volta sostituito da Kodachrome 64. Le differenze tra questa versione e la precedente non erano enormi e la qualità dell’immagine era quasi identica. Il più grande cambiamento è stato dal processo di sviluppo K-12 a K-14 (che era un pò meno complesso). Questa generazione di Kodachrome è stata ed é nell’immaginario della maggior parte delle persone che ammirano le foto di grandi reportage, sulle pagine di riviste come National Geographic, Life e delle grandi riviste mondiali.
I suoi giorni sono purtroppo terminati il 2009 quando la Kodak decise di cessarne definitivamente la produzione. Gli alti costi di produzione del supporto e quelli di sviluppo, non erano più competitivi rispetto all’irruento e vincente avanzare della fotografia digitale. L’iconico rullino e la sua lattina smaltata, sono oramai diventati un ricordo, oggetti di culto per appassionati, ricercatissimi da esporre magari in qualche museo .Dopo 75 anni di creazioni di milioni di immagini, Kodachrome é dunque finito come pellicola analogica, ma rivive attraverso le numerose simulazioni che si ritrovano nelle ultime fotocamere digitali soprattutto quelle Fujifilm. Esse attraverso accurate regolazioni, delle vere e proprie ricette (recipes), riproducono quasi fedelmente le famose e luminose sfumature di colore che solo questa mitica pellicola ci ha saputo offrire.
“Kodachrome… Ti fa credere che tutto il mondo sia una giornata di sole” Paul Simon
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