Was Shakespeare italian? lo Shakespeare italiano in un ottimo romanzo. “L’isola di Shakespeare” di Manlio Bellomo, ci porta a Salina, nell’esotica Sicilia degli inizi del XVII secolo.
Was Shakespeare italian? Idee Meravigliose: Scoprire, Assistere, Partecipare. Questo il nome del progetto web della start-up italiana della comunicazione Curtis & Moore Italia e del web magazine Crono.news. Idee Meravigliose è basato sulla produzione periodica di un event web. Una serie votata alla divulgazione, sviluppata esclusivamente, attraverso la rete internet, di argomenti riguardanti: Spiritualità, Musica, Scienza, Tecnologia, Cinema, Arte, Salute, Natura, Crescita personale, Umanità, Società, Identità, Comunità.
Abbiamo avuto modo discutere del tema “Shakespeare era italiano?” con Emilio Barbera, editore di Euno Edizioni. L’affascinante “L’isola di Shakespeare” di Manlio Bellomo, da lui edito, ci ha fatto da apripista per approfondire meglio questo interessante argomento. Il romanzo è il terzo volume di una bellissima serie, (interamente curata da Manlio Bellomo), che vede protagonista nella Sicilia degli inizi del XVII secolo, Don Filippo La Ferla, un prete con spiccate doti investigative. Ne “L’isola di Shakespeare”, sulla meravigliosa isola di Salina, Don Filippo La Ferla, avrà la possibilità di fare un incontro speciale. Lasciamo alla curiosità dei lettori, il debito approfondimento.
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Shakespeare era italiano?
Nel corso dei secoli gli studiosi sono rimasti sconcertati dalla profonda conoscenza dell’italiano da parte di Shakespeare. Shakespeare aveva una familiarità impressionante con le storie di autori italiani come Giovanni Boccaccio, Matteo Bandello e Masuccio Salernitano. Nel tentativo di risolvere il mistero dell’attitudine italiana di Shakespeare, un ex insegnante di letteratura propose una interessante ipotesi su un mondo desideroso di sentire qualcosa di nuovo sul Bardo. Nel suo libro” Shakespeare era italiano” (2002), Martino Iuvara sostiene che Shakespeare non era affatto inglese, ma italiano. La sua conclusione è tratta da una ricerca condotta dal 1925 al 1950 da due professori dell’Università di Palermo. Iuvara sostiene che Shakespeare non nacque a Stratford nell’aprile del 1564, come si crede comunemente, ma nacque a Messina come Michelangelo Florio Crollalanza. I suoi genitori non erano John Shakespeare e Mary Arden, ma Giovanni Florio, un medico, e Guglielma Crollalanza, una nobildonna siciliana.
Fuga dall’Italia.
La famiglia presumibilmente fuggì dall’Italia durante la Santa Inquisizione e si trasferì a Londra. Fu a Londra che Michelangelo Florio Crollalanza decise di cambiare il suo nome nel suo equivalente inglese. Crollalanza apparentemente si traduce letteralmente come “Shakespeare”. Iuvara continua a sostenere che Shakespeare studiò all’estero e fu educato da monaci francescani che gli insegnarono il latino, il greco e la storia. Si argomenta altresì che mentre Shakespeare (o il giovane Crollalanza) viaggiava attraverso l’Europa si innamorò di una ragazza di 16 anni di nome Giulietta. Ma purtroppo i membri della famiglia si opposero all’unione, e Giulietta si suicidò. La prova di Iuvara include una commedia scritta da Michelangelo Florio Crollalanza in dialetto siciliano. Il nome dell’opera è “Tanto traffico per Niente”, che può essere tradotto in “Molto traffico per niente” o M”olto rumore per niente. “Egli cita anche un libro di detti accreditato a Michelangelo Florio Crollalanza. Alcuni dei detti corrispondono ai versi dell’Amleto. Il padre di Michelangelo, Giovanni Florio, possedeva una casa chiamata “Casa Otello”, costruita da un veneziano in pensione conosciuto come Otello che, in un impeto di gelosia, uccise sua moglie. Certo, le suddette somiglianze tra Michelangelo Florio Crollalanza e Shakespeare appaiono intriganti e tutte da verificare.
Essere o non essere italiani?
Was Shakespeare italian? Coloro che sono contrari alla teoria a supporto dell’italianità di Shakespeare, sostengono che egli non abbia mai messo piede sul continente europeo, sia come privato che come professionista. Certo che è specialmente alle città del Nord Italia, come Venezia, Padova, Verona, Mantova e Milano, Shakespeare fa frequente e familiare riferimento, fornendo molti ritratti realistici della vita e dei sentimenti italiani. Ma le sue scene italiane mancano del dettaglio intimo che attesterebbe un’esperienza di prima mano del paese. La presenza di chiatte sui corsi d’acqua dell’Italia settentrionale era abbastanza comune da giustificare in parte il viaggio di Valentino in “nave” da Verona a Milano. Ma l’imbarco di Prospero ne ‘La Tempesta’ su una nave oceanica alle porte di Milano rende difficile supporre che il drammaturgo abbia raccolto la sua conoscenza dell’italiano dall’osservazione personale. Senza dubbio Shakespeare doveva tutto ai resoconti verbali di amici in viaggio o ai libri, il cui contenuto veniva interiorizzato in maniera incredibilmente profonda. Che Shakespeare fosse italiano o meno, poco cambia. Il mondo continuerà a godere delle straordinarie opere di uno dei massimi artisti mondiali di tutti i tempi. Siamo però certi che la scrittura raffinata e l’esotismo che caratterizzano “L’isola di Shakespeare” di Manlio Bellomo, edito Euno Edizioni, susciterà non poche rêverie da parte dei lettori, sullo “Shakespeare italico”.
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