Creative Stage V2 review: recensione a ritmo di Lo-Fi Music. Ho ascoltato la mia musica Lo-Fi preferita con Creative Stage V2 ed è stato fantastico.
Creative Stage V2 review: Quando si parla di audio per PC, Creative Stage V2 review è sicuramente uno dei primi nomi a cui si pensa. Producono di tutto, dalle schede audio alle cuffie, da prima che molti dei nostri lettori fossero nati. Hanno continuato a mantenere una solida reputazione per decenni. Personalmente ho utilizzano un set di Creative T20 sul mio desktop negli ultimi tre anni.
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Ottima costruzione.
Creative Stage V2 misura solo 68 cm di larghezza; dimensioni notevolmente ridotte rispetto maggior parte delle soundbar. Potrebbe non sembrare fuori posto anche sotto un monitor da 24 pollici, per non parlare di un televisore più grande. La soundbar ha un corpo completamente nero con una griglia di metallo sul davanti con il logo dell’azienda sulla sinistra. La costruzione è robusta ed i materiali sono buoni. Si ottiene anche un subwoofer cablato con un driver da 5,25 pollici, abbastanza sottile, e misura meno di 12 cm di larghezza. I cavi sono di lunghezza ottima, e la soundbar può essere montata a muro con un paio di viti.
Connettività.
Creative Stage V2 review: Passando alla qualità del suono, tutto è preciso e e di qualità come ci si aspetterebbe da Creative. L’impronta sonora è notevole sui bassi, ma per fortuna ci sono le regolazioni dei bassi e degli alti che fanno una notevole differenza nell’uscita sonora. Ci sono anche i comandi “Surround” e “Dialog” per migliorare rispettivamente ampiezza del suono o nitidezza della voce, grazie alla fantastica tecnologia Sound Blaster di Creative. Fornite con tutte le opzioni di connettività possibile, si può pensare collegare Creative Stage V2 con le tecnologie TV ARC, cavo ottico, AUX, Bluetooth e anche USB audi. L’impianto viene fornito con un telecomando che non solo permette di controllare le caratteristiche di riproduzione comodamente, ma anche regolare l’impostazione di alti e bassi, selezionare le modalità audio o cambiare l’opzione di ingresso con facilità.
Creative Stage V2 e Lo-Fi Music.
Ho ascoltato la mie playlist preferite di Lo-Fi Music con Creative Stage V2 e me le son godute al massimo. Di seguito le mie recensioni audio in lingua italiana ed in lingua inglese:
I flussi musicali Lo-Fi stanno attirando milioni di ascoltatori su YouTube, Spotify, Deezer e tante altre piattaforme web. Se volete, potete sintonizzarvi e lasciare che siano i ritmi sottili, complessi e rilassanti a stabilire il ritmo di qualsiasi cosa stiate facendo. “Lo-fi” significa “bassa fedeltà”, un termine per la musica in cui si possono sentire le imperfezioni che in genere sono considerate errori nel processo di registrazione. Su canali YouTube come la musica ChillHop o DreamyCow, tuttavia, questi “errori” diventano una parte intenzionale dell’esperienza di ascolto. Gli ascoltatori di tutto il mondo lasciano che il livestream suoni per ore e ore, e i canali hanno avuto un boom di popolarità durante la pandemia. Alcune settimane fa abbiamo intervistato in lingua italiana e inglese l’amatissimo producer Lo-Fi, Sebastian Kamae, talentuoso produttore olandese che con percussioni, strumenti dal vivo, melodie jazz e suoni lo-fi, incanta da qualche anno il popolo del web.
Lo-Fi Music – The soundtrack of my life.
Sebastian Kamae ha recentemente collaborato con me, per la realizzazione di una playlist esclusiva su Spotify (cliccate quì per ascoltarla), dedicata all’e-book Lo-Fi Music – The Soundtrack of my life, acquistabile sull’Amazon Kindle Store. Un libro edito Curtis&Moore Italia, che si propone come piccolo grande viaggio di approfondimento all’interno del fenomeno musicale Lo-Fi; del perchè sia così amata da milioni di internauti, e venga sempre più utilizzata in produzioni video e cinematografiche, come i cartoon Anime. L’ebook, attualmente, è disponibile soltanto in lingua inglese. Tra le tante sensazioni generate dalla musica Lo-Fi, ci preme annoverare il concetto di Koi. “Koi” è amore amore o sentimento di nostalgia per una persona specifica. Può essere descritto come “amore romantico” o “amore passionale. Durante l’epoca dei Manyoshu (la più antica collezione di poesie in giapponese, di genere waka) la parola “amore” (Koi) era descritta come “tristezza solitaria”. Una forma di rêverie: nostalgica, piacevole, platonica, serena.
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