Vinilici. Il disco fonografico è stato il mezzo principale utilizzato per la riproduzione musicale per tutto il XX secolo.
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Vinilici. I dischi in vinile mantennero la quota di mercato maggiore anche quando nuovi formati come la cassetta compatta furono commercializzati in massa. Negli anni ’80, i media digitali, sotto forma di compact disc, avevano acquisito una quota di mercato maggiore e il disco in vinile ha lasciato il mainstream nel 1991. Dagli anni ’90, i dischi in vinile continuano a essere prodotti e venduti su scala minore, e sono particolarmente utilizzati dai disc jockey (DJ) e pubblicati da artisti principalmente in generi di musica dance, e ascoltati da un mercato di nicchia in crescita di audiofili. Il disco fonografico ha avuto una rinascita di nicchia all’inizio del 21 ° secolo: per esempio negli Stati Uniti sono stati venduti 9,2 milioni di dischi in vinile.
Il disco fonografo, noto anche come disco grammofono è un supporto di memorizzazione del suono analogico sotto forma di un disco piatto con un solco a spirale inscritto e modulato. La scanalatura di solito inizia vicino alla periferia e termina vicino al centro del disco. All’inizio, i dischi erano comunemente fatti di gommalacca; a partire dagli anni ’40 divenne comune il cloruro di polivinile. Da allora, gradualmente, i dischi fatti di qualsiasi materiale iniziarono a essere chiamati dischi in vinile, o semplicemente vinile.
I dischi fonografici sono generalmente descritti dal loro diametro in pollici (12 pollici, 10 pollici, 7 pollici), dalla velocità di rotazione in giri al minuto (rpm) a cui vengono riprodotti (8 1⁄3, 16 2⁄3, 33 1⁄3, 45, 78), [6] e la loro capacità di tempo, determinata dal loro diametro e velocità (LP [riproduzione lunga], disco da 12 pollici, 33 1⁄3 rpm; SP [singolo], 10 pollici disco, 78 giri / min o disco da 7 pollici, 45 giri / min; EP [riproduzione estesa], disco da 12 pollici o disco da 7 pollici, 33 1⁄3 o 45 giri / min); la loro qualità riproduttiva, o livello di fedeltà (alta fedeltà, ortofonica, gamma completa, ecc.); e il numero di canali audio (mono, stereo, quad, ecc.).
I dischi in vinile, molto delicati, possono graffiarsi o deformarsi se conservati in modo errato, ma se non sono esposti a calore elevato, maneggiati con noncuranza o rotti, un disco in vinile può durare per secoli.
La grande copertina (e le maniche interne) poi, sono apprezzate da collezionisti e artisti per lo spazio dato all’espressione visiva, soprattutto quando si parla di LP in vinile. Questo grazie alla visione di Alex Steinweiss, graphic designer statunitense, che è stato l’inventore delle moderne copertine dei dischi. Inaugurando una nuova era: quella delle cover artistiche…in cui molti e famosi artisti nel mondo si sono dedicati a personalizzare attraverso le loro opere le cover dei prodotti discografici, arricchendo ancora di più il significato artistico a tutto tondo di questo glorioso supporto.
Il fonautografo, brevettato da Léon Scott nel 1857, utilizzava un diaframma vibrante e uno stilo per registrare graficamente le onde sonore come tracciati su fogli di carta, puramente per l’analisi visiva e senza alcun intento di riprodurle. Negli anni 2000, questi tracciati sono stati scansionati per la prima volta da ingegneri del suono e convertiti digitalmente in suono udibile. I fonautogrammi del canto e del discorso fatti da Scott nel 1860 sono stati riprodotti come suono per la prima volta nel 2008. Insieme al tono di un diapason e frammenti incomprensibili registrati già nel 1857, queste sono le prime registrazioni di suoni conosciute.
Nel 1877, Thomas Edison ha inventato il fonografo. A differenza del fonautografo, poteva sia registrare che riprodurre il suono. Nonostante la somiglianza del nome, non ci sono prove documentali che il fonografo di Edison fosse basato sul fonautografo di Scott. Edison provò per la prima volta a registrare il suono su un nastro di carta impregnato di cera, con l’idea di creare un “ripetitore telefonico” analogo al ripetitore telegrafico su cui aveva lavorato. Sebbene i risultati visibili lo rendessero sicuro che il suono potesse essere registrato e riprodotto fisicamente, le sue note non indicano che abbia effettivamente riprodotto il suono prima del suo primo esperimento in cui usava la carta stagnola come supporto di registrazione diversi mesi dopo. La carta stagnola era avvolta attorno a un cilindro di metallo scanalato e uno stilo vibrato dal suono incideva la carta stagnola mentre il cilindro veniva ruotato. La registrazione, quindi, poteva essere riprodotta immediatamente.
Nel 1901 furono introdotti dischi da 10 pollici, seguiti nel 1903 da dischi da 12 pollici. Questi potevano essere riprodotti rispettivamente per più di tre e quattro minuti, mentre i cilindri contemporanei potevano giocare solo per circa due minuti. I dischi analogici hanno dominato il mercato dell’home entertainment fino a quando non sono stati superati dai compact disc digitali negli anni ’80, che sono stati a loro volta soppiantati dalle registrazioni audio digitali distribuite tramite negozi di musica online e condivisione di file su Internet.
Oggi, nell’era del consumo quasi immateriale della musica, vedi le numerose piattaforme di streaming audio presenti nella rete, dove il Cd regala ancora qualche soddisfazione agli appassionati del perfetto suono digitale, ma sta per scomparire dal mercato. Il vinile continua a voler occupare una solida posizione di mercato.
Vinilici – la locandina
Alla storia, alla gloria ed alla rinascita di questo mitico supporto ed a questa passione è dedicato questo articolo ed anche una interessante produzione cinematografica che proprio in questi giorni è in uscita nei circuito delle sale e sulle piattaforme online.
Il primo docufilm italiano dedicato all’argomento si chiama, Vinilici – perché il vinile ama la musica. Un piacevole ed interessante documentario di reportage realizzato in Campania attraverso un’operazione di crowdfunding dalla Napoli Film Commission.
Il progetto cinematografico Vinilici, nasce da un’idea di Nicola Iuppariello, scritto con Vincenzo Russo e viene abilmente diretto dal regista Fulvio Iannucci.
Questo interessante prodotto visuale che definiamo un elemento fondamentale e prezioso, soprattutto, per gli appassionati e non solo, sarà disponile a breve, in esclusiva sulla piattaforma Amazon Prime Video a partire dai primi giorni di dicembre 2020.
Vinilici vuole indagare il fenomeno della vera e propria “rinascita”, ed il ritrovato interesse, per tutto ciò che riguarda la musica su vinile in Italia.
I dischi in vinile, infatti, oramai non sono più acquistati assolutamente solo dai collezionisti ma anche da una nuova e più ampia schiera di appassionati di diverse età e cultura. Alcuni dati statistici ci riferiscono che attualmente il vinile corrisponde al 6% del mercato totale. La crescita totale dal 2012 ad oggi è pari al +330% (fonte: FIMI).
La cosa di rilievo e che il film nasce proprio da Napoli, città riconosciuta quale originaria capitale della musica del disco nel primo 900, e delle prime case discografiche e di produzione in Italia vedi la gloriosa etichetta Phonotype Record. Fondata nel 1901 in Napoli, da Raffaele Esposito inizialmente sotto il nome Società Fonografica Napoletana nel 1911 poi si denominerà Phonotype record.
Vinilici, come dichiarano gli autori; “Non si tratta di un progetto tecnico ma di un vero e proprio atto d’amore vissuto attraverso alcuni personaggi colpiti, anche per motivi professionali, da questa dipendenza, tra i quali Renzo Arbore, Carlo Verdone, Mogol, Ron, Red Ronnie, Claudio Trotta“. Bellissime anche le musiche della colonna sonora, che vedono la partecipazione di numerosi artisti. Bruno Bavota, Blindur, Tony Esposito, Valerio Jovine, Ciccio Merolla, Osanna, Lino Pariota, Dario Piana & Daniele Baldelli, Lino Vairetti, Virus Etno-Funk e Rino Zurzolo.
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