Napoli ed i vampiri: in città il corpo di Dracula, nella chiesa di Santa Maria La Nova.
Napoli ed i vampiri: leggenda o realtà? Prima di Edward Cullen nel film Twilight e dei fratelli Salvatore nella fortunata serie The Vampire Diaries, c’è il leggendario e temuto Conte Dracula. Il vampiro per eccellenza, nato dalla penna di Bram Stoker, che durante il giorno dorme in una bara e la notte, con sembianze di pipistrello, succhia il sangue di persone innocenti. Lo scrittore per il suo celebre personaggio s’ispira a Vlad III di Valacchia, eroe della Romania, noto come Vlad Țepes, definito “L’impalatore” per via dell’abituale ed agghiacciante tortura che era solito infliggere ai nemici.
Un gruppo di studiosi dell’Università di Tallinn in Estonia sostiene che il corpo del sanguinario signore della notte, riposa nel complesso francescano di Santa Maria La Nova, in pieno centro storico, nei pressi di piazza Bovio, nella bellissima e misteriosa città partenopea. È collocato, esattamente, sotto i portici del chiostro piccolo, nel sepolcro realizzato nel 1499 dallo scultore Jacopo della Pila per ospitare le spoglie mortali di Matteo Ferrillo.
Nel 1476 il conte Vlad Tepes Dracula, appartenente all’ordine del Dragone, lo stesso del re di Napoli Ferrante d’Aragona, è dato per morto durante una battaglia contro i Turchi. Maria Balsa, una delle figlie, all’età di sette anni è adottata da una donna napoletana e condotta nel regno di Napoli. Qui in seguito sposa un nobile napoletano, Matteo appartenente alla famiglia Ferrillo. Secondo una prima versione, è lei a condurre le spoglie mortali dell’illustre genitore nella città del Golfo e poi a disporne l’inumazione nel sepolcro del marito. Secondo un’altra versione, Dracula non muore in battaglia, ma cade prigioniero dei Turchi, la figlia Maria paga il riscatto e lo fa giungere in Italia. Dracula, alla sua morte viene tumulato nella tomba di famiglia.
Tale convinzione nasce dai bassorilievi che troviamo scolpiti sulla lapide: un drago, simbolo dell’ordine a cui appartiene il conte Vlad, e due sfingi contrapposte che richiamano il nome della città di Tebe che gli antichi egiziani chiamavano “Tepes”, cioè il suo soprannome. Infine alle spalle della tomba della famiglia Ferrillo c’è un’enigmatica incisione, scritta in un linguaggio sconosciuto. L’unico elemento certo è la parola “Vlad” che ricorre più volte. Vlad, appunto, come il nome del conte Dracula. Ancora una volta Napoli è custode di un’incredibile storia, degna di un romanzo