Pietro Fabris, pittore napoletano del Settecento che dipinse l’eruzione del Vesuvio del 1767
Cristina Gragnaniello
Pietro Fabris, pittore napoletano del Settecento che dipinse l’eruzione del Vesuvio del 1767. La raffigurazione presenta un flusso di lava nell’atto di travolgere una fattoria, fortunatamente, il flusso sarà poi assorbito dal Monte Somma, limitando i danni. Lo stile dell’artista partenopeo è spesso rappresentato da immensi spazi aperti, nei quali è solito evidenziare la grandiosità della natura o dell’attività umana; fonti di ispirazione privilegiati sono il vulcano simbolo di Napoli o gli splendidi panorami di questa città, ritratti talvolta in momenti assai drammatici.
Pietro Fabris fu un pittore dai natali partenopei, vissuto nel diciottesimo secolo. E’ passato alla storia per aver dipinto l’eruzione del Vesuvio del 1767. La raffigurazione mostra in modo quasi reale un flusso di lava mentre sta per travolgere una fattoria sottostante, ma per fortuna il Monte Somma riescirà a fare da cuscinetto limitando i danni. Lo stile di quest’artista settecentesco è sovente costituito da immensi spazi aperti, dove è solito evidenziare la grandiosità della natura o dell’attività umana; le fonti di ispirazioni privilegiate dal Fabris sono il vulcano, simbolo di Napoli, oppure gli splendidi panorami di questa città, raffigurati, tuttavia, nel corso di eventi drammatici.
Di Pietro Fabris non sappiamo molto, riguardo la sua biografia; probabilmente avrà avuto origini inglesi, dal momento che i suoi quadri portano la scritta English Painter. Anche il nome Pietro non ha testimonianze certe,. taluni dicono che si chiamasse Pio ma anche questo è fortemente in dubbio. La sua attività di pittore, fatta eccezione per qualche viaggio nella capitale inglese, praticamente, si svolse interamente a Napoli dove ben presto si inserì nei vari ambienti culturali ed artistici. Le sue opere più conosciute sono datate tra il 1756 ed 1792, anno della sua scomparsa. La produzione dell’artista, in realtà, è costituita da numerosi oli su tela, gouaches e disegni, dedicati a vedute e paesaggi napoletani, nonché a scene popolari, feste e costumi del sud d”Italia. Inoltre gli sono state attribuite due tarde tele di soggetto sacro, ovvero un S. Francesco d’Assisi ed un S. Antonio da Padova, tele conservate nella chiesa di S. Chiara a Bari, ispirate alla maniera di Francesco Celebrano e Fedele Fischetti.
Ma l’opera più importante di Pietro Fabris è senza dubbio il volume di stampe Raccolta di vari vestimenti ed arti del Regno di Napoli, edita a Napoli nel 1773 e dedicata a sir William Hamilton, nella quale il pittore collezionò in trentacinque tavole altrettante fogge di costumi di gente del popolo ed artigiani dei borghi di Napoli, Gaeta, Torre del Greco, delle isole di Ischia, Procida, Lipari e della regione Puglia e Calabria. Infine merita di essere ricordata la vasta produzione di gouaches sciolte e disegni, ispirata a tutti i temi prevalenti della pittura e della illustrazione a stampa dell’artista napoletano. Tali testimonianze sono custodite presso il Museo di S. Martino, alla Società napoletana di storia patria ed in raccolte private napoletane. Dal 1792 non abbiamo più notizie di lui per cui è facile immaginare che in quell’anno avvenne la sua morte, molto probabilmente, sempre al’ombra del Vesuvio, ma anche in questo caso si tratta di supposizioni.