L’Acquaiolo di Vincenzo Gemito, un bronzo patinato raffigurante un venditore d’acqua di Napoli, realizzato dall’artista partenopeo nel 1880
Ennio Duval
L’Acquaiolo di Vincenzo Gemito, un bronzo patinato raffigurante un venditore d’acqua di Napoli, realizzato dall’artista partenopeo nel 1880. Pure questa scultura, come il Pescatore, è diventato celebre in diverse repliche, di cui alcune, sono state fatte realizzare, post mortem, dalla famiglia dell’illustre scultore. In realtà l’opera originale, stranamente, ritrae il personaggio con dei calzoncini asportabili, e venne eseguita dall’artista intorno al 1880-1881, a Napoli, dopo il soggiorno di Parigi.
L’Acquaiolo di Vincenzo Gemito, illustre artista, di origini partenopee, nato il 16 Luglio del 1852 vissuto a cavallo tra il diciannovesimo e ventesimo secolo, è una scultura in bronzo su cui viene raffigurato un acquaiolo di Napoli, un mestiere assai in voga, a quell’epoca, nel capoluogo campano. Come l’altra scultura, denominata “il Pescatore“, questo bronzo patinato è diventato celebre in molte repliche, di cui, alcune furono commissionate, dalla famiglia dell’autore, subito dopo la sua morte, avvenuta nel 1929. In verità l’opera originale di Vincenzo Gemito, appunto l’Acquaiolo, ritrae, stranamente, il personaggio con dei calzoncini corti asportabili. Essa fu realizzata dallo scultore napoletano tra il 1880 ed il 1881, poco dopo il suo soggiorno nella capitale francese. Infatti nel 1877 Gemito espose al Salon de Paris una scultura che ritraeva un giovane pescatore, che attualmente è custodita nel Museo Nazionionale del Bargello a Firenze. Quest’opera riscosse un notevole successo al punto che lo scultore partenopeo proseguì la sua produzione mantenendosi su questi canoni.
Con la scultura dell’Acquaiolo Gemito ci propone una scena tratta dalla strada di espressa ispirazione dal reale: in essa si evidenzia un dialogo tra il venditore d’acqua ed il suo avventore. Però lo stato di nudità dell’adolescente, così come la base a forma di fontana, posizionano tale scena nella Roma imperiale, consentendo allo scultore di esprimere quell’erotismo evidente che viene fuori dal bronzo. La statuetta fu eseguita nella sua città natale, in cui tornò dopo l’esperienza parigina. In verità Vincenzo Gemito appartiene alla corrente di scultori denominati neo fiorentini della seconda metà dell’Ottocento, che si sono indirizzati al rinascimento italiano ed in particolare ai vari Donatello, Verrocchio e Giambologna.
L’Acquaiolo di Vincenzo Gemito rappresenta, da un verso, il suo enorme interesse per la plastica dell’era ellenistica, e dall’altro la sua predisposizione lampante nei confronti di quel realismo contemporaneo, posto tuttavia con un’intonazione completamente differente da quello in auge a quei tempi. Riguardo alla scelta di raffigurare in qualità di modello, un ragazzo umile del popolo nel mentre offre l’acqua ai passanti, è evidente che l’artista napoletano appare molto attirato da scene di vita quotidiana, però rafforzate da quella tecnica speciale di cesello, classica della sua produzione. La piccola scultura in bronzo di Gemito, ritrae un giovane nudo, in piedi su di una fontana con una vaso di terracotta nella mano destra che allunga la sinistra per offrire da bere ai passanti, col sorriso sulle labbra. Completa la scultura alta appena 19 cm un paio di calzoncini in bronzo fusi a parte ed applicabili alla figura.
Il Museo nazionale di San Martino di Napoli ha acquisito una parte rilevante della migliore produzione artistica dello scultore, consentendo pertanto di tutelare e valorizzarne la sua opera, che tuttavia ancora oggi, resta in attesa d’una giusta valutazione del suo aspetto omoerotico. A Vincenzo Gemito, in parole povere gli fu fatta intendere l’inaccettabilità dei suoi “arditi” nudi di cui egli era stato uno dei massimi cantori.