Ruggero II di Altavilla, uno dei più illustri monarchi e mecenati della storia
Ennio Duval
Ruggero II di Altavilla, uno dei più illustri monarchi e mecenati della storia. Fu il primo sovrano ad unire il meridione italiano facendolo diventare grande. Nacque in Calabria, a Mileto sul finire del 1095 e fu conosciuto come il Normanno. Fu il successore del padre Ruggero I di Sicilia della dinastia degli Altavilla, fu, inoltre conte di Sicilia, duca di Puglia e primo re di Sicilia dal 1130 al 1154, divenendo famoso come il fondatore del Regnum Siciliæ indipendente. Grazie alle sue conquiste sulla costa africana, assunse pure la carica di re d’Africa.
Ruggero II di Altavilla fu uno dei più grandi e più illustri sovrani e mecenati della storia. Venuto alla luce a Mileto in Calabria, sul tramonto dell’anno 1095, fu da sempre, protettore delle arti e delle scienze, oltre ad aver avuto il grande merito di unire tutto il meridione d’Italia. Meglio conosciuto come Ruggero il Normanno, divenne il successore del padre Ruggero I di Sicilia. Appartenente alla dinastia degli Altavilla, nel 1113 prese le redini del governo della Contea di Sicilia, curando in modo particolare il potenziamento, sia delle truppe che della flotta, al fine di mettere in pratica il progetto di conquista dei territori dell’Africa Settentrionale, ovvero la Tunisia dei nostri tempi, fino alle coste della Libia.
In realtà l’obiettivo di Ruggero II di Altavilla era imporre un’egemonia nel mar Mediterraneo della sua Sicilia. Il Normanno, inoltre, era intenzionato a conquistare il Ducato di Puglia e di Calabria, appannaggio di Guglielmo di Altavilla, fratello di Ruggero I e quindi zio di Ruggero II. Ma quando Guglielmo morì, non essendoci eredi diretti, Ruggiero II di Altavilla, reclamò i suoi diritti e si fece nominare duca di Salerno, ma il papa Onorio II assieme al principe di Capua Roberto II ed altri signori a lui ostili gli si schierò contro.
Il suo tentativo di mettere in minoranza il Normanno, tuttavia fallì miseramente, perchè Ruggero II di Altavilla ottenne successi in Calabria, in Lucania, a Benevento e più tardi in Puglia; lo stesso pontefice, Onorio II dovette cedergli il ducato. Alla scomparsa di quest’ultimo, grazie all’antipapa Anacleto II, assunse il titolo di re di Sicilia, Puglia, Calabria, Capua e, sebbene gran parte del territorio non era stato ancora conquistato, i signori del nascente regno decretarono legittima la nomina di Ruggiero il Normanno, il quale nel 1130 fu solennemente incoronato a Palermo.
Nessun sovrano d’occidente riuscì a superarlo in ricchezze e la città di Palermo, antica capitale degli emiri, piena di splendidi palazzi, e molto sviluppata nelle arti e nel commercio, divenne la degna sede di un così potente monarca. A quel tempo gli stati di Ruggero si estendevano quasi fino a Roma ed avevano i porti frequentati dai crociati di passaggio, il che aveva un peso rilevante nella politica europea. Il grandissimo e titolatissimo discendente della dinastia degli Altavilla, intravide l’esigenza di far nascere lo Stato in un’unità che potesse garantire al re una maggiore autorità, cosicché,nel 1129, a Salerno, convocato un Parlamento a cui presero parte, non solo gli ecclesiastici ed i baroni, ma anche i cittadini più illustri, propose, data l’estensione e la ricchezza del suo Stato, di tramutarlo in Regno.
Alla corte di Ruggero II di Altavilla era in voga la cultura araba; egli accolse, infatti, molti dotti arabi, tra questi, ricordiamo il geografo al-Idrisi che per volontà del sovrano scrisse “Il sollazzo per chi si diletta di girare il mondo” meglio conosciuto come Kitab-Rugiar, ossia Il libro di Ruggero, che costituisce una delle più importanti opere di geografia di tutto l’era medievale. Il potentissimo monarca di Sicilia si spense nel 1154, dopo ben 24 anni di regno e dopo aver sottomesso la maggior parte delle terre bagnate dal Mediterraneo.
Due mesi dopo la sua dipartita nacque la figlia Costanza, che diversi anni più tardi avrebbe partorito, in una pubblica piazza, lo Stupor mundi, la meraviglia del mondo, appellativo che esaltava le doti di un condottiero protagonista di campagne di enorme successo oltre i confini dell’impero romano. Quest’espressione nel Medioevo fu attribuita proprio a Federico II di Svevia, figlio di Costanza d’Altavilla.