Primo impianto di illuminazione a gas in Italia: altro primato di Napoli
Ennio Duval
Primo impianto di illuminazione a gas in Italia: un altro primato di Napoli, città all’avanguardia sotto tanti punti di vista. La metropoli campana si è distinta in Italia e nel mondo nelle arti, nella scienza e nella tecnologia, in particolare durante il Regno delle due Sicilie, sotto la casata dei Borbone. In Europa soltanto Parigi, Londra e Vienna precedettero Napoli nella realizzazione della luce a gas.
Il primo impianto di illuminazione a gas in Italia fu un vanto della città di Napoli: un altro dei tanti primati in cui la metropoli partenopea si è distinta nel corso della sua lunga e prestigiosa storia. Napoli eccelse, infatti, nel campo delle arti, della scienza e della tecnologia. Nomi illustri, veri e propri geni, portarono, con orgoglio, in alto, il nome di questa splendida città, in tutto il mondo. Napoli si distinse soprattutto durante il Regno delle due Sicilie, sotto la casata dei Borbone. In ambito europeo, soltanto Parigi, Londra e Vienna, precedettero la città del Vesuvio, nella realizzazione del primo impianto di illuminazione a gas.
Per la cronaca, agli albori dell’anno 1817, Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli, concesse a Pietro Andriel di Montpellier, tramite un decreto reale la privativa per mettere a punto l’illuminazione a gas idrogeno nella capitale del Regno delle due Sicilie. Tale diritto, tuttavia, non fu mai preteso. Solo venti anni dopo, il cavaliere Giovanni De Frigiere, con alcuni soci, chiese ed ottenne dal re di poter dare luce alla città attraverso il primo impianto di illuminazione a gas in Italia.. Pertanto si decise di adottare questo prodotto derivato dall’olio d’oliva, in virtù del fatto che rappresentasse una delle principali risorse del Regno. D’altronde Ferdinando di Borbone, essendo stato nella capitale francese, si era reso conto della convenienza e della grande utilità di quella novità rivoluzionaria che era il gas.
Naturalmente, prima di dare il via al progetto, ci furono varie consultazioni con i chimici dell’epoca, al fine di poter comprendere se il gas potesse essere dannoso alla salute dei cittadini. Assicuratosi che non esisteva alcun pericolo, il sovrano fece realizzare il progetto. Fu così che nel 1837 ben ventinove lanterne illuminarono, quasi a giorno, il porticato della basilica di San Francesco di Paola, di fronte Palazzo Reale.. Allo scopo di alimentare le falene fu realizzata una fabbrica dietro i portici della basilica. Man mano l’illuminazione a gas, vista la riuscita degli esperimenti, si estese per molte strade cittadine.
Un anno dopo, il sindaco Don Giuseppe Caracciolo ed il cavaliere De Frigiere, si accordarono per un appalto di illuminazione a gas che prevedeva nell’arco di un anno la nuova illuminazione nelle principali vie di Napoli, quali via Toledo, via Chiaia, riviera di Chiaia, Pignasecca, Chiatamone, largo Castello, Monteoliveto, via Tribunali, via Foria, Porta Nolana e altre. Nel 1840 fu illuminato anche il Teatro San Carlo. Per andare incontro alle nuove necessità fu creato un nuovo opificio al Vico Cupa a Chiaia. Nello stesso anno ci fu anche l’inaugurazione ufficiale del gasometro di Napoli.