Babà al rum, dolce tipico della tradizione partenopea, che fa leccare i baffi
Antonella Luchini
Babà al rum, il dolce tipico della tradizione partenopea, che fa leccare i baffi. E’ molto amato dai napoletani per il suo inebriante profumo e per la tenerezza del suo impasto. Paradossalmente le origini di questa leccornia, sono, tuttavia, polacche e francesi.
Babà al rum, è inevitabile associarlo alla città di Napoli, essendo un dolce più che tipico della pasticceria partenopea, molto amato dai napoletani, da leccarsi i baffi, per il suo inebriante profumo e per la tenerezza del suo impasto. Ma da una particolare ricerca è risultato che il babà al rum, contrariamente a quanto si potesse immaginare, ha origini paradossalmente non napoletane. Difatti questo dolce prelibato infatti, proviene da un antro dolce, a lievitazione naturale, originario della Polonia chiamato “babka ponczowa”, per arrivare successivamente nella splendida città di Napoli, passando per la Francia.
Una vecchia leggenda narra che questo appetitoso dessert sia stato inventato, quasi per puro caso, dallo zar polaccoStanislao Lesczynski, intorno agli albori del 1700. Si dice che al monarca non piacesse particolarmente il kugelhupf, ovvero un dolce classico polacco che egli riteneva essere troppo asciutto. Sconfortato dal fatto che tutti i giorni la servitù mettesse in tavola tale dessert, il sovrano polacco, adiratosi lo scagliò dall’altra parte della tavola, guarda caso, là dove si trovava una bottiglia di rum. La bottiglia si ruppe ed il liquore finì per inzuppare il dolce, inebriando la sala da pranzo di un profumo così particolare che lo zar volle subito assaggiarlo, innamorandosene all’istante. Il sovrano chiamò allora quel dolce “Alì Babà” in onore di uno dei personaggi de “Le mille e una notte” che lui amava leggere.
Allorquando Stanislao Lesczynski, fu costretto dagli eventi a rifugiarsi in Francia, in virtù della sua parentela con Luigi XV, portò con sé quel dolce così profumato. Grazie alla bravura dei maestri pasticceri parigini, la ricetta del babà al rum fu migliorata con qualche accorgimento e gli fu dato il nome accorciato di “baba”. Il dolce dello zar giunse nel capoluogo partenopeo per merito dei “monsù”, ossia i cuochi francesi al servizio delle famiglie altolocate di Napoli. Dal canto loro i pasticceri napoletani trasformarono il nome in “babbà” e crearono un vero e proprio culto di questa leccornia nella città del Vesuvio.