Napoli fashion on the road a supporto dell’arte a Giugliano in Campania, nel bellissimo Santuario della Santissima Annunziata.
Napoli fashion on the road a supporto dell’arte. La moda, mescolata all’arte, è in grado di illuminare con la sua luce, tesori nascosti e poco conosciuti del panorama culturale nostrano. E’ ciò che è riuscito a creare, ancora una volta, il progetto Napoli Fashion on the road, scegliendo per l’occasione una chiesa della Provincia di Napoli (Giugliano in Campania per la precisione), una realtà difficile e particolare a cui basterebbero eventi del genere per riconsegnargli una giusta dignità. Si tratta del bellissimo Santuario della Santissima Annunziata a Giugliano in Campania, luogo di culto ma anche importante sito che ospita notevoli opere d’arte; patrimonio culturale del territorio, e dell’Italia tutta, da conservare con grande cura.
Santuario della Santissima Annunziata, luogo di culto venerato dai giuglianesi.
In un’atmosfera “mistica” ed avvolta da un inconsueto silenzio religioso, la nostra Ludovica, si è concessa agli scatti dei fotografi, con la sua delicata bellezza vittoriana. Location dell’evento, il caratteristico Santuario della Santissima Annunziata, luogo di culto venerato dai giuglianesi soprattutto il 28 e il 29 Maggio, giorni in cui viene festeggiata la Madonna della Pace. Nel grandissimo Comune alle porte di Napoli (trattasi, per la precisione, di uno delle più grandi città d’Italia che non sia capoluogo di Provincia), conosciutissimo anche per la famosa mela annurca nostrana, questa celebrazione, che secondo alcuni risalirebbe addirittura al vecchio culto egizio di Iside, diffusosi, un tempo, nella vicina Cuma, è difatti molto radicata nel tessuto sociale che identifica, in modo affettuoso, la Vergine, come la “Zingartella”.
Un culto antico.
Una leggenda che si fa risalire alla notte dei tempi, ritiene che il simulacro della Madonna, proveniente dalla lontana Bisanzio, caduta nel 1453 sotto le armate turche di Maometto II, fu gettato in mare dai conquistatori, per poi essere recuperato e portato sulla spiaggia di Cuma. Una origine orientale che tuttavia non sorprenderebbe, considerando che molte Madonne venerate in Campania (si pensi, ad esempio, alla Madonna Bruna del Carmine) siano giunte sin qui grazie agli stretti legami che ci furono tra la Chiesa napoletana e quella di Bisanzio, fino allo scisma d’Oriente che si verificò nel 1054. Altri invece raccontano che l’effigie fu recuperata dai contadini che la trovarono nascosta tra i cespugli del lido di Cuma, poiché alcuni buoi avevano attirato la loro attenzione, mostrandosi agitati. Dopo averla trovata, la portarono nella prima chiesa che incontrarono sul loro cammino: la chiesa dell’Annunziata. Da ciò deriva il motivo per cui, durante i festeggiamenti, la Madonna viene trasportata su di un carro trainato da buoi. Anche sull’origine del nome, esistono una molteplicità di versioni.
La Vergine della Pace.
Secondo alcune fonti, inizialmente la Madonna era chiamata la Madonna della Pietà, ma in seguito alla riappacificazione di due famiglie giuglianesi, Le fu cambiato il nome in Vergine della Pace. Per alcuni, invece, fu nominata così perché ritrovata nella grotta della Pace. Ci sono, è pur vero, tanti dubbi sulla provenienza di questo culto anche per la mancanza di documenti ufficiali, purtroppo andati perduti durante un incendio che colpì l’archivio storico del Santuario dell’Annunziata, nel 1662. Nel 1739, il Vaticano riconobbe la Madonna della Pace come “Patrona meno principale di Giugliano”. Attualmente, i festeggiamenti si tengono alla Vigilia di Pentecoste, fino alla domenica successiva. La parte più importante della celebrazione, è il famoso “Volo dell’angelo”, di solito messo in scena in Piazza Annunziata. Nell’occasione, vengono scelte ogni anno delle bambine che rappresentano a turno l’Arcangelo Gabriele. Ogni angioletto, resta sospeso a circa trenta metri di altezza e si lascia cadere lentamente verso il simulacro della Madonna, sul quale posa un mazzo di fiori. Durante questa funzione, le fanciulle cantano musiche tradizionali, recitando poesie e spargendo petali in onore della Vergine. Non soltanto però, questa suggestiva e pittoresca tradizione religiosa.
Il tesoro “nascosto” di Fabrizio Santafede.
Napoli fashion on the road a supporto della bellezza. L’interno della chiesa, custodisce un’opera di inusitata bellezza, sconosciuta ai più e conosciuta soltanto dai veri intenditori ed esperti d’arte: la bellissima Pala, quasi nascosta dall’altare, un’opera che rappresenta senza dubbio uno dei più fulgidi esempi del Barocco napoletano. L’autore di cotanta bellezza, fu Fabrizio Santafede il quale, proprio nella città alle porte di Napoli, lasciò tracce della sua indubbia bravura. Soggetto dell’opera, che fu eseguita probabilmente tra il 1620 ed il 1622, è la Vergine Maria, raffigurata in un inconfondibile stile manierista che ricalca le orme dei grandi maestri Raffaello e Tiziano, a cui l’artista campano si ispirò; non un caso difatti, che venga definito dagli addetti ai lavori, il “Raffaello napoletano”.
Ispirazione da Tiziano.
La Pala, in un certo senso, si rifà alla più celebre Assunzione di Tiziano, custodita nella chiesa dei Frari di Venezia e detta anche “Pala Frari”. Per quanto concerne invece la tonalità, pare che il Santafede abbia invece tratto ispirazione da Giovanni Bellini, un altro artista che lasciò il segno, come tanti altri, nel capoluogo partenopeo.
Nei tratti lasciati sulla tela dal pennello, possiamo riscontrare caratteristiche simili, anche ad un altro capolavoro del pittore ovvero la “Madonna e Santi” del 1606, conservata nella chiesa di Monteoliveto, ubicata a via Sant’Anna dei Lombardi, a Napoli.
La Pala di Santafede versa in condizioni critiche.
Pur tuttavia, la Pala versa oggi in condizioni piuttosto critiche. L’umidità, il tempo e la trascuratezza, hanno difatti lasciato i propri segni indelebili sull’opera che abbisogna urgentemente di mirati ed accurati interventi di restauro. Le continue infiltrazioni d’acqua contro cui il Santuario ha dovuto combattere negli ultimi anni, hanno purtroppo costretto la Soprintendenza a rimuoverla dalla grande teca in cui era conservata nel transetto laterale destro poiché il legno, diventato spugnoso, è diventato vulnerabile agli attacchi delle termiti e degli insetti xilofagi.
La petizione lanciata da Crono.News.
Di recente, una petizione avviata da Crono.News su Change.org, mira proprio a sensibilizzare i cittadini e le istituzioni a vigilare su questo prezioso capolavoro, affinchè un prezioso simbolo dell’arte partenopea e dell’intera città di Giugliano in Campania, non venga distrutto per essere assorbito nei meandri del tempo che tutto avvolge lentamente, nell’ombra della dimenticanza.
La moda a supporto dell’arte.
Napoli fashion on the road a supporto della cultura. L’intento di questa tappa speciale di Napoli Fashion on the Road, ha proprio quest’obbiettivo: dare risalto, attraverso la moda, a tale problematica, attirare con gli occhi l’attenzione del pubblico verso la bellezza, intesa non soltanto come stile ed eleganza ma anche come cultura ed arte, affinchè in futuro tutti noi si possa essere maggiormente vigili e attenti ai tesori che tutto il mondo ci invidia. Le nostre chiese sono luoghi di culto, ma anche siti che ospitano opere d’arte di importante valore: volano di sviluppo turistico, patrimonio culturale del territorio, e dell’Italia tutta, da conservare con grande cura.
Tutte le foto su www.napolifashion.it.
Fabrizio Santafede ed il suo capolavoro dimenticato a Giugliano