La Clipeologia e i misteri degli UFO ritratti nei dipinti Italiani
La Clipeologia: Il nome deriva da Clipeus, che in latino significa scudo, con questo termine gli antichi Romani indicavano le apparizioni degli oggetti misteriosi in cielo. E’ la disciplina che studia la presenza di dischi volanti e le tracce aliene nei dipinti e nei quadri più antichi.
la Clipeologia oggi è diventata molto popolare. Infatti, sono sempre di più gli appassionati impegnati in queste insolite ricerche.
Al Museo di Capodimonte di Napoli è conservato uno dei dipinti più discussi, tra quelli che affascinano i clipeologi di tutto il mondo. Ed è uno dei primi dipinti a venire studiato in questa chiave di ricerca. Si tratta del dipinto che riguarda la Fondazione della Basilica di Santa Maria Maggiore, un Opera di Tommaso Di Cristoforo Fino, detto Masolino da Panicale. L’artista di origini umbre, è stato ritenuto tra l’altro il maestro di Masaccio, uno dei più grandi geni dell’arte pittorica dell’Italia Medievale.
Rientrato in Italia dopo un soggiorno ungherese, gli fu richiesto di realizzare un Opera dalla famiglia Colonna, che la voleva per destinarla alla Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Un pannello di un trittico (Oggi smembrato e diviso tra diversi musei) dipinto su due facce, il dipinto in questione si trova su quella anteriore. Nel 1427, iniziò quindi a dipingere a Roma, in collaborazione con Masaccio, il trittico denominato la Pala Colonna, in cui ritrasse anche la scena della Fondazione della Basilica.
La scena rappresentata nel dipinto, riguarda il miracolo a seguito del quale, Papa Liberio decise di intraprendere la costruzione del tempio. Correva l’anno 358, in un afoso mese di agosto, quando una inconsueta, quanto misteriosa nevicata si posò sul colle dell’ Esquilino. Si trattava di un segno divino, da non ignorare. Era proprio lì, infatti, che per volere della la Vergine apparsa in sogno la notte prima al Papa, sorgesse la Basilica. Il dipinto, a sfondo dorato, rappresenta la scena della fondazione della Basilica dove vengono raffigurati con il Papa Liberio, i proprietari del terreno sul quale era avvenuto il miracolo, i dignitari e il popolo, attivi tutti sotto una fitta nevicata (evidente ai piedi del Papa) a celebrare il miracolo. Era il 5 agosto.
Il Papa Liberio, con l’aiuto di una zappa, traccia sulla neve il profilo della chiesa, mentre dall’alto Gesù Cristo e la Vergine, raffigurati all’interno di un grande medaglione adagiato su una grossa nuvola osservano la scena, contemporaneamente un folto gruppo di nuvole scure e nere in formazione, sembra muoversi nel cielo.
Sono proprio le nuvole ad attirare l’attenzione e ad affascinare i clipeologi.
Nel dipinto di Masolino da Panicale, secondo i cacciatori di misteri, le nubi che hanno fatto nevicare su Roma in pieno agosto dell’anno 358, assomiglierebbero molto a degli Ufo. Sono state dipinte con una forma allungata che presenta una sorta di “cupolina” sulla sommità e sono rappresentate di colore scuro. La nuvola in primo piano su cui è posato il medaglione sul quale campeggiano Gesù Cristo e la Madonna, secondo le indicazioni dei clipeologi, sarebbe in effetti un disco volante, magari pilotato da extraterrestri.
Un altra tesi dei ricercatori, che contribuisce ad accrescere il mistero, è concentrata sul fenomeno atmosferico, indicato quantomai raro se non impossibile a verificarsi: la neve di agosto. Fenomeno provocato, secondo i clipeologi, certamente dai mezzi alieni.
A Roma negli ultimi anni nel mese di agosto, si celebra una rievocazione del miracolo della neve sul colle dell’ Esquilino, davanti alla Basilica di Santa Maria Maggiore che rimane una delle più imponenti e meravigliose chiese della città.