A Madrid è crisi politica; la tensione è salita alle stelle, ma il referendum per l’indipendenza catalana non si farà. E’ muro contro muro, gli elettori a Barcellona, occupano due istituti scolastici.
Madrid: cresce a dismisura la tensione nella capitale iberica; alla vigilia dell’ipotetico referendum per l’indipendenza della Catalogna, si è arrivati al muro contro muro. Domani, tuttavia, non ci sarà alcun referendum. Questo il diktat e la posizione ribadita dal governo centrale di Madrid, dopo la riunione settimanale del Consiglio dei ministri, tenutasi ieri. A riportare la notizia è stato il portavoce dello stato spagnolo, Inigo Mendez de Vigo. Per s sedare l’agitazione dei cittadini catalani, Madrid ha inviato più di diecimila agenti di polizia in Catalogna per impedire che si giunga al voto. Si tratta per gran parte di agenti della Guardia civil e della Policia Nacional.
Gli elettori della Catalogna non ammettono questo diktat del governo della capitale e non intendono mollare la presa. In risposta alla decisione di Madrid, molti indipendentisti hanno materialmente occupato due istituiti scolastici, trasformandoli in seggi nel pieno centro di Barcellona al fine di permettere il regolare svolgimento del referendum. La rivolta giunge dopo la decisione del vicecomandante della polizia locale, i Mossos d’Esquadra, Jose Lluis Trapero, di far chiudere tutte le scuole ed i seggi, oltre a requisire le urne prima delle 6 di domani, Un modo come un altro di mostrare di rispettare serenamente gli ordini dell’Alta Corte di Giustizia del governo di Madrid.
Il governo centrale dunque non ci sta e su Barcellona, città nella quale il voto è più sentito, si è abbattuta l’offensiva dei rappresentanti di Madrid. Il portavoce del governo spagnolo de Vigo infatti in conferenza stampa ha anche affermato che il governo catalano promosso dal presidente Carles Puigdemont dovrà rispondere davanti ai tribunali di giustizia per la grave slealtà istituzionale di cui si è reso protagonista. Ci troviamo in presenza di un processo di disobbedienza costituzionale; tale l’accusa del portavoce che si è detto dispiaciuto della situazione che vede un attacco contro una grande democrazia europea consolidata e prestigiosa come quella spagnola, in pieno XXI secolo”.