Kenyatta : La Corte Suprema ha invalidato la vittoria del presidente in carica, rieletto nelle elezioni svolte l’ 8 agosto. Una nuova elezione presidenziale si terrà entro sessanta giorni.
La Corte Suprema del Kenia ha ordinato il primo di settembre di tenere una nuova elezione presidenziale, dichiarando “non valido” il risultato elettorale dell’8 agosto, dopo che il presidente uscente Uhuru Kenyatta era stato proclamato vincitore. La più alta corte del paese si basa su irregolarità nel voto. Una nuova elezione presidenziale, quindi, deve essere tenuta entro sessanta giorni.
il presidente della Corte, David Maraga Alla domanda se le illegalità e irregolarità hanno influenzato l’integrità delle elezioni, ha risposto lapidariamente: “la Corte ritiene che questo sia il caso”.
Uhuru Kenyatta è stato dichiarato vincitore con 1,4 milioni di voti di scarto. Il leader dell’opposizione, Raila Odinga, aveva gridato all’epoca, alla frode massiccia dopo che i risultati dell’elezione erano stati annunciati. La coalizione di opposizione ha presentato il 18 agosto ricorso presso la Corte Suprema per contestare i risultati elettorali.
Appena avuta la notizia della decisione presa dalla Corte Suprema, è esplosa la gioia dei sostenitori dell’opposizione, nel centro della capitale Nairobi, dove è stata organizzata una grande presenza delle forze dell’ordine al fine di scongiurare altri sanguinosi incidenti.
La commissione IEBC ha, in conformità con la Costituzione 60 giorni di tempo, partendo da Venerdì per organizzare una nuova votazione. L’opposizione ha immediatamente salutato il parere dei giudici come una “decisione storica“. Il candidato dell’opposizione Raila Odinga ha subito messo sotto pressione la Commissione elettorale, affermando di non avere “nessuna fiducia“, ha detto, nella sua capacità di condurre una nuova elezione.
La Commissione elettorale Kenyota ha anche accettato di sostituire tutto il suo staff per l’organizzazione del nuovo presidente. Intanto il presidente Uhuru Kenyatta ha detto di non approvare la decisione della Corte, ma la rispetta.