Un anno fa, il 12 lugli del 2016 ci fu la tragedia dello scontro ferroviario tra due treni in Puglia che costo la vita a 23 viaggiatori.
Un anno fa la tragedia dello scontro frontale tra due convogli ferroviari in Puglia, durante la tratta Corato – Bari. Il 12 luglio del 2016, in quel drammatico incidente persero la vita ventitre passeggeri e 50 furono i feriti.
A distanza di dodici mesi le famiglie delle vittime attendono ancora giustizia.
La data del 12 luglio diventi, per sempre, la giornata per la sicurezza dei trasporti, affinché tutti ricordino quella strage e nessuno debba più morire in circostanze simili. E’ questo l’appello rivolto alla Regione Puglia dai parenti delle vittime dello scontro tra due treni verificatosi per un errore umano, un anno fa, tra Andria e Corato.
“E’ molto importante comprendere che la sicurezza nei trasporti pubblici non è un gioco: le leggi vanno applicate senza se e senza ma“, ha dichiarato la figlia di una delle 23 vittime perite quel fatidico giorno.
Ad un anno esatto dalla tragedia, le città di Andria e Corato omaggiano la memoria delle sfortunate vittime dell’incidente ferroviario attraverso 23 rintocchi di campane e messe di suffragio. Nella cittadina di Corato, in particolare, nella piazza antistante la stazione delle Ferrovie del Nord barese, è stata intitolata una targa ai morti dell’incidente ferroviario di un anno fa.
L’indagine della Procura di Trani per individuare i responsabili dell’incidente è ormai alle battute finali. “Non vediamo l’ora di leggere i nomi degli imputati, perché di indagati non ne vogliamo più sapere“, hanno affermato i parenti delle vittime. A causare il disastro ferroviario sarebbe stata la fatale combinazione di quattro errori umani compiuti nelle stazioni di Andria e Corato.
La tratta, a binario unico, è la sola in Italia a non essere protetto da un sistema automatico di blocco treno. Sarebbe dunque bastato un investimento da 2 milioni di euro per poter evitare la morte di tanti innocenti. A sentire gli inquirenti il capostazione di Andria fece avviare il treno nonostante l’altro treno, in senso opposto, fosse già partito da Corato, impiegando l’unico binario.
Ma alla base di tutto ci sarebbe stato il forte ritardo di un terzo treno. Lo sbaglio compiuto dal capostazione Vito Piccarreta, definito “il più grave” di tutti dagli investigatori, fu soltanto il primo anello di una catena di errori che provocarono lo scontro mortale di un anno fa.