65esima edizione del Festival di Ravello.
La 65esima edizione del famoso Festival di Ravello, si aprirà Sabato 1 Luglio. Abbarbicata su una rupe a 315 metri sul livello del mare, a sovrastare Maiori e Minori, la splendida Ravello, piccola perla di circa 2.500 anime della costiera amalfitana, gode di una vista mozzafiato sul Mar Tirreno e sul Golfo di Salerno. Proprio in uno dei suoi monumenti più importanti, ovvero Villa Rufolo, chiamata così perché un tempo appartenuta all’omonima e ricca famiglia del posto che aveva fatto la propria fortuna attraverso il commercio, tra qualche giorno andrà di scena il festival diretto da Laura Valente.
Francesco Clemente al Festival di Ravello.
Gli interni del fantastico edificio di Villa Rufolo, contornato da splendidi giardini che affacciano direttamente sul mare, sono stati dipinti nell’occasione, da uno dei più grandi artisti contemporanei, Francesco Clemente, mentre gli esterni, sono invece stati presi in carico da artigiani indiani che hanno utilizzato stoffa mimetica ricamata a mano e impreziosita da fili d’oro. L’evento, sarà una buona occasione anche per ammirare i 19, inediti, acquerelli dipinti da Clemente, incentrati sul tema scelto quest’anno dalla direzione artistica. L’oggetto, è precisamente un muro sul quale volano degli aquiloni colorati perché, come afferma il celebre artista italo-americano, l’intento è quello di raccontare come la danza sia in grado di abbattere il muro rappresentato dai preconcetti sociali e religiosi.
La magìa del Festival di Ravello.
Sulle della coreografia The Wall, commissionata a Karole Armitage, l’importante esponente dalla Transavanguardia moderna, si esibirà per la prima volta in assoluto in una composizione di “live-painting” ovvero dipingerà dal vivo un giardino idilliaco, ispirato dalla voce della moglie Alba (autrice di costumi e premiata di recente dalla nota rivista Vanity Fair, come una delle signore “best-dressed) che reciterà una poesia del poeta greco Kavafis. Il potere della danza dunque, intesa come arte capace di fondere culture diverse, di fungere da collante tra i cittadini italiani ed i migranti, aiutando ad avvicinare usi e costumi completamente diversi. Nella prima parte della serata, si esibiranno i soliti del New York City ballet e dell’American ballet che, guidiati dal primo ballerino Daniel Ulbricht, insceneranno “Balanchine in the dark”. Da appuntare assolutamente anche la data dell’11 Luglio, in cui sono in programma due creazioni dell’eversiva coreografa canadese nonché direttrice della Biennale Danza di Venezia, Marie Chouniard, la quale proverà ad affrontare il tema del muro con una personale rivisitazione del suo capolavoro “Le sacre du printemps” in cui i corpi dei danzatori saranno ricpoerti da aculei. I
Il debutto del coreografo israeliano Ohad Naharin.
l 19 Luglio, sarà invece il giorno del debutto del coreografo israeliano Ohad Naharin con la sua Batsheva Dance Company. Probabilmente forse uno degli artisti che nella sua vita si è trovato di fronte all’arduo compito di abbattere muri reali visto che da piccolo, è cresciuto in un kibbutz a fianco del suo gemello affetto da autismo e per il quale ha saputo inventare un vero e proprio linguaggio di comunicazione alternativo. Una finestra sul mondo insomma, ma che si fonderà con il territorio per dare continuità al progetto “Abballamm!”, un momento importantissimo che darà ai giovani talenti locali la possibilità di lavorare al fianco di coreografi di fama mondiale, in partnership con l’Accademia di Danza e Sareyyet Ramallah/Palestine International Award for Excellence and Creativity. Il 22 Luglio spazio a due creazioni: quelle di Palestinian Karma, coreografia di Bassam Anu Diab, con musica dal vivo di Majdi Lailache e quella di Revolving Karma, del salernitano Fabrizio Esposito.
Il Festival di Ravello si conclude il 29 Luglio.
La chiusura, dunque, prevista per il 29 Luglio con l’apertura della serata appannaggio di “Les Italiens de L’Opera de Paris”, guidati da Alessio Carbone (orgoglio e vanto dell’italianità all’estero). Poi sarà la volta di Simone Valastro che tradurrà in danza i temi dell’immigrazione in “Bread and Roses”. Da non perdere anche la seconda prima assoluta della serata, la coreografia “Black Dust” di Matteo Levaggi, scandita dalla partitura originale di Lamberto Curtoni, ispirata alla famosa canzone “Black Star” di David Bowie. Un evento cuturale da non perdere insomma, per gli amanti del genere che potranno gustarselo nella magica cornice della splendida cittadina salernitana. Chi vorrà invece visitare l’esposizione di Clemente, avrà tempo fino al 30 Settembre. Info su Ravellofestival.com.