Lettera toccante del capitano azzurro ai tifosi partenopei
Marek Hamsik, capitano e bandiera del Napoli, al termine di questa brillante stagione, ha inteso scrivere una toccante lettera alla tifoseria azzurra, attraverso il “The Players’ Tribune”.
Riportiamo qui di seguito il contenuto della bella e lunga lettera dello slovacco:
“Qui a Napoli, non abbiamo un solo allenatore ma ben tre milioni. Ogni uomo, donna e bambino sa cos’è meglio per il Napoli. Anche un bimbo di quattro anni sa come potremmo segnare più gol. Ogni donna, anche se novantenne e si occupa del suo orticello ti sa dire come e perché’ dobbiamo cambiare la formazione in campo. Quel sentimento, quella passione, è nel loro sangue, per cui tutti si sentono capaci di dare consigli a questa squadra”.
“In questa città il calcio è come una religione e lo Stadio San Paolo è la sua chiesa. Il Napoli è l’unica società calcistica di rilievo della Campania ed i napoletani se ne sentono parte, perché’ lo sono. Il calcio è il loro pane quotidiano e ciò a cui pensano fin da quando si svegliano, quello di cui parlano tutto il giorno, e quello che sognano la notte. Spesso si ha l’impressione che, qui, il calcio sia l’unica cosa che conta. Io, ormai napoletano d’adozione, ci sono abituato. Anche per me il calcio è tutto, è la mia vita da sempre. Perciò quelle sensazioni che scorrono nelle vene dei napoletani, beh, scorrono anche nel mio sangue. Le ho da quando in Slovacchia a sette anni ho guardato due brasiliani correre come dei matti in California”.
“Ricordo perfettamente, quando il Brescia nel 2007, mi vendette al Napoli; Il mio primo giorno in questa squadra cominciò insieme ad Ezequiel Lavezzi. I funzionari della società ci portarono a vedere lo stadio e ci presentarono alla stampa. Fin da subito capii che lo Stadio San Paolo era diverso da qualsiasi altro posto del mio passato e futuro. Vidi le foto dei grandi giocatori del Napoli sui muri dello stadio. Leggende come Maradona, Ferrara e Bruscolotti. Vidi i trofei della serie A e delle Coppe Italia; era evidente che Napoli era una città speciale ed il Napoli una organizzazione speciale”.
“Quando abbiamo vinto la Coppa Italia nel 2012, ho capito che cosa era veramente Napoli. La città non aveva vinto un trofeo da venticinque anni e dopo la nostra vittoria a Roma contro la Juve ho visto una nuova Napoli. Sembrava una città impazzita. Credo di poterla descrivere come una follia bellissima, la migliore delle pazzie. Quando vinci a Napoli, è la vittoria più bella del mondo perché’ non sono solo i giocatori a vincere, ma è l’intera città e la sua gente che vince”.
“L’Italia e soprattutto Napoli mi hanno dato tutto quello di cui avevo bisogno. Il calcio è importante per me ed aver giocato per il Napoli per dieci e più anni è stato l’onore più grande della mia vita ma la ragione per cui sono rimasto a Napoli va al di là del calcio. A Napoli mi sento parte di una comunità, di una famiglia che ha un posto speciale nel mio cuore. Nella vita ho bisogno non solo di uno stipendio e di trofei, ho anche bisogno di sentire profondamente nella mia anima. Napoli mi ha dato questo ed io le sarò grato in eterno”.
“Ringrazio tutti i tifosi napoletani per l’affetto che nutrono verso di me e non smetterò mai di amare questo popolo e questa bellissima città, che sento anche mia. Anch’io come tutti i veri tifosi azzurri sogno di vincere lo scudetto e penso che ormai ci siamo quasi, dopo questa splendida stagione, il prossimo anno partiremo con l’intento di combattere per qualcosa di importante, ve lo prometto”.
Queste la suggestiva ed emozionante lettera del capitano di mille battaglie azzurre al popolo partenopeo, più che mai, riconoscente ad un calciatore che ha Napoli ed il Napoli nel suo cuore. Grazie Marek.