Ooho, la grande scoperta ecosostenibile.
All’apparenza sembrerebbe quasi una sfera di gelatina, una biglia dalle proporzioni un po’ più grandi ed invece è una bolla commestibile, contenente acqua e realizzata con un involucro commestibile che dunque può essere ingerito. Stiamo parlando di Ooho, una recente scoperta brevettata da tre ingegneri spagnoli (Rodrigo Garcia Gonzalez, Guillaume Couche e Pierre Paslier) di Skipping Rocks Labs.
La bolla di liquido.
Trattasi precisamente di una bolla piena di liquido, composta da una membrana gelatinosa, ricavata da un mix di alginato di sodio, alghe marine e cloruro di calcio. Per crearla, gli studiosi iberici hanno usato la tecnica della gelificazione, che consiste nel trasformare una sostanza liquida in un gel, attraverso l’aggiunta di un agente gelificante. All’interno di questa capsula, è possibile inserire di tutto; dall’acqua, sino ai liquori ed ai cosmetici. Una invenzione molto interessante, che consentirebbe in un solo colpo, di abbattere i costi (per produrre una singola bolla, occorrono appena 2 centesimi) e di ridurre l’inquinamento da plastica. L’inquinamento da PET, costituisce di fatti un problema davvero spinoso. Basti pensare che negli oceani, finiscono ogni anno ben 8 milioni di tonnellate di plastica, pari ad un camion ogni minuto. Questo materiale, difficilmente biodegradabile, con il tempo crea grossi problemi alla fauna marina che popola le nostre acque. Dal 1964 ad oggi, l’utilizzo e la produzione di questo materiale che viene utilizzato per creare le più classiche bottiglie d’acqua che solitamente troviamo sugli scaffali dei supermercati, è aumentata vertiginosamente di ben 20 volte ed è destinata a quintuplicare il suo numero entro il 2050.
Ooho sostituirà le classiche bottiglie d’acqua?
Ma l’interrogativo principale che ci si pone, è il seguente: l’Ooho potrà davvero sostituire le bottiglie d’acqua? Al momento, i più nutrono forti dubbi perché ritengono che occorrerebbe un involucro ben più resistente. La composizione gelatinosa di questa capsula, potrebbe ben adattarsi a situazioni tranquille, in ambienti non popolati da troppe persone ma è impensabile al momento immaginare che queste sfere non possano rompersi in occasione, per esempio, di grossi eventi, come concerti o maratone in cui devono giocoforza essere manipolate e accatastate in grossi recipienti. Una possibilità dunque da vagliare in modo più approfondito nel prossimo futuro, magari affinando e perfezionando le tecniche di progettazione.
Pasquale De Falco