Smart City le città del futuro sono intelligenti
La popolazione mondiale cresce sempre più e lo farà ancora. Dai circa 7 miliardi del 2011, siamo ormai arrivati ad essere 7 miliardi e mezzo ed esperti di urbanistica, sono convinti che entro il 2050, il 70% degli abitanti, si trasferirà nelle città, imponendo così una urbanizzazione su larga scala che coinvolgerà gran parte delle metropoli.
Un’area urbana che, per forza di cose, dovrà essere pensata e progettata in modo da creare alta vivibilità e sviluppo economico, attraverso l’utilizzo imprescindibile della tecnologia e l’ottimizzazione delle risorse in settori chiavi quali la mobilità, la comunicazione, l’ambiente, l’edilizia e la amministrazione. Stiamo parlando delle cosiddette Smart City, una idea nata nel 2008, quando la crisi finanziaria globale ha toccato picchi elevati. La prima ad avviare questo progetto, fu la famosa azienda IBM, la quale provò per la prima volta ad applicare la tecnologia per risolvere le numerose problematiche relative alla crescite economica.
Si cominciò dunque a rendere libero il wi-fi e a sfruttare il cloud computing di massa, oltre alla fruibilità di mezzi e servizi più disparati per chi giungesse in città, anche da semplice turista. In tal senso, sullo store dei nostri cellulari, sono cominciate ad apparire numerose app, utili a semplificarci la vita. Si pensi a Waze, che contribuisce a far funzionare meglio il traffico, oppure per esempio ad Open table che permette ai clienti di prenotare direttamente un posto in ristorante. Tuttavia, essere smart non significa soltanto questo. Una metropoli si considera intelligente, anche quanto è in grado di gestire in modo innovativo le proprie risorse economiche ed ambientali, a mettere in relazione le persone attraverso una amministrazione efficiente.
Città enormi come Londra, stanno da tempo utilizzando la tecnologia al fine di puntare ad un sviluppo urbanistico eco-sostenibile, volto a ridurre l’inquinamento ed a sfruttare l’energia alternativa. Nel quartiere Canary Wharf, nel centro commerciale Westfield, la nuova tecnologia Pavegen, permette di trasformare i passi delle persone sui pavimenti, in energia elettrica. Altro esempio di virtuosità in tal senso è Città del Messico, dove vengono utilizati pannelli “mangia-smog” sulle facciate degli edifici.
Tra le Smart City ,le città intelligenti, vi rientrano anche quelle che puntano sulla mobilità sostenibile come per esempio Amsterdam e Copenaghen, dove la gente si sposta principalmente in bicicletta o con le auto elettriche, grazie anche alle numerose piste e agli ampi spazi di verde presenti sul territorio. Per quanto concerne l’Italia invece, sebbene il Belpaese sia piuttosto indietro rispetto ad altre realtà europee, ad oggi sono stati lanciati più di 1.400 progetti che coinvolgono circa di 15 milioni di cittadini e 160 comuni. Un osservatorio istituito ad hoc ed una piattaforma nazionale promossa da Anci (Italian smart cities), hanno rispettivamente il compito di monitorare e catalogare gli interventi “intelligenti” sull’intero territorio nazionale, oltre a fornire supporto e consulenza a quei comuni che vogliano intraprendere iniziative innovative.
Attualmente questo progetto, costituisce il più completo dal punto di vista degli interventi dei vari comuni nostrani in ambito di mobilità sostenibile, innovazione sociale e governance urbana. Un vero e proprio strumento di lavoro insomma, utile a favorire lo scambio di informazioni e conoscenze tra le amministrazioni pubbliche, attraverso la messa a disposizione di dati preziosi ed utili.
Pasquale De Falco