La poetica della pizza di Franco Pepe

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La poetica della pizza di Franco Pepe

Il nome “Margherita sbagliata” sembra fatto apposta per introdurre la “poetica” di Franco Pepe. Il maestro pizzaiolo di Caiazzo, sembra aver trasferito la concezione estetica giapponese “wabi sabi” al mondo della pizza.

Come? La visione “wabi sabi” della bellezza è imperfetta, mutevole ed incompleta, non è certamente una forzatura associare tali concetti alla poetica della pizza di Franco Pepe, il quale, sebbene fortemente ancorato alle tradizioni artigianali uniche proprio nella loro “imperfezione”, si mostra moderno e decisamente aperto all’innovazione, alle sperimentazioni, e quindi alla “mutevolezza” dei tempi e dei gusti.

La pizza con Franco non è più soltanto un gustosissimo alimento, ma diventa una filosofia di vita, un modo di calarsi in un’atmosfera “zen” di relax, momenti unici e ritorno alla semplicità, alle radici.

Il “wabi sabi” insegna ad esercitare la separazione dall’idea di perfezione in senso assoluto, allo scopo di riscoprire la bellezza di una creazione spontanea, incompleta, ma certamente ricca di originalità.

Questo è ciò che riscontriamo visitando le “stanze” della pizzeria di Franco Pepe, dove il minimalismo degli arredamenti e la rusticità medievale di alcuni di questi, si associa alla ricerca delle emozioni semplici, come l’ascolto di musica new age emessa da un amplificatore a valvole, la contemplazione in terrazza del paesaggio circostante e della mole antica del campanile settecentesco che si erge sulla cittadina di Caiazzo.

Senza dimenticare la presenza di una pianta di ceci secchi, presente all’ingresso del locale, che Franco ci spiega essere per lui il simbolo della fatica dei giovani “nuovi coltivatori”, impegnati nella raccolta di questo delizioso legume, ereditari e nuovi interpreti della cultura del lavoro e del sacrificio tipica del territorio Caiatino.

Per Franco Pepe, la pizza diventa un’arte del sentire, un modo di calarsi in un mondo più ignoto di quanto si possa immaginare. Accompagnati dalle sue parole di sincero amore per il suo territorio, custode di mille sapori, abbiamo assaporato con spirito ”wabi sabi” alcune delle sue specialità.

La più apprezzata, forse perché filo conduttore delle nostre considerazioni, o perché resta, in qualunque modo la si proponga, la pizza preferita da tutti, è la Margherita…sbagliata. In forno vanno solo l’impasto, un prezioso filo di olio e la squisita mozzarella di bufala, che viene successivamente condita con delle vere e proprie lingue di pomodoro purissimo a freddo e foglioline di basilico.

Lo scrittore Andrew Juniper afferma che se un oggetto o un’espressione può generare dentro di noi una sensazione di serena malinconia o una sorta di ardore spirituale, allora si può dire che quell’oggetto è “wabi sabi”. Ed è proprio con questo stato d’animo che, con ancora nel cuore e nella mente la poetica della pizza di Franco Pepe e le sue infinite sfumature di vita, abbiamo lasciato le strette e caratteristiche stradine di Caiazzo in una atmosfera umida e rarefatta, quasi senza tempo.

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