Da qualche tempo, un piccolo oggetto dal sapore retrò sta facendo capolino nelle tasche dei giovani più attenti alle tendenze, E’ una fotocamera digitale che si distingue in modo radicale dalla massa.
Cari lettori, siamo di nuovo in pista, proseguendo con delle prove sul campo, seguendo le orme dello scorso articolo dedicato al fenomeno delle fotocamere digitali Screen Less. Una scelta controcorrente nell’era degli smartphone onnipresenti e delle anteprime in tempo reale, che promette un ritorno all’essenza della fotografia. Ma sarà davvero una rivoluzione tascabile o solo un effimero richiamo alla nostalgia? Abbiamo provato, la Retro snap cameras per scoprirlo.
L’idea alla base della fotocamera Retro snap è affascinante nella sua semplicità: emulare l’esperienza delle vecchie macchine fotografiche analogiche compatte, dove non si aveva la possibilità di vedere immediatamente lo scatto appena fatto. Questa “cecità digitale” forzata invita a un approccio più ponderato e istintivo alla fotografia. Si inquadra, si scatta, e l’attesa di scoprire il risultato aggiunge un elemento di sorpresa e, diciamolo, di emozione che si è un po’ persa con la gratificazione istantanea degli schermi.
“Il Fascino del “Non sapere” un tuffo nei colori del passato analogico.”
Il design gioca ovviamente un ruolo fondamentale nel suo successo. Piccola, leggera e disponibile attraverso delle simpatiche cover intercambiabili (Snapface) in una varietà di colori vivaci e pastello, la Retro Snap cameras potrebbe essere considerato un vero e proprio accessorio di moda. Le sue linee pulite e minimaliste, unite alla sensazione tattile di piacevole leggerezza, la rendono sicuramente desiderabile al primo sguardo. L’idea di poter cambiare le “facce” anteriori sul corpo, per personalizzarla ulteriormente ne rafforza il posizionamento come oggetto di stile. Caratteristiche essenziali per un’esperienza d’uso minimalista.
Trattandosi di una fotocamera senza schermo, le funzionalità sono ridotte all’essenziale. La Retro Snap è dotata di un piccolo sensore da 8MP (o 12MP nella nuova versione V2), una risoluzione, sicuramente adeguata per l’utilizzo sui social media o per piccole stampe, in linea con la sua filosofia casual. Dispone di un flash led integrato con diverse modalità (acceso, spento, automatico) e offre alcuni filtri pre impostati (come standard, bianco e nero, japan, retrò, vivido) per aggiungere un tocco creativo direttamente in fase di scatto, selezionabili tramite un semplice pulsante che emette al tocco un piccolo suono.
L’utilizzo è intuitivo: si accende, si punta e si scatta. Non ci sono menu complessi o impostazioni con cui perdersi. Il trasferimento delle immagini avviene tramite USB-C, collegando la fotocamera a un computer, in alcuni casi, direttamente a smartphone compatibili, oppure semplicemente estraendo la scheda SD fornita di serie da 8MB ed inserendola nel PC. La batteria garantisce un buon numero di scatti prima di necessitare di una ricarica. Nella nostra prova ne abbiamo contati oltre 400 utilizzando anche la Led light incorporata (flash).
La Prova sul Campo: Tra Fuoco Fisso, Sorprese Cromatiche e Rivali Scomode.
Abbiamo portato la piccola Retro Snap cameras con noi per qualche giorno, mettendola alla prova nelle situazioni più disparate e confrontandola implicitamente (e a volte esplicitamente, dato il chiaro riferimento) con altri modelli minimalisti oggi sul mercato, come la nota Camp Snap. Al primo sguardo, infatti, la somiglianza è notevole: si presenta come una piccola, semplice e robusta fotocamera digitale realizzata in plastica di discreta qualità, dall’inconfondibile aspetto retrò e compatto.
Come la sua “rivale” più discussa, la Retro Snap cameras abbraccia con decisione la filosofia “screenless” nel senso più puro, non offrendo, un display LCD tradizionale per visualizzare le immagini scattate. Tuttavia, non è totalmente cieca: un piccolissimo, ma nitido, schermino LCD di stato a colori, che è presente sulla parte posteriore fornendo informazioni, in monocromatico, essenziali, come il conteggio degli scatti rimanenti, lo stato della batteria e l’indicazione del filtro attivo.
E’ presente anche una sorta di mirino ottico, realizzato con una di lente di plastica interna, il quale ci è sembrato di dubbia utilità. A parte l’immagine distorta e sfocata che offre, traguardando all’interno di esso, non fornisce assolutamente una idea adeguata dell’inquadratura, oltre l’inevitabile errore di parallasse, comune a questo concetto di ripresa.
Sotto il profilo tecnico di base, la piccola Retro snap cameras, condivide altre caratteristiche chiave del segmento a cui appartiene: la fotocamera è a fuoco fisso, il che implica che la nitidezza ottimale, si può ottenere con soggetti posizionati a una distanza prestabilita (generalmente pensata per ritratti di gruppo o scene a medio raggio, da circa un metro in avanti), mentre i primi piani o i paesaggi lontani potrebbero non risultare perfettamente a fuoco con gli angoli spesso sfocati.
“Ogni volta che si collega al computer per scaricare le foto è un po’ come ritirare un rullino sviluppato: non si sa mai cosa si otterrà veramente in termini di nitidezza e resa cromatica. Questo spinge a essere più presenti nel momento dello scatto, a fidarsi del proprio occhio e a non preoccuparsi eccessivamente del risultato perfetto, accettando, quindi, l’assoluta imprevedibilità del fuoco fisso.”
Al posto di un potente flash a scarica, spesso pubblicizzato in modo un po’ ingannevole come tale, la Retro snap cameras, utilizza una luce LED integrata. Questa è più adatta a fornire un’illuminazione d’appoggio per i soggetti vicini in condizioni di penombra piuttosto che “congelare” il movimento in ambienti bui come farebbe un vero flash. Come sulla Camp Snap, un comodo interruttore permette di gestire questa luce con le opzioni di accensione automatica, spegnimento forzato e accensione fissa, offrendo un controllo manuale pratico e immediato.
È però nell’interfaccia dei filtri che la Retro Snap cerca di distinguersi e, per molti, guadagna un punto a favore cruciale. A differenza della Camp Snap, che richiede una procedura meno intuitiva (spesso legata alla sostituzione del firmware o all’uso di software esterni) per cambiare il “look” delle immagini, la Retro Snap cameras posiziona un comodo pulsante accanto al display LCD di stato. Premendolo, si può ciclicamente ed istantaneamente navigare tra le cinque diverse impostazioni di filtro preinstallate: Standard, (Colori abbastanza improntati sulla neutralità con una tendenza sul magenta), Monocromatico (Un bianco e nero con toni leggermente seppiati che accentuano ulteriormente questa estetica nostalgica), Japan (con tonalità un pò fredde e contrasti specifici), Retro (per un effetto d’epoca più marcato) e Vivido (che, come abbiamo notato, tende a saturare e “riscaldare” estremizzando la saturazione ed il contrasto dei colori, a volte con esiti cromatici inaspettati e audaci come i cieli he assumono innaturali sfumature, magenta, viola o verdi, aggiungendo un ulteriore livello di imprevedibilità artistica (o casualità, a seconda dei punti di vista).
“La facilità nel cambiare stile in tempo reale, sul campo, rappresenta però un notevole miglioramento nell’usabilità rispetto a concorrenti che rendono il processo più macchinoso, permettendo, quindi una maggiore sperimentazione creativa “alla cieca”.
In condizioni di buona illuminazione e con soggetti posizionati alla distanza ottimale per l’ottica a fuoco fisso, abbiamo valutato la qualità del file che è sorprendentemente discreta, per un piccolo sensore da 8/12MP, con dettagli sufficienti per la condivisione online o piccole stampe. Tuttavia, è in situazioni di scarsa luce o con soggetti in rapido movimento che i limiti tecnici diventano più evidenti. L’assenza di un autofocus, perchè come si é detto, a fuoco fisso, oltre la natura del micro sensore, portano inevitabilmente a produrre immagini che non hanno spesso un risultato ottimale, soprattutto ai bordi che non si presentano molto nitide e inoltre, possono risultare significativamente, rumorose, (con quella “grana” digitale che, paradossalmente, può a volte contribuire all’effetto vintage desiderato) o irrimediabilmente mosse. La Retro Snap cameras richiede quindi una certa consapevolezza delle sue limitazioni e un po’ di sperimentazione, per ottenere i risultati migliori (o più interessanti).
In definitiva, possiamo dichiararci sufficientemente soddisfatti dall’esperienza d’uso di questa fotocamera. La Retro Snap cameras, si posiziona con intelligenza in una nicchia di mercato sempre più attratta dal fascino del passato e dal desiderio di un “digital detox“ parziale. Non è sicuramente la fotocamera che userete per la vostra prossima sessione di ritratti professionali o per immortalare un paesaggio mozzafiato con la massima fedeltà cromatica. I suoi limiti tecnici, dal fuoco fisso al sensore basico, passando per la luce LED che non è un vero flash, sono e restano evidenti a chiunque abbia familiarità con la fotografia moderna. Anche i filtri, con la loro imprevedibilità, richiedono di abbracciare l’idea che il controllo totale non è l’obiettivo finale.
Eppure, proprio in queste limitazioni risiede gran parte del suo innegabile fascino e della sua crescente popolarità. A nostro giudizio questa fotocamera non promette pixel perfetti, ma un’esperienza: il brivido dell’attesa, il piacere tattile di un oggetto carino dal design curato, la libertà di scattare senza l’ansia dell’anteprima e del giudizio immediato. La sua semplicità d’uso e, in particolare, la comodità nel cambiare filtri direttamente sul corpo macchina la rendono più accessibile e divertente di alcune alternative minimaliste.
È un accessorio di stile, un conversation starter e, soprattutto, un invito a guardare il mondo non attraverso un display che ci mostra subitaneamente il risultato, ma con occhi curiosi, pronti ad accettare la sorpresa. Questa piccola fotocamera è la compagna ideale per chi cerca un modo più giocoso, spontaneo e sorprendentemente liberatorio di catturare i piccoli, imperfetti e meravigliosi momenti della vita quotidiana.
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