Danza Contemporanea a Napoli: Second Hand @ Sala Assoli. La mia prossimità ai ballerini mi ha consentito di sperimentare una sensazione immersiva e totalizzante, di terra e di galassie.
Giovedì 12 dicembre, nel solco della XXVII edizione di “Second Hand – Di Seconda Mano”(dal 12 al 15 Dicembre), rassegna di danza contemporanea curata da Gabriella Stazio, i quartieri spagnoli di Napoli hanno ospitato una serata di danza contemporanea che ha profondamente scosso i miei sensi e la mia percezione artistica. Curata da Movimento Danza – Ente di Promozione Nazionale, la rassegna celebra la coreografia d’autore e, specialmente, i talenti sotto i 35 anni. La Sala Assoli, in Vico Lungo Teatro Nuovo, si è trasformata in un tempio dove la performance artistica raggiunge i suoi vertici più intensi e rivelatori.
Ho assistito a due spettacoli – Origenìa di Antonello Apicella, (Associazione Campania Danza) e ispirata alla poesia “La storia del mondo” di Marco De Simone, che esplora l’affascinante concetto di Origine, congiunto alla femminilità, in una prospettiva penetrante e stimolante di connessione tra la Donna e la Terra con tutti i suoi elementi; e No Question di Irma Cardano, (Arb Dance Company – Associazione Arabesque) – che hanno rappresentato molto più di una semplice esibizione: erano veri e propri riti di trasformazione e connessione.
La vicinanza fisica ai danzatori mi ha permesso di vivere un’esperienza sensoriale totale, quasi estatica. Ogni movimento si caricava di una tensione fisica incredibile. Lo sforzo dei corpi si manifestava in un’orchestra di suoni sotterranei: i lievi scricchiolii delle articolazioni, i legamenti che si tendono, i muscoli che gemono sotto lo sforzo. Fronti imperlate di sudore, illuminate da una luce soffusa che ne accentuava l’intensità drammatica. Un respiro affannoso, quasi un ansito trattenuto, accompagnava i movimenti più intensi, raccontando la fatica fisica del danzare.
Di terra e di galassie.
In Origenìa, performance ispirata dalla poesia “La storia del mondo” di Marco De Simone, la scenografia minimale prevedeva alcuni elementi simbolici: candele galleggianti in contenitori d’acqua, uno scialle nero, alcune mele. Questi oggetti non decoravano, ma dialogavano con il movimento, caricandosi di significati profondi. La danzatrice non interpretava semplicemente un ruolo, ma diventava essa stessa metafora vivente, grazie alle coreografie agili, sciamaniche, sinuose, ferine, di Antonello Apicella, abbattendo ogni confine tra soggetto e oggetto.
Dio lo Sa – Atto II: la potenza narrativa di Geolier in un racconto con Caravaggio
No Question presentava quattro danzatori – due ballerine e due ballerini – che si muovevano in uno spazio quasi azzerato, dove l’unico protagonista era il movimento. Le quattro stagioni di Vivaldi, rivisitate con sonorità più moderne da un quartetto di musicisti napoletani e ascoltate non dal vivo ma in audio diffusione, dialogavano intimamente con la danza contemporanea, dissolvendo i confini tra antico e moderno. I danzatori sembravano abitare un confine sottilissimo tra sforzo e grazia, tra fatica corporea ed elevazione artistica. La leggerezza degli abiti, i gesti atletici, le musicalità intrecciate hanno creato un racconto che andava oltre la performance, diventando riflessione sulla comunicazione, sulla connessione, sull’energia che circola tra i corpi e tra le arti.
Un Rito di Ri-Connessione
Ho percepito che quella sera non stavo semplicemente guardando uno spettacolo, ma partecipando a un rito collettivo di ri-connessione. Un’esperienza che ha risvegliato sensi sopiti, che ha ricordato come l’arte – quando è veramente tale – non sia mai distante, mai fredda, mai meramente intellettuale, ma sempre incarnazione, sangue, respiro, vita.
I linguaggi artistici di Apicella e Cardano hanno dimostrato come la contemporaneità non sia una categoria temporale, ma una modalità di attraversare l’esperienza: con radicalità, con intensità, con la capacità di sciogliere i confini tra i generi, tra i corpi, tra le forme espressive. Una serata che porto dentro di me come un prezioso racconto iniziatico, dove la danza si è rivelata nella sua più alta potenzialità: non spettacolo, ma rivelazione.
Info su https://www.casadelcontemporaneo.it/event-pro/second-hand-di-seconda-mano-2/