Swingjungen: Un raro luogo di libertà e dissidenza, pagato a caro prezzo.

Swingjungen -Swing Kid - Art by @iphotox ©2024

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Swingjungen. La nascita e l’evoluzione del dissidente movimento giovanile tedesco.

Negli anni ’30 in Germania durante l’ascesa del nazismo, poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, nacque un movimento giovanile alternativo e underground legato alla musica swing e al jazz, i cui membri venivano chiamati “Swing Kids” o “Swingjungen“. Questo movimento sfidava apertamente il regime nazista e la sua becera propaganda. Lo swing e il jazz provenivano dagli Stati Uniti, all’epoca considerati ‘musica degenerata‘ dal Terzo Reich allora imperante in Germania. Nonostante il divieto, molti giovani tedeschi rimasero affascinati da questi generi musicali ritenuti “danzanti” e “allegri”, e nel sottosuolo delle città tedesche, in luoghi di ritrovo appartati, cominciarono a nascere gruppi di adolescenti che ascoltavano in segreto questa musica proibita.

Emersi prima a Amburgo e Berlino, città più aperte culturalmente. I primi gruppi nacquero attorno al 1935-36, guidati spesso da adolescenti delle classi medie.
I membri dei Swingjungen si distinguevano per il loro stile ribelle ed elegante, ispirato alla moda americana: tagli di capelli alla Hollywodiana, giacche lunghe, scialli e pellicce per le ragazze con pettinature estrose e accessori vistosi. Essi ballavano e ascoltavano musica di nascosto, spesso organizzando feste clandestine in luoghi isolati come cantine e fienili.
All’epoca furono uno dei pochi gruppi giovanili ad opporsi al regime nazista in maniera aperta, sfidandone le regole.
Alcuni impararono persino l’inglese per cantare le canzoni.  Il loro stile, ispirato alla moda americana dell’epoca, era considerato decadente e non consono ai canoni estetici nazisti, basati su virilità, disciplina e ordine, oltre che sul patriottismo, l’eroismo e la durezza.

Swingjungen – Art by @iphotox ©2024

Essi rappresentavano per il regime una contro cultura giovanile autonoma, fuori dal controllo delle organizzazioni naziste per la gioventù come le Hitlerjugend. Questo ne minava l’indottrinamento totalitario. Alcuni tra i loro ranghi erano ebrei o figli di emigrati, il che alimentava sospetti di anti patriottismo ai danni del Terzo Reich.

Le autorità naziste vedevano, quindi, gli Swingjungen come una minaccia alla propaganda patriottica e xenofoba del regime. Nel 1941 fu introdotta una nuova legge che criminalizzava l’ascolto di musica swing e jazz, punendolo con il carcere. Le autorità iniziarono a reprimere il fenomeno nel 1939, con retate e perquisizioni nelle case dei sospettati, chi era trovato in possesso di musica proibita veniva arrestato. Molti membri del movimento, in tutta la Germania, finirono per essere prelevati dalla Gestapo e imprigionati.

Swingjungen -verboten-Schild- Targa grottesca che i ragazzi installavano fuori dalle sale da ballo clandestine.

Tra il 1941-42 la repressione si fece durissima. Centinaia di ragazzi finirono in campi di concentramento come Buchenwald. Alcune centinaia di ragazzi vennero addirittura giustiziati. Nonostante tutto, piccoli gruppi clandestini resistettero fino alla fine della guerra, sfidando il divieto di ascoltare musica allegra non-tedesca.
Anche se represso con la forza, il movimento dei Swingjungen ha lasciato una traccia importante come forma iniziale di opposizione non violenta al nazismo da parte dei giovani. Esso ha inoltre contribuito a diffondere la cultura swing e jazz in Germania negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale.
Il loro ricordo è tornato alla luce grazie a testimonianze raccolte, a libri e film come quello di Giovani ribelli (Swing Kids) del 1993 diretto da Thomas carter, tutti dedicati alla storia degli Swing Kids di Amburgo.

In un periodo buio come gli anni ’30/40 in Germania, gli Swingjungen rappresentarono un raro luogo di libertà e dissidenza, pagato a caro prezzo. La loro esperienza, ricorda l’importanza della cultura e della musica come mezzo di opposizione globale a tutte le dittature.

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