Come reagire alla paura? Due palle di lana possono bastare. Il ritmo delle emozioni: come funziona e come gestirlo
Come reagire alla paura. Come tutte le persone, nella mia vita ho dovuto affrontare paure di vario tipo, da preoccupazioni sul lavoro a terrori più profondi.
Immaginate due palle di lana, una nera e una bianca, legate insieme che rotolano giù per una scala a spirale infinita. La palla nera rappresenta la paura, aggrovigliata, carica di oscurità. Quella bianca simboleggia la sua controparte: fede, leggerezza, apertura.
Mentre cadono, la palla nera cresce, gonfiata da pensieri di ciò che potrebbe andare storto. La sfera luminosa della fede invece si rimpicciolisce sotto la pressione della paura. Ma quando il terrore sembra esplodere, le due sfere raggiungono un punto di svolta.
La palla bianca fa da fulcro, opponendosi all’oscurità. Al culmine tra discesa e risalita, le loro spinte collidono e invertono direzione verso l’alto. Nella risalita, è il turno della fede di espandersi mentre l’ansia si sgonfia. Le due sfere continuano la loro danza infinita su e giù per le scale.
Questo cattura l’essenza di viparīta bhāvanā, termine sanscrito che significa “coltivazione degli opposti”. Consiste nel riconoscere la natura ciclica ed effimera di ogni stato emotivo. Ogni emozione contiene il seme della sua polarità opposta.
La pratica insegna a neutralizzare la paura appoggiandosi alla fede, che attende il suo turno. Invece di contrastare la tristezza peggiorando le cose, accettiamo serenamente che la ruota girerà e tornerà la leggerezza.
Anche śūnyatā bhāvanā, la “coltivazione del vuoto”, è ben rappresentata dalla metafora. Consiste nell’analizzare gli oggetti delle nostre paure, scoprendo che mancano di un’esistenza intrinseca permanente, sono “vuoti” di essenza stabile.
Le sfere nere e bianche non hanno alcuna essenza tangibile in sé, dipendono dal contrasto reciproco e dalle forme imposte dalla scala. Senza questi contesti, il filato è sostanzialmente impalpabile.
Śūnyatā bhāvanā ci invita a vedere le emozioni stesse come forme vuote, dipendenti da cornici mentali. Sbrogliando le storie che avvolgiamo attorno ai sentimenti, possiamo allentarne la presa. Iniziamo a vedere anche gli stati d’animo più intensi come modelli condizionati di pensiero, non così concreti.
Una volta demistificata, l’ansia diventa energia grezza da canalizzare, non più paralizzante. Mettendo in dubbio la realtà della paura, sgonfiamo la sua importanza, aprendo spazio alla fede.
Quindi…come reagire alla paura? Insieme, queste pratiche meditative offrono antidoti alla paura. Viparīta bhāvanā sviluppa la resilienza coltivando la speranza nel sollievo futuro. Śūnyatā bhāvanā infonde coraggio rivelando la vacuità della paura. Con saggezza e compassione trascendiamo le illusioni della paura attraverso pazienza e introspezione.
Armonizzandoci con il loro ciclo eterno, troviamo equilibrio. La dinamica degli opposti diventa un viaggio verso la comprensione, non più causa di panico. Sviluppiamo fiducia per aprirci alla pienezza della vita.
Tanta serenità!
Grazie dell’attenzione.
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