Argus C3 è una fotocamera a telemetro da 35 mm prodotta in america da Argus in oltre due milioni di esemplari e distribuita tra il 1939 e il 1966.
La fotocamera della serie Argus C3 era stata definita simpaticamente “il mattone“. L’idea che la pellicola sia sempre il mezzo dominante nella fotografia è oramai impensabile. La maestria tecnica e la praticità delle macchine digitali odierne sono semplicemente fantastiche. Ma mentre pragmaticamente dobbiamo inchinarci al potere ed agli indiscussi vantaggi della ripresa fotografica in digitale, non perderemo mai la nostra affinità con le fotocamere analogiche.
Questa passione per le macchine fotografiche classiche ci da la possibilità oggi attraverso l’iniziativa editoriale ANALOG PHOTO FILES, di tentare di illustrare i modi in cui queste fotocamere, a volte arcaiche, mantengono ancora grande rilevanza nell’era digitale. Ed è quindi, con questo primo articolo (File), dedicato alla gloriosa ARGUS C3 che inauguriamo questa rubrica di fotografia.
Una fotocamera di quasi 80 anni può fare foto decenti? E soprattutto il suo design antiquato può soddisfare un fotografo la cui fotocamera quotidiana è una super mirrorless? Scopriamolo.
Argus C3 è una fotocamera da 35 mm realizzata in plastica bachelizzata e metallo fuso. Gli obiettivi, intercambiabili, sono posizionati davanti a un diaframma che è incredibilmente semplice, affidabile e capace di dieci, sette o cinque tempi di posa (questo in base all’anno di produzione), oltre alla modalità Bulb B. C’è un contatore di fotogrammi, pulsante di scatto dell’otturatore filettato, promemoria della velocità del film e una presa per treppiede. Un sofisticato telemetro accoppiato gestisce la messa a fuoco, mentre un mirino separato consente la composizione dello scatto.
Argus è essenzialmente questo. L’Argus C3 potrebbe essere giustamente considerata niente più che una scatola con un obiettivo ad esso collegato. In effetti, il C3 è stato chiamato simpaticamente “Lunchbox” in Giappone e “The Brick” mattone negli Stati Uniti.
La fotocamera Argus C3, sulla carta sembra decisamente primitiva, soprattutto se confrontata con le fotocamere prodotte nei decenni successivi. Osservare l’Argus C3 attraverso l’ottica dei tempi in cui è stata creata, porta inevitabilmente a considerare questa simpatica macchina fotografica come qualcosa di meravigliosamente tecnico. È compatta, e sembra dotata di una tecnologia decentemente integrata in un pacchetto economico. Particolarmente interessanti sono il telemetro accoppiato e il supporto per un obiettivo intercambiabile; due caratteristiche che non erano certamente comuni nelle fotocamere contemporanee ad essa degli anni ’30 e ’40.
Detto questo, la fotocamera riflette comunque ed invariabilmente i limiti della sua età anagrafica. Il primo, l’avanzamento del film è separato dal meccanismo di armamento dell’otturatore. Ciò significa che per preparare la macchina fotografica allo scatto di una foto è un processo in più fasi che i più moderni utenti di fotocamere non avranno sicuramente mai sperimentato. Premere in seguito una leva per sbloccare l’avanzamento del film, avvolgere una grossa ghiera per far avanzare il film, caricare l’otturatore, regolare l’apertura, mettere a fuoco guardando attraverso una finestra del telemetro e allineare le immagini, passare alla finestra del mirino telescopico, separata, per comporre e quindi scattare.
Esteticamente, sembra che la Argus esprima, a chi la osserva per la prima volta, alternativamente, meraviglia per il suo fascino serio, classico e simpatia per la sua semplicità. Non c’è dubbio che questa sia una macchina fotografica vintage, ma tra le fila di macchine fotografiche d’epoca, non c’è niente che possa assomigliare ad una Argus C3.
Le trame e i colori contrastanti del corpo si completano bene l’un l’altro, con la similpelle nera increspata che accresce splendidamente le fusioni cromate, molto americane, altamente lucidate. La natura geometrica della fotocamera è ulteriormente enfatizzata attraverso l’uso di linee forti e orizzontali ed i grandi ingranaggi circolari, ghiere e interruttori aggiungono un tocco visivo in stile cyber punk. L’Argus C3 è spesso presente in film e in televisione quando si richiede la presenza di una splendida fotocamera classica; il più famoso e stato sicuramente quello nella serie dei film di Harry Potter.
Argus C3, nell’utilizzo pratico questa fotocamera, appare difficile da padroneggiare, soprattutto per chi non ha familiarità nell’utilizzo di macchine fotografiche classiche. L’ordine distinto delle operazioni richieste per utilizzarla con successo, crea situazioni di ripresa in cui sono abbastanza comuni gli scatti mancati, la messa a fuoco errata e le doppie esposizioni accidentali, questo almeno per il primo rullino.
La messa a fuoco può divenire un pò rigida, specialmente al freddo, poiché la lubrificazione degli ingranaggi inizia a indurirsi. Il mirino e la finestra del telemetro sono sicuramente troppo piccoli per un comodo e facile utilizzo, specialmente per quelli che hanno gli occhiali. E i comandi a volte anch’essi troppo piccoli e spesso zigrinati della fotocamera possono rendere tortuoso il tempo di realizzazione di uno scatto.
Una cosa divertente succede utilizzando la nostra Argus C3. Essa non è in alcun modo una macchina fotografica perfetta, o una vera macchina da fotografo da migliaia di scatti, ma man mano che ci si abitua, questi piccoli problemi ergonomici si attenueranno fino al punto in cui li noteremo a malapena. Il nostro stile di ripresa si adatterà, ed inizieremo a godere della meccanica della fotocamera ed i nostri scatti diventeranno quasi zen e da godere, in momenti quasi magici.
Ed è proprio quando questa familiarità sboccia che l’Argus diventa qualcosa di veramente speciale. La stessa metodologia antiquata di scattare, che dapprima può fare inciampare, diventa alla fine la forza più grande della fotocamera. Il modo in cui rallenta tutto è semplicemente magico. Non scattiamo con superficialità, ma piuttosto osserviamo attentamente la nostra scena, esaminando la nostra luce, contemplando le impostazioni della macchina, concentrandoci con cura, componendo con attenzione e riprendendo le fotografie reali. Per coloro che non hanno ancora sperimentato questo tipo di fotografia meccanica lenta, la slow photography, è qualcosa che dovrebbe essere in cima alla propria lista delle priorità.
Gli scatti realizzati con questa fotocamera, sono filtrati attraverso una bella lente tripletto standard da 50mm Argus Cintar con un’apertura massima di F / 3.5 un obiettivo standard abbastanza nitido, che offre comunque immagini di buona qualità in buona luce. La serie Argus C disponeva inoltre di una gamma di obiettivi intercambiabili, con lunghezze focali variabili, questi in verità abbastanza rari. In alcuni casi le lenti sono rivestite antiriflesso, coated, il che aiuta a ridurre le aberrazioni ottiche ed a fornire un contrasto migliore.
In conclusione Argus C3 è una fotocamera che sicuramente ci offrirà, ancora oggi, la possibilità di vedere le cose in modo diverso. Il fotografo che utilizzerà questa fotocamera avrà un modo per rallentare e sperimentare il processo della fotografia analogica, come era una volta ed in modo più riflessivo.
Questa macchina unica e senza tempo rappresenta qualcosa di veramente speciale nel mondo della fotografia. È romanticamente vintage, capace, magnifica e storica. È una fotocamera che ha resistito alla prova del tempo, sviluppandosi solo più distintamente. E se tutto ciò non bastasse, molte fotocamere Argus C3, perfettamente funzionanti, costano circa lo stesso prezzo del canone di un mese di una pay tv.
Allora, cosa state aspettando? procuratevi una Argus C3 e sperimentate la fotografia analogica com’era; semplice, riflessiva e divertente.
- Lente: Argus Coated Cintar 50mm f / 3.5 tre elementi con filtro slip-on, Apertura: f / 3,5-f / 16, Gamma di messa a fuoco: 3-50 piedi + infinito
- Messa a fuoco: combina le immagini del telemetro nell’oculare del telemetro, il telemetro é accoppiato all’obiettivo con una combinazione di ingranaggi.
- Otturatore: persiana a battente, velocità: 10-300 +
- Impostazione: comporre sul lato anteriore sinistro della fotocamera; L’impostazione B è separata dal quadrante, e da un collare sotto il pulsante di scatto, impostato su B, per le velocità impostate su I.
- Pulsante di scatto: sulla piastra superiore, con la presa di rilascio per cavo sync
- Leva di armamento: presente nella parte frontale anteriore destra della fotocamera
- Contatore scatti: a ripristino manuale, non funziona senza la pellicola inserita nella fotocamera, esso é presente sulla piastra superiore.
- Manopola di avvolgimento: tenere premuto il fermo del film accanto al contatore degli scatti sulla piastra superiore, e ruotare la manopola di avvolgimento circa un quarto di giro, quindi rilasciare il fermo del film e continuare a ruotare la manopola senza forzare fino a quando non si ferma. Assicurarsi di non tenere premuto il fermo del film per più di un quarto di giro, altrimenti il film può avanzare oltre una o più esposizioni.
- Manopola per la cattura del film: accanto al quadrante del contatore degli scatti.
- Mirino: telemetro accoppiato, ma con oculari separati per mirino telescopico e telemetro.
- Riavvolgimento della pellicola esposta, presente sulla piastra di fondo.
- Ricarica nuovo fotogramma: nessuna manopola speciale, basta ruotare la manopola del re-wind; il quadrante del contatore del film sulla parte superiore della fotocamera esso ruoterà verso sinistra come indicato da una freccetta.
- Presa per PC Flash: nessun PC, due fori sul lato sinistro della fotocamera per unità flash dedicata (solo in modelli piú recenti).
- Zoccolo a Freddo sul top della fotocamera per accessori e mirini (a seconda dei modelli).
- Autoscatto: nessuno
- Coperchio posteriore: incernierato.
- Attacco per treppiede: ¼ “
- Corpo: metallo; Peso: 749 g
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