Il pomodoro San Marzano, nato nel territorio dell’Agro-Sarnese-Nocerino, rappresenta una delle tante eccellenze campane
Cristiano Luchini
Il pomodoro San Marzano, nato nel territorio dell’Agro-Sarnese-Nocerino, rappresenta una delle tante eccellenze campane di cui si vanta la nostra bella e fertile regione. Una grande specialità ortofrutticola della penisola italiana, molto apprezzata in tutto il mondo, al punto di essere persino a rischio imitazione.
Il pomodoro San Marzano, vanto della nostra bella e fertile terra campana, una delle tante eccellenze della regione, trae origine nel territorio del triangolo dell’Agro-Sarnese-Nocerino, precisamente nella Valle del fiume Sarno. Possiamo localizzarlo nella contrada Fiano, tra le cittadine di Nocera Inferiore e Sarno, zone da cui si è poi diffuso, in breve tempo, mettendo le radici, in particolare, nel territorio del comune di San Marzano, dal quale, ovviamente ha ereditato il nome. I ricercatori hanno azzardato l’ipotesi che il pomodoro San Marzano sia frutto di una ibridazione naturale tra vecchie popolazioni locali , Fiaschella o Fiascone x Tondo di Nocera, oppure da un cambiamento spontaneo della varietà tradizionale chiamata Lampadina e da successive selezioni messe a punto dagli stessi agricoltori.
In realtà, il pomodoro San Marzano, fin da subito, ha riscosso un grande successo dal punto di vista gastronomico, infatti, agli inizi del secolo ventesimo, Francesco Cirio, autentico antesignano dell’industria conserviera, aveva iniziato proprio nell’Agro Sarnese-Nocerino, i primi tentativi di conservazione industriale del pomodoro in scatola, ovvero i celebri pelati, utilizzando le bacche del territorio di San Marzano, visto che la varietà del posto risultava idonea a questo tipo di conservazione. Successivamente, sul tramonto degli anni ’70 ci fu l’avvento degli ibridi e l’immissione della raccolta meccanica che favorirono la diffusione della coltivazione del pomodoro da industria anche in altre regioni, sia al Nord, sia al Sud del nostro paese, relegando il San Marzano a prodotto di nicchia.
Da qui si ebbero tante coltivazioni molto simili al San Marzano, tuttavia erano prive delle caratteristiche tipiche del prodotto originale, come per esempio il suo gusto ricco e la polpa succosa. Pertanto la denominazione San Marzano incominciò sempre più a essere usata per un prodotto che tale non era, il che rappresentò un enorme danno per i coltivatori del pomodoro originario, i quali, in pochi anni, abbandonarono la produzione. Per ovviare a questa situazione, a cominciare dagli anni ’90, la Regione Campania si è adoperata per tentare di ridare una dignità ed una vera identità a questa varietà di pomodoro. Mediante una forte azione di valorizzazione, nel luglio del 1996 la nostra Regione è riuscita ad ottenere il marchio collettivo DOP per il prodotto con la denominazione Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino.
Tale denominazione di origine protetta riconosce il prodotto “pelato” e la tipologia “pelato a filetti”, derivante dalla lavorazione dei frutti appartenenti all’ecotipo San Marzano. Il prodotto immesso sul mercato deve avere dunque caratteristiche ben precise: colore rosso uniforme, forma allungata e parallelepipeda, con lunghezza da 60 a 80 millimetri, mancanza di sapori e di odori estranei, peso dello sgocciolato non inferiore al 65% del peso netto; residuo rifrattometrico non inferiore al 4%; pH tra 4,2 e 4.