La canzone napoletana rappresenta l’espressione dell’essenza di un popolo che annovera grandi artisti
Ennio Duval
La canzone napoletana rappresenta l’espressione dell’essenza di un popolo che ha sempre annoverato grandi artisti. La musica non è altro che linguaggio universale e divulgazione profonda dell’arte: essa ha contraddistinto e dato l’impronta ad epoche, nonché ere storiche divenendo un tutt’uno con la cultura e con le tradizioni di tutti i popoli. Fino al tramonto del secolo diciannovesimo, protagonista e regina assoluta del genere musicale fu la canzone dialettale ed in particolare quella napoletana che ben presto varcò persino i confini nazionali. Tuttavia le primissime canzoni in lingua napoletana cantate nel capoluogo partenopeo erano tutte di origine greca, data l’influenza dei nostri fondatori.
La canzone napoletana rappresenta l’espressione dell’essenza di un popolo che ha sempre annoverato dei grandi artisti, uno fra tutti l’immenso Enrico Caruso. Del resto la musica non è altro che linguaggio universale e divulgazione profonda dell’arte: essa ha contraddistinto e dato l’impronta ad epoche, nonché ere storiche, divenendo un tutt’uno con la cultura e con le tradizioni di tutti i popoli. Fino al tramonto del secolo diciannovesimo, protagonista e regina assoluta del genere musicale fu la canzone dialettale ed in particolare quella napoletana che ben presto varcò persino i confini nazionali. Tuttavia le primissime canzoni in lingua napoletana cantate nel capoluogo partenopeo erano tutte di origine greca, data l’influenza dei nostri fondatori.
La canzone napoletana comparve a Napoli solo nel 1500 ed era detta la villanella, ovvero la canzone villanesca primordiale, che creò le basi della vera e propria canzone napoletana. Successivamente nel diciassettesimo secolo ebbe origine la celeberrima tarantella partenopea e nel secolo seguente, oltre alla diffusione dell’opera buffa, un genere teatrale, fondato sulla canzone, fu sempre più in auge il rito di suonare delle serenate alle donne amate. Pertanto i canti popolari divennero opere buffe e viceversa. Quindi, nel 1800 sorsero, finalmente, le case editrici, le quali divisero la musica in spartiti, al fine di prevenire la perdita di un tale patrimonio. Verso il tramonto del secolo, dopo il grande successo della canzone napoletana all’estero, nacquero le prime canzoni d’autore che noi tutti conosciamo ancora oggi. Gran parte di queste canzoni scritte da autori napoletani furono cantate in diversi paesi del mondo da artisti stranieri, ricevendo un enorme consenso da parte del pubblico.
Il repertorio storico delle canzoni napoletane è assai famoso non solo a Napoli ed in Italia ma anche ben oltre i confini. La canzone napoletana del passato scritta e cantata col cuore ha toccato l’animo di tutti. Essa spesso racconta una storia in cui ci si immedesima facilmente, poiché esprime, attraverso musica e parole, i diversi stati d’animo di una persona. Tra le più note ricordiamo ‘ O surdato nnammurate, ‘ O Sole mio, Dicintencello vuje, Malafemmena, Funiculì, Funiculà, Era di maggio, Reginella, Guapparia.