Certosa di San Martino, dal 1866 Museo storico napoletano da cui si gode un panorama mozzafiato
Paolo Villa
Certosa di San Martino, dal 1866 Museo storico napoletano, situato sulla collina del Vomero, da cui si gode un panorama mozzafiato. All’interno troviamo delle collezioni che ripercorrono le vicissitudini della città partenopea. Si tratta di uno dei siti culturali italiani più apprezzati dai turisti stranieri.
La Certosa di San Martino, situata sulla collina del Vomero, fu costruita nel 1324, ma fu poi trasformata in un museo, nel 1866. Da allora è divenuto un vero e proprio monumento nazionale e museo storico della città di Napoli. All’interno, troviamo, infatti, alcune celebri collezioni che riportano alla mente le vicende storiche del capoluogo campano, nonché le tradizioni e la bellezza impareggiabile della metropoli capitale del sud, che si può godere affacciandosi dal “belvedere” di San Martino. Un panorama mozzafiato davanti al quale non si può che rimanere a bocca aperta.
La Certosa di San Martino si trova sul punto più alto di Napoli e da lassù si può ammirare l’intera città. Nel corso dei secoli ha ampliato il patrimonio artistico, storico ed architettonico di assoluto pregio. Un tempo era un monastero, ma con l’avvento dell’Unità d’Italia, diventò, museo storico della città e del Regno di Napoli. I suoi inestimabili tesori artistici e la sua straordinaria posizione fanno della Certosa di San Martino una delle mete più ambite dai visitatori nazionali ed esteri.
Giuseppe Fiorelli, nel 1866, fu il primo Direttore Archeologico del nascente monumento italiano e Museo, prima testimonianza della mirabile storia della città partenopea. Il patrimonio custodito nella certosa fu man, mano, incrementato attraverso donazioni da parte di privati e di enti. Il museo è suddiviso in diverse sezioni, tra cui quella navale, nella quale le navi che la costituiscono sono frutto della donazione da parte del patrimonio della Real Marina, al Ministero per la Pubblica Istruzione.
Nella sezione “Arti decorative” gran parte delle porcellane, sono giunte d’oltralpe e poi decorate a Napoli, con splendide vedute della città. La collezione comprende inoltre le donazioni della casate dei Borghi, dei Savarese, dei Ricciardi e dei Ruffo di Bagnare. La sezione “Orilia” è composta da oggetti donati da Maria Teresa Orilia nel 1953, in memoria del consorte Marcello. La sezione “Ottocento napoletano” si è arricchita in base alle acquisizioni per il Real Museo Borbonico, poi trasferite in certosa dal 1866.
Per terminare il viaggio nella magnifica Certosa di San Martino, occorre passare per la “sezione presepiale”, anch’essa testimonianza ineccepibile delle tradizione partenopea legata all’arte del presepe, riferendosi alla famosa collezione Cuciniello. Straordinariala donazione dell’avvocato Pasquale Perrone che nel 1971 lasciò al Museo di San Martino la sua raccolta di ben 956 oggetti di ottima qualità, racchiusi nelle caratteristiche vetrine chiamate “scarabattoli”.
Per la cronaca, il complesso fu realizzato da principio, da Tino di Camaino e Attanasio Primario. Della loro grandiosa opera restano i magnifici sotterranei in arte gotica. In verità la certosa, tra la fine del XVI secolo e gli inizi del XVIII fu teatro di un essenziale miglioramento. Ben tre gli architetti che diedero alla struttura l’attuale aspetto. Si tratta di Giovanni Antonio Dosio, Cosimo Fonzago, Nicola Tagliacozzi Canale.