L’Onu e l’Organizzazione Mondiale della Sanità contro la pizza: “Fa male come il fumo”. Guerra aperta, quindi contro questo alimento tipico napoletano che solo qualche tempo fa fu dichiarato, dall’Unesco, come patrimonio dell’umanità. La battaglia intrapresa da questi enti, contro il diabete, i tumori e le malattie cardiovascolari, rischia di diventare una era e propria guerra verso l’agroalimentare italiano. Vi è infatti, secondo gli esperti, la necessità di ridurre l’apporto di grassi saturi, sale, zuccheri ed alcol.
L’Onu e l’Organizzazione mondiale della sanità contro la pizza. Questi enti, sempre in prima fila per combattere il diabete, i tumori e le malattie cardiovascolari, si sono riversati infatti anche contro la pizza, a loro dire, dannosa alla salute proprio come la sigaretta. Incredibile ma vero, se si pensa che soltanto alcuni mesi fa la pizza fu dichiarata dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità. In definitiva si mette sotto accusa anche tutto quello che gira attorno all’agroalimentare italiano. Come rimedi alle malattie non trasmissibili citate, in precedenza, degli esperti hanno rilevato la necessità indiscutibile di ridurre l’apporto di grassi saturi, sale, zuccheri ed alcol. In tal modo i prodotti nostrani come il Parmigiano reggiano, anch’esso addirittura considerato nocivo come il fumo, il prosciutto di Parma, e naturalmente la pizza, come il vino e l’olio d’oliva dovrebbero essere banditi dalle nostre tavole. Una situazione a dir poco sconcertante.
L’Onu e l’Organizzazione mondiale della Sanità contro la pizza. L’Onu, a tal riguardo per il prossimo 27 settembre, ha programmato il D-Day, nello stesso giorno in cui a New York i capi di Stato si incontreranno, manco a farlo apposta per affrontare, appunto le argomentazioni che riguardano le malattie non trasmissibili. All’ordine del giorno ci saranno anche le problematiche inerenti alle nuove e pesanti misure, con molti prodotti per la dieta mediterranea, vista da sempre come la più salutare. Oggi invece, alla luce della nuova realtà, per sconsigliare questa dieta i prodotti usati potrebbero essere pesantemente tassati. Infine per i prodotti con molto sale, grassi e zuccheri, l’Onu vorrebbe creare un’etichetta che ne sottolinei l’alto pericolo per la salute al fine di impedirne il consumo.
L’Onu e l’Organizzazione mondiale della sanità contro la pizza. In realtà le risoluzioni di tali enti non sono necessariamente da adottare dagli Stati membri, tuttavia la campagna denigratoria di questi prodotti agroalimentari italiani, comunque, potrebbe condizionare, come già accaduto in passato il mercato dell’agroalimentare, con alcuni Stati che sarebbero dell’avviso di decidere di adottare misure punitive. D’altronde mettere al bando la pizza, tanto amata non solo dai napoletani, sarebbe delittuoso. Le aziende nostrane sono, pertanto molto preoccupate anche perché sono a rischio gli oltre 41 miliardi di export che l’Italia ha fatto registrare nello scorso anno, e che potrebbero diminuire spaventosamente. Ovviamente c’è preoccupazione anche tra le associazioni dei consumatori che ipotizzano, in caso di leggi restrittive, un aggravio di ben 546 euro all’anno, sulla spesa degli italiani.
A questo punto, solo l’industria chimica e tutte quelle aziende che producono sostituti chimici per alimenti, trarrebbero enormi vantaggi da eventuali restrizioni. In favore della salute e della prevenzioni contro le malattie, diversi Paesi come Francia e Gran Bretagna potrebbero preferire , ad esempio, la Coca Cola Light,, povera di zuccheri, a discapito di ben l’85% dei prodotti Dop italiani tra cui vi è la pizza.