Parmigianino a Capodimonte: pittore tra i più illustri esponenti del Manierismo
Ennio Duval
Parmigianino a Capodimonte: pittore tra i più illustri esponenti del Manierismo. Antea, o Ritratto di giovane donna, un dipinto realizzato da Girolamo Francesco Maria Mazzola detto il Parmigianino, è, attualmente, in esposizione al Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli. Solo grazie al pittore italo-francese Giacomo Barri, nel 1671, il quadro fu chiamato Antea, in quanto si credette che la donna ritratta fosse un’amante dell’autore, che si chiamava con quel nome.
Parmigianino a Capodimonte: Antea o il ritratto di una giovane donna, è un bellissimo quadro, dipinto su tela di Girolamo Francesco Maria Mazzola, alias il Parmigianino, soprannome attribuitogli per i suoi Natali a Parma. L’autore fu tra i più illustri esponenti del Manierismo dal quale assunse la grazia, la raffinatezza e l’eleganza che lo contraddistinsero nella sua produzione artistica. In origine il quadro in questione era intitolato semplicemente, Ritratto di una giovane donna, ma successivamente, nel 1671, grazie al pittore italo-francese Giacomo Barri, nel suo “Viaggio pittoresco d’Italia”, fu deciso di intitolarlo Antea, perchè si pensò che si trattasse dell’immagine dell’amante del Parmigianino, una nobildonna romana chiamata, per l’appunto Antea.
Si trattava, di una celebre cortigiana vissuta nella prima metà del sedicesimo secolo, ma non vi è alcuna certezza che la donna fosse veramente tale personaggio storico. La realizzazione di Antea si fa risalire tra il 1530 e il 1535, un periodo postumo al soggiorno nella capitale del Parmigianino che terminò con il sacco di Roma del 1527. Nel corso dell’intero secolo diciassettesimo, il quadro fu custodito nelle raccolte farnesiane del Palazzo del Giardino a Parma, mentre sul tramonto del Seicento fu trasferito nella Ducale Galleria del Palazzo della Pilotta, sempre nella città emiliana.
Parmigianino a Capodimonte: Più tardi, precisamente nel 1734. l’Antea giunse a Napoli, ma Ferdinando IV, poco dopo, lo mandò a Palermo, dove rimase fino al 1816, quando ritornò nel capoluogo campano. Nel corso della seconda guerra mondiale il dipinto fu trasportato nei depositi di Montecassino da cui venne rubato dai soldati tedeschi e trasferito in Germania. Per fortuna Antea fu recuperato nel 1945 e quindi fu definitivamente portato presso il Museo Nazionale di Capodimonte.
Antea, malgrado l’insicura identità del personaggio, rappresenta gli ideali estetici dell’autore; nel dipinto troviamo tutta la sua cultura manieristica. Il quadro del Parmigianino mette in risalto il volto del soggetto. La donna ritratta mostra uno sguardo fisso, con gli occhi spalancati ed una espressione tranquilla, però, incomprensibile. Ella ha una mano scoperta con cui accarezza una catena, forse, un dono di un amante o di un ammiratore.
Parmigianino a Capodimonte: In Antea, o se più vi pace, nel Ritratto di giovane donna, Girolamo Francesco Maria Mazzola evidenzia un ideale di splendore femminile dovuto in particolare alla grazia ed all’eleganza. Un ritratto perfetto che non ostenta eccessivamente la sensualità e l’eros della donna.