San Giuseppe: auguri a coloro che portano questo nome ed ai papà. Quest’oggi, per celebrare la doppia ricorrenza, sulle tavole di tutta la Campania non mancherà la famosa zeppola, dolce tipico di questo periodo, fritta o al forno che delizia il palato. Ma in diverse regioni italiane si preparano le cosiddette Tavole di San Giuseppe.
Oggi, 19 marzo, si celebra San Giuseppe e la festa del papà, nel ricordo di Giuseppe, il padre putativo di Gesù. San Giuseppe modello indiscusso di vigilanza e provvidenza rappresenta, il santo patrono di tutti i padri di famiglia. Dunque, in questa lieta ricorrenza troviamo una buona occasione per esprimere il nostro affetto e la nostra gratitudine verso la propria figura paterna che rappresenta il punto di riferimento di ogni famiglia. Nello stesso tempo è doveroso fare gli auguri di buon onomastico a tutti coloro che si chiamano Giuseppe, o Giuseppina!
Come vuole la tradizione, sulle tavole di tutta la regione Campania non mancherà la zeppola di San Giuseppe, dolce tipico del periodo, fritto o al forno che delizia il palato. Tuttavia, in questa giornata particolare, in varie regioni della nostra penisola, per celebrare la festività di San Giuseppe si usa imbandire le cosiddette tavole di San Giuseppe. Per esempio, in Puglia è usanza allestire la tavola con una tovaglia bianca nella stanza più bella della casa, decorata con fiori e ceri accesi. Sulla tavola, in bella vista i cibi da consumare a pranzo.
Ma la caratteristica principale è rappresentata dal fatto che i commensali devono essere minimo tre, i quali impersonano San Giuseppe, Maria e Gesù, per un massimo di tredici, sempre in numero dispari. Quindi, oltre alla Sacra Famiglia, i presenti impersonano Sant’Anna, Sant’Elisabetta, San Zaccaria, San Gioacchino, San Filippo, San Giovanni, Santa Maria Cleofe, Sant’Agnese, San Giuseppe d’Arimatea.
Tutti i commensali si riuniscono attorno alla Tavola, dove non può mancare l’immagine di San Giuseppe. Prima di iniziare il pranzo i presenti recitano il Rosario, intervallando, ad ogni posta, la litania “San Giuseppe prega per noi” e un ricordo, perché il Santo accolga ed esaudisca le loro richieste. Il commensale che impersona Giuseppe detta i tempi, dando il via al pranzo con un colpo di bastone sul pavimento. Dopo il suo assaggio della prima portata, tocca agli altri astanti cominciare a mangiare, fino a quando, sempre Giuseppe, non batte la forchetta sul suo piatto per ben tre volte, il che sta a significare che è il momento di recitare una preghiera.
Dopodiché giunge il momento di portare in tavola una seconda pietanza ed il rituale si ripete nuovamente con il recitare una preghiera tra una portata e l’altra, fino alla distribuzione di grossi pani, ognuno con un simbolo diverso, da parte della famiglia devota ai rispettivi Santi che rispondono “ San Giuseppe gradisca il tuo sacrificio”. Per la cronaca le portate che si susseguono nel corso del pranzo sono nove: vermicelli con ceci, pasta con miele e mollica di pane, rape bollite e cavolfiori, lampascioni, pesce fritto, stoccafisso in umido, fritti col miele, pane votivo, finocchio. Da bere, naturalmente vino volontà.