Tonino Caruso il “sindaco”del Borgo del Petraio, percorso storico di 500 gradini che collega la collina del Vomero a Napoli.
Tonino Caruso, abitante storico del Borgo del Petraio, zona di Napoli così chiamato dall’omonimo borgo Gradini del Petraio che porta sulla collina del Vomero, affettuosamente soprannominato, il sindaco del luogo, per i suoi trascorsi e la sua strabiliante conoscenza della zona e della storia di questi 500 e più gradini della salita del Petraio, ci ha concesso una singolare intervista per illustrarci con dovizia di particolari, tutta la zona e gli aneddoti ad essa collegati. Tonino Caruso, in verità, è un “giovanotto” di 82 anni ma ancora attivissimo sia fisicamente che mentalmente, il quale ci ha stupito per la sua straordinaria voglia di vivere in quel borgo che per lui e la sua famiglia ha rappresentato tutto. I gradini, peraltro scavati all’interno del tufo attraversano antiche casette, autentici reperti storici dell’epoca romana e fiancheggiano gli orti ed i giardini della non lontana certosa, offrendo a coloro che salgono o scendono quei numerosi gradini un panorama mozzafiato.
Il Borgo del Petraio del nostro simpaticissimo “sindaco” Tonino Caruso è un sistema viario vecchissimo ma molto intelligente, tuttavia surclassato, sia dal moderno trasporto urbano e sia dall’incuria e dall’abbandono delle Istituzioni. Per la cronaca la salita parte dal Corso Vittorio Emanuele e giunge a San Martino. Oltre cinquecento gradini per un percorso della durata di una ventina di minuti, a buon passo. Cinquecentotre gradini per l’esattezza, passando tra abitazioni al pianterreno con balconcini ricavati senza il permesso del Comune e sormontati da fatiscenti tettoie in plexiglass, bruttissime verande, ed una sorta di piccoli balconi fioriti che fanno tenerezza. Qui, vi era una vecchia pensione, la Haase, ormai scomparsa, in cui soggiornò il noto pittore tedesco Pau
Queste rampe del Petraio si sono trasformate, sempre di più, in una specie di attrazione turistica. La prima rampa, come ci riferisce il buon Tonino Caruso, termina con l’edicola votiva realizzata sul finire dell ‘Ottocento. Si tratta di una nicchia a muro che rappresenta una visione infantile, dell’oltretomba. Proseguendo per la salita troviamo il primo slargo dove motorini parcheggiati, una baracca di lamiera che è ferma lì da mesi, un viavai di muratori assorti in opere di strana natura, colpiscono lo sguardo del passante. Tornando al mitico Tonino Caruso, questi ci ha fatto capire saggiamente che bisogna prendere la vita con i giusti tempi, senza alcuna fretta. Come fanno i turisti che vengono al Petraio: questi ultimi camminano lentamente, si fermano, osservano attentamente i luoghi cercando di assaporarne la storia, la cultura ed i costumi. Cornice meravigliosa della Salita o Discesa che dir si voglia, il panorama che dà sul golfo di Napoli, uno spettacolo davvero emozionante.
Una volta superato il largo, inizia la parte alta del cammino. Una ventina di scalini ed ecco via Sanfelice. Una cinquantina ancora e si raggiunge il Poggio Ravascheri, in via Mancini. Altri venti gradoni e si arriva lassù in alto in cima alla collina. Ogni tanto bisognerebbe interrompere le vecchie abitudini di tutti i giorni, e dovendo raggiungere il centro, dal Vomero, o viceversa, non si dovrebbe usare la funicolare ma imboccare questa strada-sentiero, perchè anche noi napoletani possiamo godere delle bellezze naturali della nostra città. Si perchè per scoprire Napoli occorre passare per le sue tantissime scale che ci permettono di attraversare il capoluogo partenopeo dal basso verso l’alto o al contrario. Alcuni di queste salite sono più curate, altre quasi abbandonate, ed altre ancora si estendono per molte centinaia di metri; come appunto la Salita o Discesa del Petraio percorso consigliabile anche per una sana attività fisica e fotografica.