Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi Napoli, chiamata anche Chiesa di Santa Maria di Monteoliveto, una parte fiorentina trasferita nella città partenopea. Si tratta di una struttura monumentale ubicata nel cuore della metropoli partenopea, non distante dalla celebre via Toledo.
La Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi, o Chiesa di Santa Maria di Monteoliveto che dir si voglia, a Napoli, rappresenta una parte di Firenze, trasportata nella città partenopea. Infatti, non a caso, viene considerata dai critici d’arte una delle più importanti strutture rinascimentali della Toscana, situate a Napoli. La Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi, per la cronaca, fu costruita nel 1411, ma il nome attuale le fu attribuito soltanto agli inizi del diciannovesimo secolo, allorché fu ceduta all’arciconfraternita dei Lombardi, orfana della sua chiesa intitolata a Sant’Anna.
In essa sono custoditi gli affreschi di Vasari del 1544, visibili nella Sacrestia Vecchia ed il gruppo scultoreo di terracotta che ritrae il Compianto sul Cristo Morto di Guido Mazzoni del 1492, conservato nell’Oratorio del Santo Sepolcro. Come affermato in precedenza, la chiesa è stata edificata su una base tipicamente fiorentina, ovvero con una navata centrale, una volta barocca a botte cassettonata e cupola, confinante con 5 cappelle laterali, le quali vanno ad aggiungersi ad altre due già esistenti accanto all’abside. Tuttavia lo stile tardogotico partenopeo si nota in virtù dell’arco a sesto ribassato ed alle superstite finestre sui lati e sull’androne.
In realtà la maestosa Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi, a Monteoliveto, fu fondata da Gurello Origlia, il capo dei notai del re Ladislao di Durazzo, che sovvenzionò la costruzione di una chiesetta intitolata alla vergine di Monteoliveto, chiamata Santa Maria di Monteoliveto e l’affidò, poi ai padri Olivetani. La struttura fu, successivamente, rimaneggiata ed ampliata grazie al sovrano Alfonso I di Napoli ed in breve tempo diventò tra le favorite della corte aragonese.
Le scelte dello stile operate nel corso della riedificazione e decorazione del complesso evidenziavano un chiaro riferimento alle esperienze artistiche della città di Firenze tra il XV ed il XVI secolo, in correlazione ai rapporti politici ed economici che la casata Aragonese di Napoli intesse con i Medici di Firenze, il cui esponente più illustre, Lorenzo il Magnifico venne investito della carica di Gran Camerario del Regno, dal re Ferrante nel 1483.
Da allora furono tantissimi gli artisti provenienti da tutta la penisola per dare il loro contributo alla decorazione della Chiesa, ingaggiati dallo stesso sovrano oppure dalla committenza di qualche aristocratico. Le opere di questi autentici maestri fecero di quel luogo lo studio dell’arte del cinquecento. La struttura religiosa mette in risalto il grande legame tra il capoluogo campano e la Toscana, a testimonianza che già nel cinquecento, a Napoli, vi era una nutrita schiera fiorentina composta da mercanti, artigiani e banchieri.
Più tardi nel XVII secolo l’architetto Gaetano Sacco trasformò letteralmente la chiesa olivetana, mentre nel 1798 re Ferdinando I delle Due Sicilie bandì gli olivetani e così l’arciconfraternita dei Lombardi, a quel tempo, in un’altra chiesa
Dopo la seconda guerra mondiale, a causa dei danni provocati dall’evento bellico, una parte della facciata fu totalmente ricostruita. La più importante traccia del rinascimento fiorentino presente nella Chiesa è costituita dalla sacrestia del Vasari, completamente affrescata dal famoso pittore, scultore e storico aretino, Giorgio Vasari. Grazie a lui il manierismo toscano valicò i confini dello Stato pontificio e arrivò, finalmente, nel Meridione della penisola italiana. All’interno della struttura di Piazza Monteoliveto il manierismo vasariano ostenta uno stile architettonico gotico.
Dunque la Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi costituisce, per chi ama ammirare le straordinarie bellezze artistiche della città di Napoli, una tappa irrinunciabile.