Prestigiose opere di maestri sconosciuti, del XVI e XVII secolo, presenti in diverse chiese del centro storico di Giugliano in Campania, cittadina in provincia di Napoli. Lavori eccellenti, in particolare nella chiesa dell’Annunziata ed in quella di Santa Sofia.
Prestigiose opere di maestri sconosciuti. Girando per le varie chiese di Giugliano in Campania, località sita nella provincia di Napoli, abbiamo notato la presenza di prestigiose opere di maestri sconosciuti, risalenti al sedicesimo e diciassettesimo secolo, le quali fanno da cornice ai piccoli altari, situati ai lati delle chiese. Tali lavori si trovano specialmente nelle chiese più importanti del centro storico della cittadina a nord del capoluogo campano, come per esempio l’Annunziata e Santa Sofia.
Gettando l’occhio sulla Collegiata di Santa Sofia è facile osservare che nelle piccole cappelle laterali sono esposti dei veri e propri tesori, come altarini in marmo di vari colori, nonché delle opere che si differenziano tra loro per i diversi stili ed i diversi periodi in cui sono state realizzate. Stili che spaziano dal fiammingo a quello caratteristico del Caravaggio. In una di queste cappelle, si trova persino un bellissimo affresco realizzato, forse tra il 1200 ed il 1300, il quale fu trasferito dalla chiesa del Corpo di Cristo, che sorgeva antecedentemente a quella attuale.
Tali opere appartenevano a svariate famiglie di Giugliano, le quali erano solite abbellire le cappelle relativamente alla loro posizione economica. Sempre nella Collegiata di Santa Sofia troviamo ben 11 cappelline e la grande cappella di san Giuliano, nonché altri quattro altarini nella zona della navata centrale. In esse ci sono opere di maestri conosciuti come Fabrizio Santafede, (definito il “Raffaello napoletano”), e di altri sconosciuti. Doveroso menzionare una intensa Madonna col bambino e Sant’Antonio da Padova, una Maddalena sotto il crocifisso, un’adorazione dei Magi, un’Immacolata Concezione, una Vergine con san Carlo e san Pietro ed infine la caduta di san Paolo, un dipinto di Giuseppe Marullo, opera tra le più famose della Collegiata di Santa Sofia.
Sconosciuti o non, gli autori di queste opere sono certamente vissuti tra la fine del cinquecento e la prima metà del settecento. Si tratta di artisti risalenti alle più disparate botteghe dei maestri di quel periodo; probabili allievi di Massimo Stanzione , Filippo Vitale, Luca Giordano, Jusepe de Ribera, e di tanti altri come Mattia Preti, Francesco Solimena, Paolo de Matteis e via discorrendo. Lavori che venivano realizzati nella quasi totalità da questi allievi o, con l’aiuto degli stessi maestri che davano lo spunto, tracciando le linee generali per poi lasciare fare all’ingegno degli allievi. Dato l’elevato numero di committenze da sbrigare nella bottega, il maestro, non avendo il tempo di seguire i propri collaboratori non esitava a fidarsi della loro bravura.
Da qui si capisce come, spesso, sia assai difficile poter distinguere un’opera di un grande maestro da quella di un suo allievo o quanto meno ricondurla ad una specifica scuola. Oltre alle opere di cui abbiamo già parlato nel notevole panorama di Santa Sofia emergono due di queste opere, mentre molte altre si sono sono ridotte in pessimo stato: l’Immacolata Concezione l’incredulità di san Tommaso. La prima si trova nella cappella Ciccarelli, realizzata nel 1720 e la tela dovrebbe essere su per giù di quell’anno.
L’incredulità di San Tommaso, invece viene ricondotta alla bottega di Luca Giordano; l’opera sembra quasi sospesa tra il reale, per via delle architetture classiche, ed il mistico dovuto alla luce di Gesù e gli angeli. Le prestigiose opere di maestri sconosciuti svariano su più stili, vuoi per adeguarsi all’epoca, vuoi per specifica volontà del committente stesso. Sta di fatto che il seicento ed il settecento, a Napoli, ma anche in paesi come Giugliano in Campania dove approdavano molti nuovi talenti dell’arte, rappresentano due dei secoli più interessanti e affascinanti della storia partenopea.