Amarcord: Napoli vs Juventus 3-0, quarti di finale di ritorno Coppa Uefa 88/89
In concomitanza con la data del 15 marzo, vogliamo ricordare l’entusiasmante gara di ritorno dei quarti di finale di Coppa Uefa 1988/89 Napoli vs Juventus, disputata allo stadio San Paolo. In quell’occasione gli azzurri di capitan Maradona riuscirono in un‘impresa indimenticabile che è passata alla storia. Il Napoli era chiamato a ribaltare il risultato del match di andata a Torino, vinto dalla Juventus per 2 a 0, quindi per superare il turno la formazione azzurra, allora guidata da Ottavio Bianchi, doveva segnare minimo tre gol e non subirne alcuno, oppure vincere con tre gol di scarto, a prescindere dal non prendere reti.
Ebbene quella del 15 marzo 1989 fu veramente una notte magica. L’allenatore azzurro mandò in campo la seguente formazione: Giuliani, Ferrara, Francini, Corradini, Alemao, Renica, Carannante (106′ Neri), Crippa, Careca, Maradona (96′ Romano), Carnevale.
Sugli spalti di Fuorigrotta 70.000 appassionati e calorosi sostenitori partenopei erano pronti a spingere i loro beniamini verso la storia. Inizia la partita e dopo pochi minuti gli ospiti, in maglia bianconera, vanno in gol con il danese Laudrup, ma per fortuna il guardalinee alza la bandierina ed invita l’arbitro ad annullare la rete per fuorigioco dello stesso marcatore. Il pubblico dapprima gelato, si rianima e gioisce come se il Napoli avesse segnato un gol. Non passano neanche 5 cinque minuti dallo scampato pericolo che la compagine di Bianchi trova il gol del vantaggio.
Il direttore di gara, infatti al decimo minuto di gioco assegna un calcio di rigore al Napoli: ovviamente con il pallone in mano si avvia verso il dischetto Diego Armando Maradona. Giocatori e tifosi azzurri col fiato sospeso, qualcuno si gira pure dall’altra parte per non guardare. Lemme lemme, il pibe de’oro giunge sul dischetto, leva col piede un pò di quella polvere bianca che contraddistingue il cerchietto, a mò di un gesto scaramantico e si accinge al tiro. Fischio dell’arbitro e Maradona parte con la sua classica mini rincorsa: sono millesimi di secondi interminabili, ma il pallone è finalmente alle spalle del portiere bianconero Tacconi, completamente spiazzato dal tiro del campione argentino.
Il pubblico è letteralmente in delirio, Napoli vs Juventus 1-0. Palla al centro del campo e si riparte; la gara intanto fila via senza troppi sussulti, i padroni di casa sempre all’attacco alla ricerca del raddoppio, senza però scoprirsi troppo, il signor Kirschen, sta per portare il fischietto alla bocca per sancire la fine del primo tempo ma al quarantacinquesimo esatto i partenopei riescono a trovare il secondo gol, grazie a Carnevale. Boato del San Paolo che fa tremare tutte le abitazioni site nei dintorni dello stadio. Finisce la prima frazione di gioco e tutti negli spogliatoi. I tifosi cominciano a credere nel miracolo, manca soltanto una rete per buttare fuori dalla competizione europea l’odiata Vecchia Signora.
Ricomincia la partita che tuttavia, nei secondi quarantacinque minuti non si smuove dal 2 a 0, si arriva così al novantesimo e l’arbitro fischia la fine dei tempi regolamentari, si va ai supplementari, occorrono altri trenta minuti per decretare la squadra che proseguirà l’avventura continentale. Intanto Maradona, dopo sei minuti, stremato esce dal campo sostituito da Romano. Il primo tempo supplementare si chiude ancora con l’identico punteggio del novantesimo. Ultimi 15 minuti di gioco, se non succede nulla si andrà alla lotteria dei rigori. Il Napoli riparte convinto e si porta con continuità in avanti, ma fino al 118′ minuto non accade niente di trascendentale né da una parte né dall’altra.
Arriviamo quindi ad un solo minuto dal termine del secondo tempo supplementare, ormai prevale la stanchezza e la rassegnazione di andare ai rigori. Ma nessuno immaginava che la storia fosse lì per scriversi. Calcio d’angolo per il Napoli, mischione in area di rigore della Juventus, all’improvviso sbuca la testa dello spilungone azzurro, Alessandro Renica. Incornata del difensore partenopeo palla che sbatte prima a terra e poi si infila sotto la traversa. Tre a zero e palla al centro, ma pochi secondi e giunge il fischio del direttore di gara. Il Napoli è in semifinale di Coppa Uefa. Superfluo dire che sulle gradinate succede il finimondo, cori, balli e canti ed anche lacrime di felicità, un vero tripudio. Maradona e soci scrivono un’altra pagina di storia, storia che si completerá con il trionfo finale del Napoli in quella manifestazione. Quella è l’unica Coppa europea vinta finora dal club azzurro.