Real Madrid vs Napoli rievoca vecchi ricordi
Real Madrid-Napoli è stato l’esito del sorteggio di Nyon per l’accoppiamento degli ottavi di finale di Champions League. Se dopo l’estrazione europea di qualche ora fa avete pensato che al Napoli poteva andare meglio, sappiate che capitò, praticamente la stessa cosa, anche una trentina di anni fa.
Andando, infatti, indietro con la memoria, a circa trent’anni or sono, cioè al debutto assoluto della squadra azzurra nella massima competizione continentale che non si chiamava ancora Champions League ma, molto più semplicemente, Coppa dei Campioni, alla quale erano ammesse soltanto le compagini vittoriose in patria e non esistevano gironi, la qualificazione si decideva nel doppio confronto e chi perdeva tornava subito a casa, accadde esattamente quello che è accaduto stamattina.
Nel sorteggio per il primo turno eliminatorio, al Napoli toccò, come oggi il Real Madrid. Era un altro calcio, tutte le coppe si giocavano il mercoledì, alla stessa ora e la diretta TV era riservata solo alla partita di cartello. Con un curriculum europeo non certo brillantissimo, il Napoli non poteva pretendere di essere accoppiato alla classica squadretta maltese o albanese come, ad esempio capitava abitualmente alla Juventus, ma neppure pensava di andare a pescare, addirittura, una corazzata come il Real Madrid.
Eppure quel Napoli era forte, visto che nell’intelaiatura della squadra, campione d’Italia 1986/87, aveva aggiunto un terzino sinistro di grande spessore come Gianni Francini e, soprattutto, il ventisettenne centravanti brasiliano Antonio Careca, punta di diamante della nazionale verdeoro. Era forte, anzi fortissimo, però anche il Real Madrid, migliore formazione di Spagna e forse d’Europa, con elementi di livello mondiale quali il portiere Buyo, i difensori Chendo e Sanchis, i centrocampisti Michel, Gallego e Martin Vasquez, le punte Sanchez e Butragueno.
Era soprattutto una squadra abituata ai grandi appuntamenti, sicura e sfrontata come sa essere chi non ha paura di nulla, neanche di una “finale anticipata”come poteva essere la super sfida col Napoli di Maradona. La partita di andata si disputò nella capitale spagnola, in uno stadio vuoto, il mitico Bernabeu, perché la squadra madrilena era stata sanzionata con un turno a “porte chiuse” per le intemperanze dei propri tifosi, i famigerati Ultras Sur, nel corso della stagione precedente.
In quella calda sera di metà settembre ma in un clima surreale lo stadio Santiago Bernabeu si presentava dunque come una cattedrale nel deserto, il che non giovò allo spettacolo e neanche, per paradosso, ai calciatori del Napoli, ormai abituati a palcoscenici infuocati ed accoglienze a dir poco ostili.
Privo di Careca, con Maradona a mezzo servizio ed un centrocampo con Luciano Sola, un onesto e modestissimo gregario che mai avrebbe immaginato di ritrovarsi, un giorno titolare in Coppa Campioni sul prato del Bernabeu, il Napoli disputò una partita anonima, ma nella fase iniziale trovò il tempo di pungere due volte i blancos con le incursioni di Renica e Giordano, che mancarono di pochi centimetri l’appuntamento con la storia. Scampati i pericoli, il Real Madrid impose la legge del più forte, passando prima con Michel su calcio di rigore e nel corso della ripresa, con una sfortunata autorete di Nando De Napoli che sancì il risultato di 2 a 0.
Due settimane dopo, in un San Paolo gremito da 75.000 persone e ribollente di passione, la squadra di Bianchi stava cullando il sogno della rimonta, poichè era in vantaggio di un gol, rete del terzino Francini, ed aveva sfiorato in più occasioni il raddoppio ma un guizzo del Buitre al tramonto del primo tempo strozzò quel sogno e rese amara la prima volta del Napoli in coppa dei Campioni. Dopo trent’anni gli azzurri di Sarri hanno l’occasione di rendere pan per focaccia ai madrileni, prendendosi una clamorosa rivincita. Un sogno, ovviamente, tuttavia a volte i sogni si avverano!