Miti, leggende, spiriti e streghe della città di Napoli, ancora oggi nella credenza popolare
Cristina Gragnaniello
Miti, leggende, spiriti e streghe della città di Napoli, ancora oggi nella credenza popolare. Da sempre il capoluogo partenopeo è ricco di segreti, storie di fantasmi, spiriti benevoli o spettri maligni. La storia stessa della fondazione della città affonda le sue radici in una delle leggende più note, quella della Sirena Partenope, al punto che uno degli aggettivi per identificare i cittadini napoletani è appunto partenopei.
Miti, leggende, spiriti e streghe della città di Napoli, ancora oggi, parte integrante delle credenze popolari dei napoletani. Infatti la stessa storia della fondazione della città affonda le sue radici in una delle leggende più celebri, vale a dire quella della Sirena Partenope. Come tutti sapranno uno degli aggettivi per riconoscere i cittadini è appunto partenopei. O Munaciello, ‘a Bella ‘Mbriana, l’uovo magico di Castel dell’Ovo, gli spettri nei palazzi e nelle fortezze e le streghe, rappresentano i racconti che si tramandano di generazione in generazione e che fanno di Napoli una città avvolta dal mistero. In verità le leggende più famose che riguardano la figura di Partenope, ritenuta la fondatrice di questa meravigliosa città, sono due; la prima trae origine dall’Odissea di Omero, in cui si narra che l’astuto Ulisse fu l’unico a non essere colpito dagli effetti del canto melodioso ma mortale delle tre sirene, le quali non riuscendo nel’intento furono indotte al suicidio.
Il corpo di una delle tre, la sirena Partenope, fu trasportato fino all’isolotto di Megaride,, a Santa Lucia, dove attualmente sorge il Castel dell’Ovo, per poi dissolversi, e stando al mito si trasformò nel paesaggio odierno della città. La seconda leggenda, invece, racconta che Partenope era una fanciulla greca innamorata di Cimone il cui amore era però disapprovato dal padre. I due innamorati, quindi, decisero di fuggire, arrivando sulle coste napoletane, e qui la giovane iniziò ad essere osannata dai cittadini visto che, al suo cammino, la terra diventava sempre più fertile.
Miti, leggende, spiriti, streghe della città di Napoli. La Bella ‘Mbriana rappresenta per i napoletani uno spirito benevolo che vive nelle loro case portando fortuna e convive con il Munaciello, di cui è però antagonista. In realtà non si sa quale sia esattamente precisamente il suo aspetto, dal momento che compare sempre di sfuggita nel corso delle ore del primo pomeriggio e quando la si vede si trasforma magicamente in un geco, ossia un animale considerato portafortuna. A sentire la leggenda, la Bella ‘Mbriana, era, in verità una bellissima principessa che perse il suo amore e, sola e disperata, cominciò a vagare per la città. Allora Il re, suo padre invitò i suoi sudditi ad aprire le porte delle loro case per accoglierla benevolmente. Questo il motivo per cui è considerata lo spirito che protegge la casa.
Miti, leggende, spiriti e streghe della città di Napoli: O’ Munaciello, viceversa è uno spirito dispettoso che vive anch’egli nelle case dei napoletani, ma può spesso portare sventura ed indossa un saio da monaco che nasconde le sue brutte sembianze. Secondo la nota scrittrice Matilde Serao fu un personaggio veramente esistito, il figlio deforme di Caterinella Frezza, una ricca nobildonna che si innamorò di un garzone contro la volontà del genitore e per questo mise al mondo un figlio dall’aspetto orribile. Secondo la leggenda, o munaciello , fu un gestore di pozzi d’acqua che entrava nelle case dai canali di scolo per rubare.Il popolo gli conferisce poteri magici e lo accusa di avvenimenti spiacevoli, ma, nello stesso tempo lo ritiene benevolo perché spesso lascia delle monete in luoghi nascosti della casa.
Miti, leggende, spiriti e streghe della città di Napoli: Infine, parliamo del Castel dell’Ovo. esso deve il suo nome ad un’antica leggenda che coinvolge il poeta latino Virgilio. Quest’ultimo considerato un mago nel Medioevo, avrebbe nascosto un uovo magico nelle segrete del castello allo scopo di non farlo crollare mai. Infatti, la sua eventuale rottura avrebbe provocato la distruzione della fortezza e di tutta la città. L’uovo tuttavia non fu mai trovato, ma si dice che si trovi in una tanica d’acqua chiusa in una gabbia di ferro appesa ad una trave di quercia in una delle stanze dei sotterranei. Nel 1500 un crollo dell’arco causò il caos ed il panico tra gli abitanti e la Regina Giovanna I fu obbligata, per tranquillizzare i suoi sudditi a giurare di aver rimpiazzato l’uovo.