Leggende di Napoli: miti e misteri partenopei che molti ignorano. I racconti fantastici e le leggende del capoluogo campano.
Leggende di Napoli. La città di Napoli vive da più di tremila anni nel mito e nei misteri narrati da leggende, tramandate di generazione in generazione. Napoli infatti ha i suoi natali attraverso la leggenda della sirena Partenope, rivive con l’uovo di Virgilio a Castel dell’Ovo, narra le ombre con la Bella ‘Mbriana.
Del resto, gli spettri, i fantasmi, gli spiriti maligni e benigni, il munaciello ne sono un esempio lampante. Il popolo ha tramandato e trasformato, col trascorrere dei secoli antichi miti. Le leggende di Napoli nascono da tempi lontani e giungono fino ai giorni nostri, un cammino per il quale sono passati grandi personaggi, come letterati e studiosi: Matilde Serao con il suo libro “leggende Napoletane” fu la prima a raccogliere i testi e le narrazioni popolari, seguita qualche tempo dopo da Benedetto Croce, Eduardo de Filippo e moltissimi altri napoletani di fama indiscussa.
Leggende di Napoli, come quella di Partenope o quella dell’amore, la barca fantasma ed i quattro fratelli diventati colline. Il mare e palazzo Donn’Anna, le gesta di Virgilio il mago. Questa città ha in seno un’infinità di storie da raccontare. Miti e misteri costituiscono una grossa fetta del fascino che Napoli esercita sulle sugli stranieri provenienti da tutto il mondo.
Parlando di misteri ricordiamo che in una grotta nei sotterranei della zona dell’Arenella, sono stati rinvenuti degli affreschi misteriosi di cui non si conosce l’origine. La zona, per la cronaca fu il teatro dei raduni dell’Accademia dei Segreti, fondata da Giovanni Battista della Porta. 30anni fa, alcuni geologi che ispezionavano l’ingresso di un anfratto di tufo in via Carlo Cattaneo, nel quartiere Arenella, s’imbatterono in uno spettacolare ambiente costituito da labirinti, colonne, lapidi, nicchie e intonaci posti in opus reticulatum, scoprendo frammenti di affreschi e un’intera parete scolpita raffigurante un mostruoso volto.
Un’altra leggenda ci narra della fossa del coccodrillo situata nel Maschio Angioino. Nei cunicoli del famoso castello vi era un’apertura nella parete, i prigionieri venivano gettati nella fossa e quindi azzannati dal grosso rettile. La leggenda racconta che i prigionieri rinchiusi al Maschio Angioino scomparivano all’improvviso; fu quindi predisposto un controllo maggiore e si venne a sapere della presenza di un coccodrillo che entrava da un’apertura nella parete, azzannava i prigionieri e li trascinava con sé in mare.
Sembra che l’animale fosse giunto a Napoli seguendo una nave. Si decise pertanto di gettare nella fossa del coccodrillo tutti i prigionieri scomodi da eliminare senza farlo sapere a nessuno. Napoli rappresenta una città sui generis, due città in una: La prima caotica e rumorosa, la seconda molto più silenziosa, che si insinua tra le cavità sotterranee dove esiste una realtà divisa tra il mistico e il misterioso.
In una di queste cavità sorge quello che i napoletani chiamamo “’O campusant’ d’e Funtanelle”, ossia il Cimitero delle Fontanelle, situato tra il rione Sanità ed il quartiere dei Vergini. Nel 1656 era utilizzato come fossa comune per seppellire le vittime dell’epidemia di peste; cosa che accadde anche nel 1834, a causa dello scoppio di un’epidemia di colera che costò la vita a numerosissime persone. All’epoca essere seppelliti in una tomba vera e singola era un lusso riservato a pochi eletti; tumulare i propri cari aveva, infatti, un costo elevatissimo, per non parlare del permesso che era necessario ricevere esclusivamente da un prelato. Insomma, già allora, anche dopo la morte c’era bisogno di una raccomandazione.
I napoletani, in seguito, vista la grande necessità di trovare una sistemazione ai tanti cadaveri, pensarono che l’unica soluzione fosse rappresentata da quella cavità del sottosuolo che percorreva gran parte della città. Nacque dunque il cimitero delle Fontanelle, così chiamato dal nome della strada in cui sorgeva. Questo cimitero secondo le leggende di Napoli ha il potere di regalare sogni e speranze. Infatti le anime in pena, si presentano in sogno chiedendo che finiscano i propri tormenti, e la persona viva si impegna a pregare in favore dell’espiazione dell’anima.
Attorno alla vita della Napoli sotterranea sono state tramandate tantissime leggende: per il momento ve ne abbiamo raccontato soltanto alcune, ma a breve ritorneremo ad approfondire singolarmente ed in modo più dettagliato l’argomento.