Concept car le macchine del futuro degli anni cinquanta

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Concept car, le macchine del futuro degli anni cinquanta 

Gli anni ’50 rappresentarono l’età dell’oro dell’industria automobilistica statunitense, basta pensare alle primissime Mustang made in Ford, o alle scattanti Chevrolet della General Motors. Tuttavia, questo periodo partorì anche alcune tra le più bizzarre concept car mai viste nella storia dell’automobile.

Parliamo delle “macchine del futuro”, le Cars of Tomorrow, simbolo di una visione ottimista dell’avvenire e fomentata dalla corsa allo spazio.

La Ford Gyron è una di queste. Carrozzeria affusolata come un jet, abitacolo coperto da una calotta di plexiglass a bolla, e solo due ruote, una dietro l’altra, come mezzo di propulsione.

L’esile prototipo doveva sostenersi grazie all’azione centrifuga di un giroscopio, anche se nelle poche dimostrazioni pratiche in cui fu coinvolta, la Gyron era sostenuta con l’aiuto di due mondanissime rotelle addizionali.

Sempre un idea Ford, anche se rimasta bloccata allo stage teorico, la Nucleon, invece, era una futuristica vettura alimentata da un reattore a fissione nucleare

I tecnici pensavano ad un sistema di turbine a vapore che, alimentate dal calore del reattore, avrebbero garantito un sistema di propulsione efficiente nei consumi e poco inquinante.

Nella visione della Ford, le stazioni della benzina si sarebbero estinte nel vicino futuro, sostituite da dei veri e propri centri di ricambio reattori, con un intera gamma di generatori a fissione a disposizione dei clienti, divisi per performance e consumo.

La Nucleon, poco sorprendentemente, fu un nulla di fatto, complice la mancanza di sviluppi nel campo della miniaturizzazione dei reattori nucleari.

Meno “atomica” ma sicuramente all’avanguardia era la Firebird III della General Motors, terzo esemplare di una catena di concept car dal gusto fantascientifico volute dal colosso di Detroit. Controllo della trazione, telaio in titano ed anche una primitiva forma di ABS erano solo alcune delle novità high-tech che il modello GM proponeva, tra cui spiccava il motore a turbina alimentato con carburante da jet.

Ogni occupante di questa bella concept car era protetto da una calotta personale in plexiglass degna della hovercar dei famosi Jetsons dei cartoons, e la macchina stessa si pilotava con una cloche aeronautica.

L’ambizioso progetto della GM purtroppo fallì in partenza a causa dei costi di produzioni troppo elevati per una commercializzazione a larga scala, e la natura altamente esotica del suo sistema di propulsione.

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