Matteo Messina Denaro: Arrestato. In questi casi si gioisce a metà. Il boss di Cosa Nostra era latitante da 30 anni.”La lotta alla mafia è una lotta contro la mentalità mafiosa”, secondo il generale Carlo Alberto dalla Chiesa.
Matteo Messina Denaro arrestato. In questi casi si gioisce sempre a metà. L’arresto di un esponente di spicco della mafia, dopo trent’anni di latitanza, suscita inevitabilmente una serie di interrogativi sulla natura del male e sulla possibilità di un cambiamento vero e duraturo. Il “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa ci parla della necessità del cambiamento per mantenere l’immutabilità, un concetto che si può facilmente applicare alla figura del mafioso arrestato dopo trent’anni di latitanza. La sua presenza costante nell’ombra, la sua attività criminale sotto copertura, rappresentano l’immutabilità che si cela dietro l’apparente cambiamento dato dal trascorrere del tempo e delle speranze. Il mafioso è il simbolo del potere criminale che ha agito per decenni con la connivenza di politica e istituzioni. È l’espressione di un’etica distorta, che ha permesso alla criminalità di prosperare e alle vittime di soccombere.
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In questi casi si gioisce sempre a metà. La latitanza del mafioso è solo una manifestazione esterna di una latitanza più profonda, quella dell’etica umana. Come scriveva Aristotele, l’ethos è il carattere distintivo di un individuo, la sua natura morale. Eppure, in una società in cui la corruzione, l’omertà e la connivenza politica sono all’ordine del giorno, è difficile parlare di un ethos condiviso.
Matteo Messina Denaro arrestato.In questi casi si gioisce sempre a metà. L’arresto di Matteo Messina Denaro è un passo importante nella lotta contro la criminalità organizzata, ma naturalmente non può essere visto come una soluzione definitiva. Come diceva il generale Carlo Alberto dalla Chiesa: “la lotta alla mafia è una lotta contro la mentalità mafiosa“, e questo richiede un cambiamento radicale nella società. Il giudice Giovanni Falcone affermava: “la mafia è un fenomeno culturale e sociale che va combattuto con le armi della cultura e della legalità”. Mentre il giudice Paolo Borsellino sosteneva: “la mafia si combatte con la giustizia, ma si vince con la cultura”.
L’arresto di un mafioso è solo un piccolo passo nella lotta contro un male radicato e complesso. Come cambieremo, se cambieremo? Cosa cambieremo, se cambieremo? Questi sono interrogativi che ci dobbiamo porre, in quanto cittadini di una società che vuole veramente cambiare e vivere in pace. In questi casi si gioisce sempre a metà, perché sappiamo che c’è ancora molto da fare.
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