Emerson Self-Reliance, il saggio sulla fiducia in sè stessi. “Self-Reliance”, considerato l’opera più influente di Emerson, ha la stessa magia di una canzone ispiratrice.
Emerson Self-Reliance. In generale, credo che sia saggio essere autocritici. Ma credo anche che, nel senso più profondo del termine, dobbiamo fidarci del nostro istinto e avere il coraggio di esporre le nostre idee al mondo. Ogni volta in cui necessito di un promemoria su come farlo, mi rivolgo al saggio di Ralph Waldo Emerson del 1841 , sulla fiducia in se stessi.
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“Self-Reliance”, considerata l’opera più influente di Emerson, ha la stessa magia di una canzone ispiratrice che ti fa superare l’ultimo tratto di una corsa estenuante. Il suo punto centrale è che non dobbiamo ignorare quei sussurri interiori, che possono essere a malapena udibili sotto il frastuono delle influenze esterne e dei dubbi su se stessi. Possono contenere scintille di genio. Dopo tutto, i più grandi pensatori e leader del mondo hanno avuto il coraggio di ascoltare se stessi e di seguire le proprie convinzioni, senza preoccuparsi troppo della tradizione e di ciò che gli altri avrebbero potuto pensare. Hanno insegnato a se stessi a ignorare il frastuono e i dubbi, e le loro idee hanno risuonato nel mondo perché riflettevano una verità che anche altri avevano percepito privatamente.
Emerson Self-Reliance. “In ogni opera di genio riconosciamo i nostri stessi pensieri rifiutati”, scrive Emerson. “Tornano a noi con una certa maestosità alienata”. In ogni libro, dipinto o film che ci commuove, rispondiamo perché parla di una verità che riconosciamo, anche se solo inconsciamente. È facile per Emerson dirlo, potremmo pensare. Lui stesso è un genio. Ma ricordiamo che all’epoca in cui scrisse il saggio non era ancora considerato un maestro della letteratura americana. Era solo un ragazzo. Le sue idee non avevano superato la prova del tempo. Eppure aveva capito l’importanza di avere delle convinzioni sul proprio potenziale personale.
“Credere al proprio pensiero, credere che ciò che è vero per te nel tuo cuore privato sia vero per tutti… Questo è genio”, scrive. “Parla della tua convinzione latente, e sarà il senso universale; perché l’intimo a tempo debito diventa l’esterno”. Emerson scrive: “Altrimenti, domani uno sconosciuto dirà con magistrale buon senso proprio quello che abbiamo pensato e sentito per tutto il tempo, e saremo costretti a prendere con vergogna la nostra opinione da un altro”. Ogni persona ha motivo di credere nelle proprie idee, spiega, perché ognuno di noi è unico. Ognuno di noi occupa un punto singolare nello spazio e nel tempo e le nostre esperienze non possono essere replicate da nessun altro. Emerson pensava che “le grandi opere d’arte non hanno per noi una lezione più toccante di questa”. Esse mostrano perché dobbiamo fidarci di noi stessi e “imparare a individuare e osservare quel bagliore di luce che attraversa [la] mente dall’interno, più dello splendore del firmamento di bardi e saggi”.
Molti altri hanno celebrato Ralph Waldo Emerson come un’opera di auto-aiuto di alto livello per i letterati. Scrivendo per il New Yorker nel 2015, Dan Chiasson spiega: “I saggi di Emerson sono come manuali di meraviglia… si possono usare per incantarsi; molte persone laiche e sconsolate li hanno consultati regolarmente per vedere il mondo in termini di bellezza rinnovata e rinfrescata. Ti vestono per una passeggiata nei boschi o per una mattina qualunque”.
Emerson Self-Reliance. Ma i saggi di Emerson non aiutano solo a esistere nel mondo. Vi esortano a creare cose, ad ascoltare i sussurri, per amore della creatività stessa. “Self-Reliance” ci dice che il processo di creazione è la sua stessa ricompensa. Possiamo sentirci sollevati e felici nella vita, dice, solo quando riversiamo il nostro cuore nel nostro lavoro e facciamo del nostro meglio. Qualsiasi cosa di meno non ci darà pace. E così il saggio ci libera di dire la nostra opinione e di vedere cosa ne viene fuori.
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